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Più aiuti a progetti
possibilmente sempre
più mirati a promuovere
i prodotti agroalimentari
europei.
La Commissione europea
ha presentato le proposte
per la riforma della politica
di informazione e di
promozione dei prodotti
agricoli e alimentari europei,
che sarà lanciata con lo
slogan «Enjoy, it’s from Europe
» («Assaggia, viene dall’Europa
»).
Come sottolinea lo stesso
esecutivo Ue la nuova politica
potrà contare su una dotazione
di bilancio più che
raddoppiata (da 60 a 200
milioni) e, presto, anche sui
servizi di un’agenzia esecutiva
europea, prodromo nelle
intenzioni della Commissione
di una vera agenzia
unica europea per la promozione.
Grazie a queste novità,
la politica di promozione
sarebbe «destinata a diventare
un vero e proprio strumento
di conquista dei mercati
», sottolinea con enfasi
il comunicato ufficiale di
Bruxelles.
Vero obiettivo della riforma
è migliorare il sistema
di sostegno ai professionisti
del settore per rafforzare la
loro presenza sui mercati internazionali
e «far conoscere
ai consumatori tutte le attività
intraprese a favore della
qualità dei prodotti agroalimentari
nel quadro di una
vera strategia definita a livello
europeo».
Per il commissario Ue all’Agricoltura,
Dacian Ciolos,
«in un mondo in cui i
consumatori sono sempre
più sensibili alla sicurezza,
alla qualità e alla sostenibilità
dei modi di produzione
alimentare, gli agricoltori e
le piccole e medie imprese
hanno in mano una carta formidabile
da giocare. Il settore
agricolo e agroalimentare
europeo è rinomato per la
qualità dei suoi prodotti e il
rispetto di norme senza
eguali nel mondo. Con già
oltre 110 miliardi di euro di
esportazioni, questo settore
rappresenta una risorsa considerevole
per dinamizzare
la crescita e l’occupazione
nell’Unione europea». Le
proposte sono state presentate
dopo un lungo dibattito
avviato nel 2011 con la presentazione
di un «Libro verde
», seguito a sua volta da
una Comunicazione, e saranno
ora trasmesse all’Europarlamento
e al Consiglio
Ue. Gli elementi principali
della riforma si possono sintetizzare
come segue.
Innanzitutto un aumento
«significativo» degli aiuti
destinati alle azioni di informazione
e di promozione,
«allo scopo di rafforzare la
competitività dell’agricoltura
europea». I contributi europei
dovrebbero passare
progressivamente dai 61 milioni
del bilancio 2013 a
200 milioni nel 2020.
L’attuazione di una «strategia
europea di promozione
» che consentirà un orientamento
più mirato delle
azioni di promozione. Questa
strategia dovrebbe condurre,
secondo la Commissione,
«all’aumento dei programmi
destinati ai paesi terzi
e dei programmi multipli
(programmi presentati da organismi
di diversi Stati
membri) mediante un tasso
di cofinanziamento Ue più
elevato, che passa dal 50%
al 60% per queste due categorie;
sul mercato interno, a
migliorare lo scarso livello
di conoscenze dei consumatori
sui meriti dei prodotti
agricoli europei in generale
e dei prodotti riconosciuti
dai sistemi europei di qualità
in particolare».
Inoltre, la nuova strategia
Ue dovrebbe garantire
l’ampliamento del campo
di applicazione delle misure
con la possibilità regolamentata
di menzionare l’origine
e i marchi dei prodotti;
l’ingresso tra i beneficiari
delle organizzazioni dei produttori;
l’estensione dei prodotti
ammissibili, in particolare
ai prodotti agroalimentari
trasformati ammissibili
ai sistemi europei di qualità
(come, ad esempio, le paste
alimentari); una semplificazione
delle procedure amministrative
con una selezione
effettuata dalla Commissione
in una sola fase in luogo
delle due fasi attuali (Stato
membro più Commissione
europea) e, infine, una gestione
facilitata dei programmi
elaborati congiuntamente
da organismi di diversi
Stati membri, grazie a
uno sportello unico alla
Commissione.
A chi considera comunque
insufficienti i fondi destinati
alla nuova politica di
promozione il commissario
risponde che « se Parlamento
e Consiglio vogliono aumentarne
la dotazione devono
dirci dove prendere i soldi
». E aggiunge: «Spero
che, intanto, il settore sia in
grado di assorbire quelli
proposti».