«Chiediamo che l'iter del decreto rinnovabili diverse dal fotovoltaico venga chiuso al più presto possibile». È questo l'appello che il presidente del Cib, Piero Gattoni, lancia alla politica in occasione della quarta edizione di 'Biogas Italy' svoltosi ieri e oggi a Roma.
«Il ministero dello Sviluppo economico relega le bioenergie in una posizione marginale - ha proseguito Gattoni - e ciò risulta evidente anche dal ruolo che queste hanno nella Strategia energetica nazionale». Il presidente del Consorzio italiano biogas chiede quindi che «all'interno delle bioenergie il biogas non sia considerato alla stregua delle altre perché, a differenza di sole e vento, è programmabile e rende più competitive e sostenibili le aziende agricole».
Tutto il settore è poi in attesa anche del decreto biometano fermo al palo a Bruxelles per la verifica sugli aiuti di Stato. «Siamo vicini alla soluzione - ha fatto sapere Giovanni La Via, eurodeputato Ppe - anche perché sono convinto che il Governo che uscirà dalle urne non bloccherá l'iter del decreto biometano». La Via ha anche fatto sapere che a Bruxelles si sta lavorando per far rientrare le colture in successione tra quelle per la produzione di biocarburanti di seconda generazione, quindi meritevoli di incentivo.
Il valore del biogas agricolo
Il valore del biogas in agricoltura si misura dalle esperienze di successo che si sono create in questi anni e che hanno consentito a tantissime aziende agricole non solo di rimanere sul mercato ma anche di crescere creando reddito e valore anche per tutto il territorio. È il caso di tre aziende presentate al quarto "Biogas Italy".
«Il grande investimento in energia fatto alla Fattoria della Piana, realtà cooperativa in Calabria, ci ha consentito oggi di finanziare il sistema del food, esportiamo oltreoceano i nostri formaggi fatti con il latte conferito dagli allevatori di tutta la regione e recuperiamo scarti di produzione, liquami, pastazzo di agrumi, sansa di olive per produrre energia nel nostro biodigestore. Un sistema che crea ricchezza per tutta la regione» ha detto Carmelo Basile.
«Il 70% dell'alimentazione del nostro digestore - ha sottolineato Enrico Dall'Olio - è rappresentata da scarti di patate e cipolle. Un rifiuto che diventa valore mettendo in rete 25 agricoltori su una superficie di 1.800 ettari con la cooperativa Agrobioenergia di Medicina (Bo) che proprio in questi giorni ha terminato la costruzione di un impianto per l'essicazione e la lavorazione completa delle piante officinali coltivate con metodo bioligico».
Applicare poi l'agricoltura conservativa alla produzione di energia da biogas consente di ottimizzare le risorse e lo sfruttamento sostenibile del suolo accumulando il carbonio; in questo senso l'esperienza di Anna Trettenero di Alfalfa Energia nel pavese.
Il recupero del carbonio
Intrappolare il carbonio nel suolo togliendolo dall'atmosfera è la sfida da vincere per tutti ma bisogna fare presto. Ne è convinto Bruce Dale dell'Universitá del Michigan (Usa): «Non c'è più tempo da perdere, bisogna che in tutto il mondo si trovino soluzioni veloci per produrre energia con tecniche carbon negative. Un aiuto importante in questo senso può eseere dato dal "Biogasfattobene" dove grazie alla coltura sempre presente al suolo e alla fertilizazione con il digestato si chiude in maniera ottimale il ciclo del carbonio. E soprattutto consente di ridurre il problema del cambiamento climatico».
Quello che ancora manca però per rendere davvero significativo l'apporto del biogas agricolo alla riduzione del climate chance è ottenere la consapevolezza dei consumatori e soprattutto della politica.