La ricerca va trasferita. Altrimenti è inutile

ricerca e divulgazione
Alberto Palliotti, Università di Perugia e membro del Comitato scientifico di Terra e Vita @albertopalliot5
Migliaia i lavori di ricerca pubblicati sulle riviste peer reviewed internazionali, ma il trasferimento di queste conoscenze al settore produttivo è modesto, merito di un'attività "volontaria" dei ricercatori consapevoli che non ne ricavano alcun vantaggio accademico per sé o per le Università dove lavorano. È ora di cambiare

Alla base del progresso socio-economico delle società il binomio “ricerca-divulgazione” che ogni paese produce assume un ruolo decisivo.

Riguardo il settore frutticolo, un’indagine pubblicata di recente su Italus Hortus Review, implementata con il database Scopus, indica che nel 2013-2017 sono stati pubblicati 1.594 prodotti, dei quali 408 su vite (26% del totale), 278 su pomacee e drupacee (18%) e 151 su olivo (10%).

Ciononostante, il relativo trasferimento tecnologico rimane piuttosto modesto. Ovvero, a fronte di una produttività scientifica di settore di tutto rispetto, il trasferimento dei risultati al mondo produttivo della quasi totalità di queste ricerche, pubblicate tutte su riviste indicizzate quasi sempre non italiane, è decisamente limitato.

Risultato: stagnazione dei vari settori della frutticoltura nazionale e potenziamento di quello dei paesi concorrenti. L’importanza della trasferibilità delle innovazioni è essenziale anche a seguito dell’aumento nelle difficoltà di gestione dei cicli produttivi, poiché le digressioni ai decorsi ottimali delle attività fisiologiche e metaboliche delle piante si sono purtroppo ampliate.

Carenza idrica e ondate di calore sono divenuti fattori di rischio responsabili di cali produttivi e peggioramenti nella qualità oltre che prodromi di rischi per la sopravvivenza delle piante. I periodi estivi degli anni 2017, 2015, 2012, 2011, 2009, 2007 e 2003, si sono infatti caratterizzati per intervalli più o meno lunghi con temperature dell’aria superiori a 35 °C, limite termico per l’avvio di processi di fotoinibizione cronica dei tessuti con clorosi e necrosi. Risultato finale: fisiologia di base azzerata, basse rese produttive, qualità compromessa e rischi di morte delle piante. Il tecnico moderno necessita di competenze nuove e aggiornate.

Il distacco esistente nel nostro paese tra la ricerca e il trasferimento dei risultati è elevato, nonché preoccupante e crescente.

Inoltre, l’attuale sistema di valutazione dei ricercatori e professori (non solo universitari), decisivo ai fini della progressione delle carriere, non aiuta, poiché si basa solo sulla produzione di pubblicazioni su riviste indicizzate e con elevato impact factor, senza attribuire valore agli articoli di divulgazione tecnica.

Ciò relega in secondo/terzo piano la strategica attività di trasferimento delle innovazioni, l’unica in grado di dare un aiuto concreto alla risoluzione delle problematiche che le aziende devono risolvere.

Molte di queste sono di recente comparsa e/o inasprimento, basti pensare ai problemi innescati dal global warming. Nelle università Usa questo gap è stato colmato con assistant e associate professor che, per contratto, eseguono attività di extension alle aziende per una certa percentuale del proprio tempo lavorativo (dal 20 all’80%, il resto viene ripartito tra ricerca e insegnamento).

L’obiettivo dovrebbe essere quello di una ricerca mirata, che considera le esigenze del mondo produttivo, ma accompagnata da una pronta divulgazione e da una valutazione accademica rivista che dovrebbe premiare maggiormente ciò che rientra nella terza missione (incluso la ricerca conto terzi derivante da rapporti ricerca-industria e gli spin-off), dopo “didattica” e “ricerca”. Non a caso le attività di terza missione nascono a livello ministeriale con aspettative ambiziose, cioè “favorire la crescita economica dei territori attraverso la trasformazione delle conoscenze prodotte dalla ricerca in conoscenze utili a fini produttivi”. Occupazione, reddito e sviluppo vengono di conseguenza.

Editoriale pubblicato su Terra e Vita

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La ricerca va trasferita. Altrimenti è inutile - Ultima modifica: 2019-06-18T10:47:05+02:00 da K4

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