Cgs sementi e Pastificio agricolo Mancini spingono la filiera grano duro – pasta

    La nuova varietà Nonno Mariano sulle colline marchigiane
    Presentata la nuova varietà di grano duro Nonno Mariano sviluppata sulle colline marchigiane e nata dalla collaborazione fra società sementiera e pastificio

    Dalla spiga allo spaghetto nel nome della della qualità. Nel vero senso della parola. Dalle parcelle per lo sviluppo delle varietà di grano duro in primis, e cereali, allargando la visione. Al piatto di pasta servito all’interno del pastificio agricolo immerso fra le colline marchigiane, nel triangolo Fermo-Macerata-Tolentino.

    Un percorso virtuoso a sostegno della filiera grano duro, proposto congiuntamente da due realtà legate strettamente al territorio. E, in modo diverso ma con l’analogia di una passione quasi viscerale, all’agricoltura: Cgs sementi – sede ad Acquasparta (Tr) e laboratorio a cielo aperto di ricerca e sviluppo a Urbisaglia (Mc) - per la parte sementiera; Mancini Pastificio Agricolo di Monte San Pietrangeli (Fm) per la trasformazione in pasta.

    Sintesi dell'articolo in uscita su  Terra e Vita 21

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    Creazione del valore

    Aziende che, a più riprese, hanno ribadito i loro credo congiunti: vocazione imprenditoriale, orientamento a migliorare la produzione agricola, auspicio di creare valore nella filiera agricola e agro-alimentare.

    E che ora lanciano sul mercato una nuova varietà di grano duro Nonno Mariano, dedicata non a caso al nonno del titolare del pastificio Massimo Mancini e frutto di un nuovo modello di organizzazione della produzione agricola, finalizzato all’ottenimento di varietà mirate e adatte specificatamente alla pastificazione, nel caso in essere dell’azienda agricola Mancini, che alimenta a sua volta l’impianto di trasformazione.

    Andiamo con ordine.

    Il campo

    «Per creare una nuova varietà ci vogliono anni – sottolinea Oriana Porfiri, responsabile ricerca e sviluppo di Cgs sementi –, una grande passione, capacità e anche un po’ di fortuna. Nel caso di Nonno Mariano, varietà messa a punto su misura nel solco di Nazareno

    Oriana Porfiri

    Strampelli con metodi tradizionali, pensiamo di essere riusciti a concentrare ottime caratteristiche agronomiche e qualitative. Crediamo sia la varietà più equilibrata di Cgs per l’alta qualità. Nonno Mariano è già stata iscritta al Registro Nazionale (2018, ndr) e ora inizia il percorso di crescita sul mercato e, per quanto ci riguarda nel campo della ricerca, di mantenimento delle caratteristiche varietali».

    «Indicativamente – rimarca Fabio Fuselli, amministratore delegato e responsabile commerciale di Cgs sementi – sono una ventina gli ettari a seme disponibili, con una disponibilità di circa 80 t di seme. Ciò si traduce in un

    Fabio Fuselli

    potenziale attorno ai 350-400 ettari seminati nella prossima campagna. Con il materiale che sta emergendo ci sono tutte le condizioni per avere nell’arco di tre anni una varietà leader sul mercato nazionale. Poiché lo stesso Mancini non ha interesse a creare esclusive: se una varietà è buona, l’auspicio è che si diffonda il più possibile».

    Medio-tardiva di qualità

    «Cgs – riprende Porfiri – ha esperienza e una storia di sviluppo varietale significativa come nel caso di Iride e Antalis, oggi prima varietà di grano duro per diffusione. E ci sono tutte le condizioni per ripetere questo percorso. Nonno Mariano è una varietà medio-tardiva, da seminare in maniera rada poiché ha un’ottima capacità di accestimento, un basso peso di mille semi (40 g, ndr), senza resistenze particolari alle malattie, ma con una notevole tolleranza a quasi tutti gli attacchi fungini. E, soprattutto, con caratteristiche qualitative rilevanti: ottimo indice di glutine e contenuto proteico elevato. Non dimentichiamoci che sul fronte proteine la nostra asticella è posizionata in alto, sopra al 14%».

    Secondo passaggio. Il pastificio agricolo.

    Il pastificio

    «Non è pensabile veder proporre al consumatore tre chilogrammi di pasta a 2,9 euro, meno di euro al chilo, qualcosa come 7 centesimi per un piatto di pasta. Diventa offensivo per un

    Il Pastificio agricolo Mancini

    cerealicoltore, che su questa base non potrà mai valorizzare il proprio prodotto». Massimo Mancini, titolare del Pastificio agricolo omonimo parte da questo ragionamento per spiegare la propria antitetica filosofia. «Sono partito con 60 ettari a grano duro e mi sono subito reso conto che non si poteva fare margine solo coltivando e vendendo la granella. La svolta, all’inizio da molti osteggiata, è stata quella di trasformare il proprio grano duro e arrivare fino alla chiusura del ciclo con la costruzione al centro dell’area di coltivazione del pastificio agricolo. Siamo partiti con qualche decina di ettari per avere oggi il controllo di quasi 600 ettari e pensare ai 700 ettari nella prossima campagna. Tutti presi in affitto e gestiti nell’arco di pochi chilometri dal pastificio: prima erano una decina, attualmente arriviamo a 26 km di distanza massima».

    Produzione in loco

    Massimo Mancini

    L’esordio è stato complesso poiché l’investimento per il pastificio è stato di 1,4 milioni di euro, sono in una parte finanziati dal Psr marchigiano «comunque – sottolinea Mancini – di grande aiuto».

    «In una decina d’anni – continua Mancini – siamo passati da alcune decine di migliaia di euro all’attuale fatturato di quasi 4 milioni di euro del pastificio, con una tendenza di crescita del 25-30% annuo. Ma la cosa che mi soddisfa di più è la creazione di valore per i terreni agricoli marchigiani limitrofi. Che visto il potenziale devono continuare a produrre un grano duro di qualità ed essere remunerati adeguatamente».

    «Con la crescita dei quantitativi lavorativi dal pastificio – prosegue Mancini – dovremmo pensare a un allargamento del bacino di approvvigionamento, anche perché ho l’ambizione di pensare al nostro come a un marchio internazionale per il grano duro del territorio da proporre in quegli ambiti – per citare alcuni, Tokyo o Londra – che percepiscono il livello elevato di qualità».

    Una nuova miscela

    Paolo Mucci

    «Ma anche aumentando i volumi d grano e di semola – conclude Mancini – rimarrà lo stretto legame con il territorio, che si esplicita nella coltivazione di un mix di tre varietà vocate, Maestà, Nazareno e Levante, indicativamente in quantitativi analoghi».

    «Con l’entrata in rotazione di Nonno Mariano – fa eco a Mancini, Paolo Mucci, l’agronomo aziendale – contiamo di sostituire progressivamente Levante, per avere un nuovo blend, nei raccolti 2021, fatto da 1/3 di Maestà, 1/3 di Nazareno e 1/3 di Nonno Mariano».

    Cgs sementi e Pastificio agricolo Mancini spingono la filiera grano duro – pasta - Ultima modifica: 2019-06-26T12:12:37+02:00 da Gianni Gnudi

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