«No al tetto agli aiuti, discrimina solo le aziende agricole più grandi e soprattutto le aziende agromeccaniche più innovative e che investono».
Forte la presa di posizione di Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai, Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, nel corso dell’assemblea annuale appena conclusa a Villa Maschio di Villafranca Padovana.
I contoterzisti italiani bocciano così ancora una volta la proposta del "capping" contenuta nella bozza predisposta dal Commissario Phil Hogan per la nuova Pac 2021-27 e chiesto ancora una volta a gran voce di rispettare il diritto di essere considerati anche formalmente parte integrante del processo produttivo agricolo.
Un percorso di crescita condiviso
«Dove vuole andare la filiera agricola? Di quali tecnologie ha bisogno? Come intende declinare la sostenibilità? Se vogliamo migliorare la competitività delle imprese agricole, migliorare il reddito delle aziende, offrire la tracciabilità e quelle garanzie che il consumatore richiede, è necessario che le imprese agricole e agromeccaniche condividano un percorso e che il contoterzismo, comparto in crescita all’interno del settore primario, trovi quello spazio che merita anche all’interno dell’agenda politica nazionale ed europea».
Cai è un sindacato forte, che associa 18mila imprese agromeccaniche, che lavorano più di 6,5 milioni di ettari in Italia e si occupano delle operazioni di raccolta dal campo dell’80% delle colture Made in Italy. Per questo il presidente Dalla Bernardina invita le istituzioni e i rappresentanti del mondo agricolo presenti a Villa Maschio, sede di rappresentanza della multinazionale della meccanica agricola Maschio Gaspardo – a condividere con la Confederazione un percorso di crescita culturale, prima ancora che economica o ambientale.
Atterraggio nel settore primario
«Nel rispetto della centralità della produzione primaria - prosegue il presidente di Cai-, l’impresa agromeccanica non è esterna al processo produttivo, ma deve esserne considerata come parte integrante. Vogliamo solo, in questo contesto, pari dignità rispetto all’agricoltore. Vogliamo essere considerati, noi stessi, come agricoltori; siamo disposti ad accettare qualche diversità sul piano normativo, ma siamo e vogliamo essere compresi nella nozione di agricoltore».
Serve, inoltre, per Dalla Bernardina, «una visione strategica comune per un’agricoltura proiettata al 2050, dove la figura dell’agromeccanico professionale non sia al di fuori dell’agricoltura, ma ne faccia parte anche a livello normativo».
«Collaboreremo insieme – assicura Albano Agabiti di Coldiretti - perchè il contoterzismo sia considerato a pieno titolo parte fondamentale dell'agricoltura. Magari studiando insieme definizioni e formule di atterraggio diverso, ma crediamo che la strada sia quella. Non si capisce perché ci rientra nella filiera l’agroindustria e non gli agromeccanici».
Temi che, secondo il sindacato degli agromeccanici, in rappresentanza di un settore che sviluppa un giro d’affari pari a 3,7 miliardi di euro, secondo le elaborazioni del Crea-Mipaaf, devono essere affrontati non soltanto in Italia, ma anche a livello comunitario, a partire dalla prossima riforma della Politica agricola comune, il cui dibattito è già iniziato e sul quale il Ceettar (i contoterzisti europei, che hanno tenuto il congresso annuale giovedì e ieri alla Maschio Gaspardo) elaborerà un documento ufficiale.
Il peso della Brexit
Certo il taglio dei fondi comunitari, anche per effetto della Brexit, è quasi scontato. «La proposta avanzata dalla Commissione potrebbe valere, a conti fatti, un taglio del 15% rispetto al budget previsto per il periodo 2014-2020 – ipotizza Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica agraria all’Università di Perugia e storico autore di Terra e Vita-. Forse potremmo contenere la riduzione, ma non è una questione di risorse, tenuto conto che alcune regioni italiane hanno difficoltà ad allocarle tutte. Inoltre, la Pac incide per il 28% del reddito nelle aziende agricole italiane, in Francia per il 40%, in Germania per il 42%, in Slovacchia per il 91 per cento. I tagli della Pac impensieriscono più altre agricolture».
Trampolino fondamentale per l'agricoltura smart
Il contoterzismo agricolo sarà comunque un anello fondamentale per l’agricoltura “smart”, che innova e che investe in tecnologia, ottenendo magari contributi pubblici operando in rete all’interno di filiere strutturate.
Una posizione condivisa anche dall’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan. «Parte delle risorse del Psr potrebbe essere adoperata per voi agromeccanici, perché siete quelli che innovano di più dal punto di vista della meccanizzazione e la misura 16, dedicata alla cooperazione e alle filiere, è una via molto intelligente per innovare», afferma Pan, che insieme al ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio si adopererà per evitare tagli alla Pac.
«Il sistema veneto funziona bene – spiega – e non accetteremo nessuna forma di centralizzazione dei Programmi di sviluppo rurale. Qualora vi fosse una spinta a centralizzare, faremmo le barricate».