Recovery Plan, serve uno sprint

Parte il confronto con le parti sociali alla Commissione agricoltura della Camera. Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative e Copagri sottolineano la centralità del comparto primario e la necessità di recuperare almeno parte dei fondi tagliati. Ma il tempo a disposizione è poco e la crisi di Governo non aiuta

Il Governo è in stand by, ma il Recovery Plan procede il suo percorso in Parlamento. Questo pomeriggio si è infatti tenuta l’audizione della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati nell'ambito dell'esame della proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-Pnrr.

In collegamento streaming sono intervenuti i presidenti delle maggiori associazioni di riferimento per portare la visione e il contributo del mondo agricolo.

Scanavino (Cia): «L’agricoltura deve essere protagonista»

Il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino ha centrato il suo intervento sul

Dino Scanavino

ruolo dell'agricoltura. «Può giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia e guardare a una ripresa più sostenibile e digitale. Inserite in progetti concreti, innovativi e trasversali, le risorse del Recovery Plan - di cui 2,5 miliardi al settore primario - possono fare da moltiplicatore per costruire un nuovo modello di sviluppo socio-economico e ambientale dei territori italiani, rilanciando le aree rurali, che rappresentano più della metà della superficie nazionale».

Francia (Agia): «I giovani siano veramente al centro»

Stefano Francia

Il vero nome del Recovery Plan è Next Generation Eu e in nome delle prossime generazioni ha parlato Stefano Francia, presidente dell'Agia, l'associazione dei giovani di Cia. «Il ruolo dell'agricoltura – ha riferito - si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva che resta evidentemente centrale, come dimostrato in questi mesi con il settore garante dell'approvvigionamento di cibo, ma anche nel contributo alla tenuta dei territori».

«Ora il nostro comparto può fare da perno dello sviluppo integrato del paese, in un'ottica di sistemi interconnessi, con l'obiettivo di aumentare la competitività del sistema alimentare, ma anche di produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare il paesaggio, salvaguardare suolo e foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la sostenibilità dei processi produttivi con nuove tecnologie digitali, blockchain e rinnovo parco macchine, puntare sul turismo rurale con gli agriturismi e le fattorie sociali, didattiche e sportive».

Francia ha indicato in audizione le priorità dei giovani: «Sulla digitalizzazione bisogna verificare l'accesso e implementare l'ultimo miglio nelle aree interne e sostenere l'utilizzo delle rilevazioni satellitari a supporto dell'agricoltura di precisione».

«Il richiamo all'imprenditoria giovanile in agricoltura deve essere ribadito nel Recovery Plan sia per la per rivitalizzazione dei siti minori, delle aree rurali e delle periferie, oltre che per gli interventi speciali di coesione territoriale per cui si richiede la connessione con politiche per l'accesso alla terra».

Sulla scia dell'ospitalità diffusa, inoltre, si può secondo Francia «prevedere l'impiego dei fabbricati rurali nelle aree interne anche per creare le case di comunità previste nel capitolo salute per il potenziamento dell'assistenza sanitaria territorialeۚ».

«E sulla transizione verde, ha aggiunto - occorre una progettazione integrata di formazione, ricerca e condivisione delle conoscenze, con un maggior protagonismo dell'agricoltura nella fissazione di CO2, visto che studi recenti hanno dimostrato come alcune coltivazioni, tipo vite e fruttiferi, se correttamente gestite, sono in condizione di fissare più anidride carbonica di un bosco, e occorre quindi assicurare forme di premialità in tal senso». Indispensabile infine, secondo il giovane produttore ravennate «il coinvolgimento diretto degli agricoltori per la manutenzione del territorio e della risorsa idrica, così come la necessità di riformare gli istituti tecnici e professionali con l'incremento delle ore professionalizzanti (meccanica, entomologia, patologia vegetale etc.) per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità».

Giansanti: «Aumentare le risorse per l’agricoltura»

Massimiliano Giansanti

Nel suo intervento il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti ha ribadito: «Il Recovery plan è fondamentale per il settore. il tema della Next Generation Ue avrà un ruolo estremamente importante ed è un'occasione unica». Il presidente ha ricordato che il Recovery Plan è stato finanziato anche con le economie ricavate dai fondi Pac.

«Il contributo degli agricoltori europei è stato di oltre 35 mld di euro, e per il quadro italiano parliamo di circa 3,5 mld. le risorse destinate all'agricoltura ammontano invece a 2,5 mld per il capitolo 2.1, è evidente che abbiamo l'ambizione di vedere aumentate queste risorse di almeno un altro miliardo di euro: si tratta di risorse importanti ma da implementare».

Il presidente di Confagricoltura ha rilanciato sui temi della futura Pac, il Green New Deal, la digitalizzazione, la necessità prioritaria di una riqualificazione urbana e delle infrastrutture. «Auspichiamo che queste risorse siano spese prioritariamente nell'ambito della ricerca e dello sviluppo tecnologico, massima attenzione all'agricoltura di precisione. un altro grande tema riguarda poi lo sviluppo delle aree interne del paese, sul quale serve un grande progetto».

Verrascina (Copagri): «C’è poco tempo, avviare subito i tavoli di settore»

 

Franco Verrascina, presidente di Copagri

Il presidente della Copagri Franco Verrascina ha ribadito le necessità primarie del sistema Italia: «Serve un piano di ristrutturazione, risanamento e rilancio del Paese che sia credibile, serio e strutturato; tale piano non può prescindere dal tenere in debita considerazione il comparto agricolo, che non dobbiamo mai dimenticare essere il motore propulsivo del tanto decantato cambio di passo green che ci chiedono le istituzioni comunitarie».

«Per tali ragioni, in attesa che si concluda l'attuale fase di instabilità politica, che ci auguriamo possa restituire al paese un governo forte e coeso, condizione imprescindibile per sfruttare appieno i 209 miliardi che arriveranno all'Italia, è necessario privilegiare un approccio sistemico basato sul confronto fattivo e operativo, partendo dell'avvio di tavoli di settore in capo ai diversi dicasteri, a cominciare dall'agricoltura». Verrascina ha infatti ricordato che il tempo è agli sgoccioli e che restano ancora poche settimane prima dello scadere del termine definitivo per l'invio del Pnrr a Bruxelles, fissato al 30 aprile 2021. «Ribadiamo che, a nostro avviso, il taglio delle risorse destinate all'agricoltura nel pnrr, unitamente alla riduzione dei fondi della Pac, mette a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità e l'aumento della produzione agricola interna, ferma al 75% del fabbisogno nazionale; reiteriamo pertanto la nostra richiesta al governo e al parlamento ad adoperarsi per rafforzare la proposta di Pnrr approvata lo scorso 12 gennaio, così da fugare i sempre più numerosi dubbi provenienti dalle istituzioni Ue».


Mercuri (Alleanza Coop): «Puntare sulla crescita dimensionale delle Cooperative»

Giorgio Mercuri

«Auspichiamo che il Recovery Plan nella sua versione definitiva sottolinei in modo più marcato e deciso l'assoluta centralità e strategicità del settore agroalimentare».

È la posizione espressa da Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza delle Cooperative agroalimentari

«Per implementare la capacità e velocità di reazione del settore agroalimentare rispetto ai cambiamenti di mercato, ai nuovi stili di consumi e alle nuove politiche in tema di sostenibilità occorre puntare sulla crescita dimensionale delle cooperative e sulla loro aggregazione, finanziando e sostenendo un’efficace e mirata politica di aggregazioni al fine di raggiungere maggiori economie di scala che consentiranno alle imprese di conseguire razionalizzazioni produttive, logistiche e distributive».

Per raggiungere l’obiettivo è auspicabile secondo Alleanza delle Cooperative prevedere l'introduzione di misure fiscali incentivanti e il ricorso a strumenti finanziari ibridi messi a disposizione da Cdp, Ismea, Invitalia.

In più occorrerebbe potenziare lo strumento dei contratti di filiera in grado di promuovere quegli investimenti necessari in beni materiali ed immateriali (macchinari, attrezzatura, magazzini intelligenti) per l'ammodernamento e la riconversione delle imprese verso modelli di produzione sostenibile. «Al contempo – sottolinea Mercuri - sarà imprescindibile lavorare nell'ambito del recovery plan in una logica di sistema che vada oltre la presenza materiale di infrastrutture: l'integrazione dei servizi a supporto delle reti, lo snellimento degli iter burocratici, il miglioramento del sistema logistico e l'interconnessione con i settori produttivi sono infatti punti fondamentali del percorso da intraprendere».

Mercuri ha sottolineato infine la necessità che venga chiarita quale sarà la governance preposta all'attuazione del piano (un tema spinoso che ha fatto da innesco all’attuale crisi di Governo), quale il cronoprogramma per la realizzazione delle azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi e quali saranno le modalità d'ingaggio per consentire alle imprese di offrire il proprio imprescindibile apporto per rilanciare lo sviluppo del nostro paese.

Recovery Plan, serve uno sprint - Ultima modifica: 2021-01-27T21:56:50+01:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome