PROPOSTE

    Proposta antideregulation commissione spaccata in due

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    Il dibattito europeo sulla
    gestione dei diritti di impianto
    si avvia alla sua
    conclusione. Il 21 settembre
    scorso si è tenuto a Palermo il
    penultimo incontro del Gruppo
    di Alto Livello, voluto dal Commissario
    Dacian Ciolos per
    analizzare le conseguenze della
    liberalizzazione del sistema.Per la prima volta dall’istituzione
    del Gruppo, in aprile, il confronto
    fra le parti ha registrato
    un’evoluzione importante. Dopo
    che i primi incontri erano
    serviti per le dichiarazioni iniziali,
    per lo studio a vari livelli
    del funzionamento del sistema
    e per l’analisi approfondita delle
    conseguenze della liberalizzazione,
    nell’incontro di Palermo,
    la Commissione e gli Stati
    Membri sono entrati nel dettaglio
    con proposte ben definite.

    Alcuni passi avanti sono stati
    fatti ma le posizioni delle parti
    sono ancora lontane dal convergere:
    la Commissione, da un
    lato, difende sostanzialmente
    la sua
    proposta iniziale e
    gli Stati Membri
    produttori di vino
    con i rappresentanti
    dei produttori, dall’altro,
    ribadiscono
    l’importanza di gestire
    il potenziale attraverso
    un sistema
    di diritti.

    Il Gruppo di Alto Livello
    è stato presieduto
    dal Direttore
    Generale della DG AGRI della
    Commissione Josè Manuel Silva
    Rodriguez
    (foto in basso) ed
    erano presenti, oltre agli alti
    funzionari della Dg Agri, i rappresentanti
    dei 27 Stati Membri
    e quelli delle organizzazioni
    europee Copa Cogeca, Efow Food,
    DrinkEurope e Celcaa.

    L’agenda dei lavori ha previsto
    la presentazione di 3 studi sulle
    conseguenze della liberalizzazione
    del regime dei diritti di
    impianto [1], i cui commenti
    hanno interessato il Gruppo per
    gran parte della mattinata, e
    l’illustrazione di due documenti
    operativi, uno da parte di alcuni
    Stati Membri ed uno da
    parte della Commissione.

    La piattaforma
    comune appoggiata
    da 11 Stati Membri

    Il rappresentante del Governo
    francese, Eric Allen, ha illustrato
    la proposta di piattaforma
    comune preparata da 11
    Stati Membri (Francia, Italia,
    Germania, Spagna, Portogallo,
    Ungheria, Slovenia, Repubblica
    Ceca, Austria, Grecia e Belgio)
    che era già stata ufficialmente
    consegnata alla Commissione
    il 18 settembre.

    I Paesi sottoscrittori si sono dichiarati
    favorevoli al mantenimento
    di un sistema di gestione
    dei diritti di impianto nell’Unione
    Europea. La loro proposta
    prevede il mantenimento del sistema
    di regolamentazione del
    potenziale produttivo basato
    sui diritti di impianto: i nuovi
    impianti o reimpianti dovrebbero
    essere regolati dagli Stati
    Membri sulla base di riserve nazionali
    (obbligatorie) e eventualmente
    su riserve regionali
    (opzionali). Il sistema sarebbe
    applicato a tutte le tipologie di
    vino senza distinzione fra DOP,
    IGP e vini senza indicazione geografica
    e, al fine di dare maggiore
    flessibilità al sistema, sono
    ipotizzati un limitato incremento
    di potenziale definito a
    livello europeo in funzione delle
    opportunità di mercato ed una
    riduzione della durata dei diritti
    di impianto non utilizzati e detenuti
    dai produttori. Rimane
    nella proposta degli Stati Membri
    la possibilità per gli stessi di
    determinare una propria organizzazione
    nazionale per la gestione
    dei diritti e delle riserve
    (per es. tramite le organizzazioni
    interprofessionali) ed il mantenimento
    delle esenzioni per
    quegli Stati che producono meno
    di 50.000 hl (regola del “De
    Minimis”).

    Gli elementi di
    riflessione della
    Commissione

    Per parte sua riconoscendo le
    critiche espresse da molti Stati
    Membri e dalle organizzazioni
    di produttori negli incontri precedenti,
    il Direttore Silva Rodriguez
    ha presentato quelli che
    ha definito semplici “elementi
    di riflessione” sul futuro sistema
    in vigore dopo il 2016. La proposta riprende principalmente
    le dichiarazioni di Ciolos
    del 9 settembre a Cipro già richiamate
    nei comunicati stampa
    della Commissione la settimana
    precedente.

    La Commissione ritiene che il
    ritorno verso una posizione conservatrice
    non sia più accettabile
    né sia possibile, dal punto
    di vista giuridico, prolungare
    indefinitamente un sistema
    che è nato come “temporaneo”.
    L’idea essenziale è che la
    gestione dei diritti dei vini DOP
    e IGP sia affidata alle organizzazioni
    professionali come le
    OP, le interprofessioni o simili
    (es. Consorzi di tutela).Tutte le
    decisioni prese dovranno essere
    approvate dalle autorità pubbliche
    (nazionali o regionali).
    La seconda riflessione riguarda
    una clausola di salvaguardia attivata
    dagli Stati Membri o dalla
    Commissione nel caso in cui ci
    sia una crescita smisurata di
    nuovi impianti dedicati alla
    produzione di vini senza indicazione
    geografica. Nel caso di
    sorpasso di una soglia prestabilita
    i nuovi impianti sarebbero
    congelati. A tal fine potrebbe
    essere stabilito un sistema di
    controlli e sanzioni a livello europeo
    implementato dagli Stati
    Membri in caso di infrazione. Il
    nuovo sistema di gestione del
    potenziale potrebbe essere integrato
    nel regolamento della
    PAC post 2013 e potrebbe essere
    attuato dal 2016 al 2019
    in conformità con l’attuale regolamentazione.

    La reazione
    alle proposte

    La maggior parte delle reazioni
    dei presenti è stata di appoggio
    alla proposta degli 11 Paesi
    produttori. Alcuni Stati Membri,
    Italia in testa, hanno evidenziato
    che le riflessioni della
    Commissione non riprendevano
    i risultati delle analisi e delle
    discussioni dei precedenti
    Gruppi di Alto Livello lasciando
    quanto meno perplessi i membri
    del Gruppo. Altri hanno criticato
    l’opzione della clausola
    di salvaguardia che sarebbe
    inefficiente se applicata solo in
    caso di superamento dei limiti
    di impianto.

    Le organizzazioni dei produttori
    Copa Cogeca ed Efow hanno sostenuto
    subito la proposta degli
    Stati Membri evidenziando al
    contempo le criticità delle riflessioni
    della Commissione. In
    particolare hanno espresso forte
    preoccupazione per la proposta
    di affidare la gestione dei
    diritti di impianto alle interprofessioni
    o organizzazioni di produttori.
    Appoggio alla proposta
    della Commissione, invece, è
    stata espressa dal Celcaa.
    Silva Rodriguez nella sua chiusura
    finale ha evidenziato l’assoluta
    necessità di giungere ad
    una soluzione che consenta di
    superare ed innovare il sistema
    attuale.

    Il quarto ed ultimo incontro del
    Gruppo di Alto Livello si terrà a
    Bruxelles il 23 novembre, in
    quell’occasione sarà presentata
    una relazione finale con i risultati
    dei lavori al Commissario
    Ciolos.

    La pressione delle organizzazioni
    europee dei produttori
    rende costante l’attenzione sull’argomento.
    Il Commissario ha
    più volte affrontato pubblicamente
    la questione dei diritti di
    impianto, l’ultima in ordine
    temporale a ottobre a Budapest
    per il congresso del Copa Cogeca
    (3 ottobre scorso). In questa
    occasione ha chiaramente
    escluso la liberalizzazione fra le
    opzioni considerate ma ha anche
    richiamato il ruolo forte
    delle organizzazioni professionali
    soprattutto per i vini senza
    indicazioni geografiche.

    Funzionari divisi
    su due fronti

    Sono in molti a pensare che i
    giochi si faranno proprio in questi
    giorni che precedono l’ultimo
    Gruppo di Alto Livello. Alcune
    indiscrezioni descrivono i
    funzionari della Commissione
    in realtà divisi su due fronti: alcuni
    apprezzano la proposta degli
    Stati Membri che considerano
    propositiva, altri, invece, vogliono
    cambiare
    definitivamente il sistema rafforzando
    le interprofessioni.
    Resta da vedere quale parte
    riuscirà a prevalere e se si giungerà,
    grazie ad un ulteriore passo
    avanti della Commissione,
    ad una soluzione condivisibile
    oppure se la definizione del
    nuovo sistema di gestione sarà
    rimandata alla decisione politica.

    Note [1] >>« Etude sur les impacts
    socioèconomiques
    et
    territoriaux de la liberalisation
    de drotis de plantations viticoles”
    del Moisa di Montpellier
    commissionato dall’Arev (Associazioni
    delle regioni vitivinicole
    Europee) e presentato dal
    Prof. Etienne Montaigne;

    >>“The liberalisation of planting
    rights in the EU wine
    sector” dell’Inea commissionato
    dalla Comagri del Parlamento
    Europeo e presentato dalla
    Dott.ssa Roberta Sardone;
    >>“Regional effects of the end
    of the planting rights regime”
    della DG AGRI presentato dal
    Capo Unità Jeus Zorrillas.

    Proposta antideregulation commissione spaccata in due
    - Ultima modifica: 2012-12-18T14:50:45+01:00
    da Redazione Terra e Vita
    Proposta antideregulation commissione spaccata in due - Ultima modifica: 2012-12-18T14:50:45+01:00 da Redazione Terra e Vita

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