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Sulla base delle decisioni
prese dai capi
di Stato e di Governo
della Ue nello scorso
febbraio, gli aiuti diretti
della Pac destinati agli agricoltori
italiani ammonteranno,
complessivamente,
a 24 miliardi di euro, a
partire dal primo gennaio
2014 e sino alla fine del
2020, Rispetto alle cifre
(25,6 miliardi) relative al
periodo di programmazione
in scadenza alla fine di
quest’anno, la riduzione
nominale sarà del 6,5 per
cento. Una percentuale destinata
a salire al 18,5%
stando alle più prudenti stime
sull’andamento dell’inflazione.
Si tratta del taglio
più profondo tra gli
Stati membri che sono i
maggiori produttori agricoli.
Infatti, la diminuzione
risulta del 4,2 e del 2,3%,
rispettivamente, per Francia
e Spagna, mentre per
gli agricoltori tedeschi si
attesta poco al di sotto di
cinque punti percentuali.
Sono questi i dati,
espressi a prezzi costanti
2011, contenuti in uno studio
che è stato diffuso nei
giorni scorsi dai servizi del
Parlamento europeo, in vista
dei passaggi istituzionali
finali, in programma subito
dopo la pausa estiva,
riguardanti l’approvazione
del quadro finanziario
2014-2020 della Ue.
L’analisi condotta dai
servizi del Parlamento si
estende anche ai fondi destinati
dai capi di Stato e
di Governo ai programmi
per lo sviluppo rurale e, a
questo riguardo, le conclusioni
per l’Italia sono sicuramente
più favorevoli.
Infatti, tra il 2014 e il
2020, sono previste erogazioni
per un importo di 9,2
miliardi di euro, con un
incremento pari all’1,4%
nei confronti delle assegnazioni
per il periodo
2007-2013. In Germania,
invece, il secondo pilastro
della Pac subirà un drastico
ridimensionamento:
quasi il 20 per cento. Inferiore,
ma pur sempre drastico,
il taglio per la Spagna
che sfiora il 10 per cento.
Ma il dato più eclatante riguarda la Francia dove
gli stanziamenti per lo sviluppo
rurale aumenteranno
di oltre il 14 per cento.
Vista la facoltà concessa
agli Stati membri di trasferire
– sia pure entro certi
limiti – fondi tra i due
pilastri della Pac, questo
vistoso incremento consentirà
alla Francia, secondo
molti analisti, di limitare
sensibilmente la riduzione
sulle risorse finanziarie da
destinare agli aiuti diretti.
I dati riferiti ai singoli
Stati membri in materia
di aiuti diretti e programmi
per lo sviluppo rurale
vengono poi sommati tra
loro, per quantificare le
somme complessive che
saranno erogate al settore
agricolo nei prossimi sette
anni.
Sempre espressi a prezzi
costanti 2011, secondo
i servizi del Parlamento
europeo, l’Italia incasserà
33,2 miliardi di euro, con
una riduzione del 4,5 per
cento. Si tratta di una contrazione
inferiore a quella
della Germania (8,1%),
ma superiore a quella della
Francia (meno di due
punti percentuali) e della
Spagna (3,8%).
Insomma, le decisioni
dei Capi di Stato e di Governo
della Ue non andranno
praticamente a
modificare nei prossimi
anni quella che è la consolidata
classifica dei beneficiari
delle spese della
Pac (primo e secondo pilastro).
Al primo posto,
la Francia che nel periodo
2014-2020, sulla base
del documento del Parlamento,
riceverà 56,5 miliardi
di euro. A distanza,
seguono appaiate Germania
e Spagna con 39 miliardi.
In quarta posizione
(e a debita distanza) l’Italia
con poco più di 32
miliardi.