Passaggio di consegne al Mipaaf, Lollobrigida: «Sovranità alimentare non è un concetto fascista»

sovranità alimentare
Francesco Lollobrigida e Stefano Patuanelli
Il neo ministro spiega il concetto di "sovranità alimentare" che piace a Slow food e Coldiretti e annuncia un piano di coltivazione da un milione di ettari

«L'agricoltura è uno dei pilastri della nostra Nazione. Un esempio di eccellenza da proteggere, un patrimonio inestimabile che costituisce il fulcro del marchio italiano». Queste le prime parole da ministro dell'Agricoltura di Francesco Lollobrigida, che dopo aver giurato davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in Via XX Settembre nella sede del ministero per il passaggio di consegne formale con Stefano Patuanelli. Lollobrigida ha poi detto di voler togliere il limite ai terreni incolti presentando «un piano strategico di coltivazione dei terreni. Abbiamo un milione di ettari coltivabili, non basta quello che ci mette a disposizione l'Europa e quindi è necessaria una riforma della Pac che si liberi dall'ideologia intrinseca del Farm to Fork, perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia che può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili».

Difesa delle nostre eccellenze

Inevitabili in queste prime dichiarazioni le precisazioni sul concetto di "sovranità alimentare" inserito nella denominazione del ministero delle Politiche agricole e forestali dall'esecutivo guidato da Giorgia Meloni, anche perché sui social molti hanno ironizzato per la scelta di una terminologia che suona sovranista, se non addirittura fascista. «Sovranità alimentare non è un concetto fascista, ma un principio che nazioni con governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione: penso all'Ecuador, al Venezuela – ha precisato Lollobrigida –. La denominazione è identica a quella del  ministero dell'Agricoltura francese – ha puntualizzato –. Lo abbiamo copiato perché la Francia ha la capacità di difendere i propri interessi nazionali. E credo che ogni nazione dovrebbe avere il dovere e il diritto di  difendere le proprie eccellenze alimentari».

Del resto il concetto di sovranità alimentare affonda radici in tempi lontani. Il termine fu coniato nel 1996 da "Via Campesina" una vasta organizzazione internazionale di agricoltori, formata da 182 organizzazioni in 81 paesi. Successivamente fu ripreso nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, dall'America Latina al Canada, alle Nazioni Unite e alla Fao. In un documento del governo del Quebec, la regione francofona del Canada, datato 2013, la sovranità alimentare veniva indicata al primo posto, con l'obiettivo di mettere al centro la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone e non la massimizzazione del profitto economico, incoraggiare lo sviluppo delle realtà locali ed eliminare gli sprechi.

Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, il concetto di "sovranità alimentare" non è sinonimo di autarchia: «È il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici – ha spiegato – è un concetto ampio e complesso che sancisce l'importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell'uso delle risorse in un'ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni. Ed è anche un concetto quanto mai attuale oggi: non a caso Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo in grado di combattere lo spreco alimentare».

Tante battaglie da combattere in Europa

La sovranità alimentare va di pari passo con tutte le battaglie del nostro governo in seno all'Europa a tutela delle produzioni nazionali di alto livello, con le Dop e le Igp, come quelle contro il Nutriscore, il Prosek, e l'aceto balsamico sloveno, l'arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali che penalizzano il made in Italy. Plaude alla nuova denominazione anche Coldiretti, che aveva proprio chiesto al nuovo esecutivo di istituire un dicastero con questo nome: «Un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all'intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall'estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità» ha detto il presidente Ettore Prandini.

Sulla stessa linea l'europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura Ue Paolo De Castro: «Un in bocca al lupo a Francesco Lollobrigida: lo aspettano dossier molto caldi in queste prossime settimane e mesi. Dalla nuova direttiva sulle emissioni che preoccupa tanto gli agricoltori, al tema dei fitofarmaci. C'è davvero tanto lavoro. Mi auguro e spero che ci sia una presenza e una costanza nell'attività di Bruxelles – ha aggiunto De Castro – che è l'unica via per costruire soluzioni. Perché queste non si costruiscono a casa nostra: bisogna condividerle, fare alleanze in Europa per portare a casa risultati. Il gioco di squadra non guarda i colori politici – ha concluso – guarda agli interessi nazionali».

Passaggio di consegne al Mipaaf, Lollobrigida: «Sovranità alimentare non è un concetto fascista» - Ultima modifica: 2022-10-23T15:01:03+02:00 da Simone Martarello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome