L’agricoltura, e più complessivamente l’agroalimentare, dalla globalizzazione dei mercati e dalla spinta competitività dei settori produttivi, per l’immediato futuro vedono delinearsi nuovi scenari che richiedono urgenti interventi di sistema basati sull’innovazione. Le filiere agroalimentari italiane, coinvolgendo i principali macro-attori: agricoltura, industria alimentare e distribuzione, attraverso l’innovazione, possono trasformare le sfide della globalizzazione in nuove opportunità con reciproci benefici e benessere diffuso per i consumatori.
Le innovazioni in grado di perseguire questi obiettivi faranno largo uso di tecnologie di precisione con supporto digitale, interconnesse a piattaforme previsionali e decisionali (basate su osservazioni, analisi ed elaborazione interattiva), appositamente programmate per migliorare la gestione spaziale e temporale delle filiere, con particolare riguardo a quelle unicità esclusive dall’elevato grado di specializzazione e valore aggiunto. In questo nuovo ambito operativo, le tecnologie di precisione sono in grado di fornire accurate diagnosi e supporto gestionale ottimizzato, sia in termini di produzione agricola sia di redditività globale, includendo quella correlata alla prescrizione dei fattori di produzione (macchine, lavoro, fertilizzanti, prodotti chimici, sementi, acqua, energia ecc.) dai prevedibili benefici economici, unitamente al rispetto delle più stringenti norme ambientali e climatiche.
A oggi sono molteplici le infrastrutture e le soluzioni tecnologiche potenzialmente al servizio dell’agricoltura, ma sono presenti ancora ostacoli, per una sistematica adozione da parte degli operatori. I principali sono riconducibili alla percezione culturale e alla carenza di qualificate competenze professionali, in larga parte attribuibile alla rigida impostazione dei percorsi formativi di livello universitario, ma anche per gli elevati costi di start-up che, in alcuni casi, rendono scoraggiante l’investimento iniziale. Nonostante queste criticità, la trasformazione in atto nei settori produttivi a tecnologie mature, muoverà i primi passi anche in agricoltura offrendo gli strumenti idonei per superare le difficoltà storiche e costruire con dati oggettivi una coerente programmazione quantitativa e qualitativa determinando, altresì, condizioni adeguate di garanzia del reddito tramite assicurazioni multirischio. Questo passaggio, seppur graduale, rappresenterà il cambiamento radicale con cui ciascun produttore, sulla base degli ordinamenti colturali e di avanzati servizi di supporto alle decisioni, potrà condividere principi e metodi con gli analoghi di filiera e dei territori, partecipando, con le variegate informazioni di cui disporrà, alla valorizzazione delle potenzialità peculiari di ciascun distretto produttivo. E non solo sotto il profilo della sostenibilità, ma anche di altri fondamentali valori immateriali come i servizi ecosistemici, finora non considerati economicamente.
Malgrado il ritardo con cui le tecnologie digitali iniziano ad essere applicate, le positive ricadute rappresentano una leva per colmare l’evidente divario, se non addirittura, dopo l’auspicabile rapido allineamento, assumere un ruolo competitivo, se si considera che la nuova era, dall’inizio del millennio, cresce esponenzialmente, favorita dalla velocità con cui vengono generate infrastrutture e servizi. E saranno proprio questi i pilastri con cui la precisione digitale darà origine alla più importante raccolta di dati, provenienti da diverse fonti, su cui è il caso di incominciare a confrontarsi, per non limitare l’auspicabile espansione da carenze o interpretazioni normative, prima ancora che le generazioni digital native si affaccino in Agricoltura.
di Michele Pisante
Vice Presidente della Società Italiana di Agronomia