L'Italia torna a intensificare l'azione a Bruxelles contro il Nutriscore. Alla sua prima visita ufficiale a Bruxelles da ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida ha ribadito il "no" dell'Italia al modello di etichetta a colori per le informazioni ai consumatori sui valori nutrizionali dei prodotti alimentari. Lollobrigida ha incontrato il commissario Ue all'Agricoltura Janusz Wojciechowski e gli omologhi di Spagna, Austria, Polonia e Francia. «Abbiamo posto questo problema a tutti – ha spiegato –. Non abbiamo avuto posizioni ufficiali – ha sottolineato il ministro – ma la nostra sensazione è che tutti abbiano la consapevolezza che il Nutriscore non possa essere uno strumento che garantisce appieno il consumatore finale e sia utile all'economia di questa nostra Europa».
Sulla stessa linea un gruppo di oltre venti eurodeputati di tutti i partiti. In una lettera indirizzata ai vertici della Commissione europea, gli europarlamentari non nominano mai il Nutriscore. Ma chiedono una etichettatura nutrizionale che è il suo opposto. L'etichetta dovrà essere "semplice" ma "non semplicistica", "priva di giudizi di valore", con "informazioni su calorie e nutrienti per porzione". Per l'Italia, la lettera è firmata da 9 eurodeputati di diverso colore e da Cia, Confagricoltura e Federalimentare. Prese di posizione che non fanno che rendere più complesso il rebus per la Commissione europea, che ha più volte indicato di voler proporre un'etichetta non divisiva. Una proposta legislativa era attesa per fine anno, ma con tutta probabilità non arriverà prima del secondo semestre del 2023.
A difendere il Nutriscore è uno dei suoi padri, il professore francese di scienze della nutrizione Serge Hercberg, che nei giorni scorsi è tornato a twittare: "L'affermazione secondo cui NutriScore si opporrebbe al cibo mediterraneo è totalmente falsa". E ha ricordato il lavoro dell'equipe scientifica creata da Francia, Spagna, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera per aggiornare l'algoritmo. "La versione aggiornata del Nutriscore prevista per il 2023 è ancora più in linea con il modello della Dieta Mediterranea - scrive - l'olio d'oliva si classificherà B" ci saranno "più penalizzazioni per carni rosse e prodotti ad alto contenuto di zucchero e sale e punteggi migliori per il pesce grasso e prodotti a base di cereali integrali".
Su concimi servono investimenti in ricerca
Oltre che di etichetrtatura fronte pacco, con i colleghi europei Lollobrigida ha discusso di fertilizzanti, un mezzo tecnico di cui l'Italia è fortemente dipendente dall'estero. Nella strategia sui fertilizzanti della Commissione europea «ci sono alcuni elementi
di ricerca che ci fanno ben sperare, purché ci siano investimenti nella ricerca» ha detto Lollobrigida. Tra le azioni proposte nella strategia sul tema proposta dalla Commissione europea si prevede lo stanziamento dal bilancio Ue di 65 milioni di fondi per start-up AgTech, attraverso il Consiglio europeo per l'innovazione. «In passato si sono fatte scelte sbagliate – ha aggiunto Lollobrigida – si è scelto di esternalizzare le forniture basandosi solo sul costo senza tener conto che esistono eventi che ti mettono in condizione di non ritrovare più prezzi convenienti come sui fertilizzanti o addirittura l'assenza di forniture sufficienti. Bisogna ragionare in Italia – ha sottolineato il ministro – per avere la capacità di produrre ciò che è necessario al nostro consumo, dove questa capacità non c'è si lavora ovviamente insieme all'Europa, in ultima analisi si dovrà ricorrere alle nazioni alleate e solo da ultimo ricorrere a quelle che possono condizionarci mettendo in difficoltà le nostre produzioni primarie».
Semmai l’olio d’oliva italiano deve avere sull’etichetta nutriscore, la tripla AAA e non la inutile b