Sulla base dei dati Istat sul commercio estero diffusi oggi (15 febbraio) l'export agroalimentare made in Italy ha concluso il 2017 con il record di 41 miliardi di euro (+7% rispetto al 2016), registrando nel mese di dicembre 3,4 miliardi di euro (+2% rispetto a dicembre 2016). In particolare, aumentano le esportazioni verso la Russia (+24%), la Cina (+14,8%) e Francia (+8%).
«Oltre 41 miliardi di euro di export agroalimentare. Mai prima d’ora – afferma il ministro Maurizio Martina - l’Italia aveva ottenuto un risultato così. Merito delle nostre aziende, piccole, medie e grandi che hanno saputo guardare al mondo, hanno saputo portare il made in Italy fuori dai nostri confini.
Siamo stati al loro fianco in questi anni. Con il palcoscenico straordinario di Expo, con il piano internazionalizzazione voluto dal Governo, con il marchio unico per l’agroalimentare italiano che ora ci caratterizza in tutte le più importanti fiere mondiali. Con un lavoro diplomatico che ci ha portato a riaprire tanti mercati che prima erano preclusi alle esportazioni italiane, come succedeva con i salumi negli Stati Uniti o con la carne di maiale in Cina.
Opportunità nuove che vanno a tutto vantaggio di agricoltori, allevatori, produttori. Che sono la spina dorsale dell’economia dei nostri territori, che sono i protagonisti del rilancio produttivo e occupazionale che viviamo. Sono il nostro patrimonio e dobbiamo difenderli fino in fondo. Anche valorizzando di più e meglio l’origine sulle etichette, come abbiamo fatto per formaggi, pasta, riso, derivati del pomodoro.
Sono convinto che questa scelta sia una delle frontiere più avanzate di una concezione politico culturale che cerca di interpretare nuove vie di protezione nella globalizzazione. Il made in Italy – conclude Martina - si protegge davvero portando a 50 miliardi le esportazioni entro il 2020, non con dazi e barriere da propaganda elettorale».
FOCUS SUI MERCATI INTERNAZIONALI RIAPERTI DAL 2014 A OGGI
Dal 2014 a oggi sono molti i mercati riaperti grazie al lavoro diplomatico del Mipaaf con i Ministeri della Salute e dello Sviluppo economico che ha portato alla rimozione di barriere non tariffarie sui prodotti agroalimentari made in Italy:
- negli Stati Uniti d’America dal 2015 è stata aperta l’importazione ai salumi italiani e all’export di pere e mele,
- in Cina è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane che teneva fermo quel mercato dal 1999. Ok dalle autorità cinesi anche alle esportazioni di agrumi e kiwi dall’Italia,
- in Giappone si è ottenuto il via libera a importazioni carni bovine, dopo uno stop che durava dal 2001 a seguito dell’epidemia di Bse. Via libera anche ad Arance Tarocco, Moro e Sanguinello,
- i kiwi italiani si possono esportare oggi anche in Corea del Sud, Cile e Canada. Proprio le istituzioni canadesi hanno dato l’autorizzazione all’ingresso di uva da tavola e susine.
- con Marocco e Algeria sono stati risolti i problemi che bloccavano i vivaisti italiani nella vendita di materiale di moltiplicazione di vite e fruttiferi.