Ottenuto il via libera della Commissione europea, il “decreto biometano” è stato immediatamente firmato, venerdì pomeriggio, dal ministro dello Sviluppo economico. «Una concomitanza che dimostra come il Governo si fosse davvero impegnato in questo senso - sottolinea con soddisfazione Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (Cib) – e come il nostro lavoro di supporto, insieme a tutte le altre componenti associative, industriali, agricole e del mondo dei rifiuti, abbia consentito di arrivare ad un testo che è stato largamente condiviso; il decreto è infatti tornato da Bruxelles senza essere stravolto dal momento che il ministero ha accolto la nostra visione di consentire comunque alle aziende, che già producono energia elettrica e termica, di produrre anche biometano, con l’obiettivo di una sempre maggiore flessibilità nella gestione delle matrici organiche».
Il provvedimento, che Gattoni definisce «equilibrato» riguarda in particolare la promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti e supera molti dei limiti che erano insiti nel testo del 2013 che «aveva avuto il grosso merito di aprire il dibattito sul biometano ma aveva comunque uno schema di supporto che era difficilmente bancabile» sottolinea il presidente del Cib.
«La grande novità – prosegue Gattoni - è l’inserimento in un sistema di supporto che prevede il ritiro dei certificati da parte del Gse per dieci anni ad un prezzo definito, un lasso di tempo abbastanza lungo da consentire ai produttori una maggiore tranquillità sul fronte dei ricavi. Altra novità è che questo decreto si concentra esclusivamente sul settore dei trasporti, a differenza del testo precedente che disciplinava anche l’immissione in rete e l’immissione per la cogenerazione. Una scelta fatta dal Governo per coprire il deficit di produzione di biocarburanti avanzati, criticità emersa in fase di elaborazione della Strategia energetica nazionale. Una scelta che premia il fatto che qualunque altro tipo di biocarburante dovrebbe essere importato, mentre il biometano prodotto da matrici agricole o da rifiuti, consente di creare una filiera agricola sostenibile sul territorio che crea valore e rispetta l’ambiente. È il caso del biometano prodotto secondo il nostro modello del “biogasfattobene”, che si basa, appunto, sull’impiego di meno concimi e meno carburanti fossili, garantendo più competitività all’azienda e minore impatto ambientale». L’agricoltura è un settore molto energivoro proprio dal punto di vista dei carburanti e il biometano può essere usato anche per i trasporti agricoli e per i trasporti pesanti.
La possibilità di produrre biometano in coesistenza con l’elettrico è l’altra novità introdotta dal decreto appena firmato e che consentirà all’azienda agricola di trasformarsi così in una vera bioraffineria. «Un produttore potrà, a fronte di una decurtazione della quantità di kWel immessi in rete soggetti oggi all’incentivo elettrico, produrre biometano in coesistenza con l’elettrico ottimizzando quindi l’impianto che diventa la cerniera tra le due reti, elettrica e del gas; in poche parole si va ad alleggerire il peso dell’incentivazione sulla bolletta elettrica a fronte della possibilità di prendere pienamente l’incentivo sul biometano. Ora prevediamo uno sviluppo di iniziative per fare nuovi impianti ma ci aspettiamo anche che le aziende più facilitate dalla vicinanza della rete del gas metano possano cominciare da subito a sfruttare le opportunità date dal decreto. Senza dimenticare che in caso di biometano prodotto con matrici sostenibili come quelle del “biogasfattobene”, si raddoppia il valore del Certificato di immissione in consumo (Cic) di biocarburanti (375 €); questo comporta comunque un livello di incentivo inferiore a quello della produzione elettrica; però grazie proprio al ritiro a prezzo fisso per i primi dieci anni le aziende che sapranno impostare delle filiere agricole intelligenti avranno la possibilità di svilupparsi al meglio».
Il presidente del Cib ha quindi rivolto un «doveroso ringraziamento al sottosegretario Giuseppe Castiglione per avere supportato fattivamente in questi anni l’attività del Cib a sostegno della filiera del biogas e del biometano».
Il sistema incentivante previsto dal decreto ha un bilancio indicativo di 4,7 miliardi di euro ed è destinato agli impianti che entreranno in esercizio tra il 2018 e il 2022. I produttori di biofuel riceveranno un premio che permetterà loro di compensare i maggiori costi di produzione e competere con i combustibili fossili nei trasporti. Ogni anno sarà aggiornato il livello dell’incentivo in base ai costi di produzione per garantire che non vi siano compensazioni eccessive; esiste comunque un limite massimo di producibilità, complessivamente incentivata, di 1,1 miliardi di mc/anno, dopo di che potranno beneficiare dei sussidi solo le strutture che avranno presentato richiesta di qualifica e che siano entrate in esercizio entro l’anno seguente.