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per l’Agricoltura,
Dacian Ciolos, ha suonato
l’allarme sul bilancio
della Pac dopo il 2013.
Lo ha fatto davanti ai rappresentanti
delle associazioni
professionali e della cooperazione
aderenti al Copa-
Cogeca, riuniti a congresso
il 2 ottobre, a Budapest.
«Sono molto preoccupato
per alcune idee che stanno
circolando nell’ambito
delle discussioni in corso
sul prossimo quadro finanziario
dell’Unione Europea
», ha detto Ciolos, riferendosi
alle ipotesi di riduzione
delle spese destinate
all’agricoltura rispetto alle
proposte presentate dalla
Commissione nello scorso
mese di giugno.
«I tagli comportano sempre
sacrifici difficili da ripartire
», ha aggiunto il commissario.
«Le mie preoccupazioni
sono rafforzate dal
fatto che, per salvaguardare
il livello dei pagamenti diretti,
alcuni Stati membri
vorrebbero addebitare per
intero la diminuzione delle
risorse al bilancio destinato
allo sviluppo rurale».
Insomma, secondo Ciolos,
il rischio è che i capi di
Stato e di governo si trovino
a scegliere tra primo e
secondo pilastro della Pac
che, invece, «sono complementari
e debbono procedere
di pari passo, anche se i
pagamenti diretti dovranno
restare al centro della nostra
strategia». Ma introducendo
per gli anni a venire
alcuni inevitabili cambiamenti,
«se vogliamo continuare
a essere credibili».
A questo riguardo, Ciolos
ha fatto un esplicito richiamo
alle differenze tra
gli importi liquidati agli
agricoltori che si registrano
all’interno degli Stati membri.
«Differenze che arrivano
anche a 600 euro a ettaro
per terreni con il medesimo
potenziale agronomico.
Questo scarto dovrà essere
significativamente ridotto».
Intanto, proseguono i lavori
in preparazione della
riunione straordinaria del
Consiglio europeo, in programma
il 22 e 23 novembre,
che dovrebbe aprire la
strada verso l’accordo finale
sul bilancio dell’Unione
per i prossimi sette anni.
Nell’ultimo documento
di negoziato, diffuso alla fine
di settembre, viene formalmente
indicata una riduzione
programmata degli
aiuti diretti rispetto alla spesa
di 281 miliardi di euro
messa, complessivamente,
in preventivo dalla Commissione.
«Il livello medio per
l’Unione europea dei pagamenti
diretti all’ettaro sarà
ridotto annualmente a partire
dal 2015 e sino al 2020»,
si legge al punto 52 del testo
predisposto dalla Presidenza
di turno cipriota del
Consiglio. La percentuale
del taglio non è stata precisata
in questa fase della trattativa.
Stando alle indiscrezioni
che circolano a Bruxelles,
e rilanciate dall’Associazione
dei produttori
francesi di grano (Agpb), i
governi di Francia e Germania
avrebbero raggiunto
una posizione comune che
prevede il taglio dei finanziamenti
per gli aiuti diretti
del sei per cento. E i conseguenti
risparmi sarebbero
assegnati al budget comunitario
per la ricerca.
C’è anche da rilevare
che la posizione espressa
da Ciolos al congresso del
Copa-Cogeca sulla necessità
di assicurare una solida
prospettiva finanziaria a tutti
e due i pilastri della Pac
non sembra condivisa dall’intero
Esecutivo di Bruxelles.
Infatti, il commissario al
Bilancio, Janusz Lewandowski,
ha di recente dichiarato
di vedere di buon
occhio la flessibilità tra le
spese per gli aiuti diretti e
quelle destinate ai programmi
per lo sviluppo rurale.
«Se la scelta politica della
Francia è di salvaguardare
gli aiuti diretti – ha puntualizzato
il commissario
europeo al Bilancio – potrà
farlo attingendo ai fondi
per il secondo pilastro».
Insomma, una modulazione
all’inverso rispetto a
quella sinora applicata sui
trasferimenti alle imprese,
per rimpinguare le dotazioni
del secondo pilastro.