L’olivo non sfugge al marciume apicale dei frutti

imbrunimento apicale
Imbrunimento apicale delle olive
L’imbrunimento apicale delle drupe può comportare significative perdite di produzione, soprattutto su giovani alberi vigorosi e con pochi frutti. Oltre alla suscettibilità varietale, molti altri fattori possono favorire l’insorgenza della fisiopatia. Ecco quali

L’imbrunimento apicale delle olive si manifesta normalmente a inizio maturazione con una colorazione leggermente grigiastra della porzione apicale, poi la necrosi si estende rapidamente a tutta la polpa. L’oliva assume quindi un colore brunastro, secca e generalmente finisce per cadere. Negli ultimi anni il fenomeno è apparso in oliveti della cultivar Coratina in alcuni areali pugliesi, ma risulta già ampiamente descritto anche in altri Paesi olivicoli. L’imbrunimento può comportare significative perdite di produzione, che possono interessare più della metà del raccolto, soprattutto su giovani alberi vigorosi e con pochi frutti. Le olive di grosso calibro sono più suscettibili all’imbrunimento. Il danno sembra essere più marcato durante gli autunni miti e umidi. Le olive interessate al fenomeno danno olio di scarsa qualità: bassa intensità aromatica, amaro poco marcato, scarsa conservabilità.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Aspetti fisiopatologici

I ricercatori dall’Afidol (Association Francaise Interprofesionnelle de l’olive) hanno verificato sulle olive interessate dalla fisiopatia un disequlibrio nel rapporto N/Ca, con eccesso di azoto e carenza di calcio. Questo squilibrio è maggiormente evidente su piante scarsamente produttive e in frutti di pezzatura medio-grossa.

L’elemento calcio è principalmente accumulato nelle olive nel corso della fase di divisione cellulare e si ha un rallentamento nell’approvvigionamento verso i frutti nell’arco di circa 45 giorni dopo l’allegagione. Una sua carenza interrompe la formazione della parete cellulare secondaria e diminuisce notevolmente il livello di pectati di calcio responsabili della rigidità parietale. Si originano così fenomeni di vitrescenza e apoptosi e la drupa risulta anche maggiormente sensibile ad attacchi di patogeni. I frutti correttamente alimentati in calcio manifestano, in genere, minori danni.

Nel caso di forte crescita vegetativa, il calcio viene prioritariamente mobilizzato verso i germogli e in misura minore verso i frutti. Inoltre, una volta “fissato” nelle foglie viene difficilmente ridistribuito verso questi ultimi. Ciò spiega, in parte, la predisposizione alla fisiopatia degli alberi con forte vigore e con bassa carica produttiva. Una volta terminata la divisione cellulare si assiste a una forte diminuzione della nutrizione in calcio dei frutti.

Fattori favorevoli

Oltre alla suscettibilità varietale, molti altri fattori possono favorire l’insorgenza dell'imbrunimento apicale delle olive. Gli oliveti potati severamente durante l’anno sembrano particolarmente soggetti all’imbrunimento apicale delle drupe: questi alberi presentano un marcato squilibrio verso la crescita dei germogli a discapito dell’allegagione. L’entità del fenomeno tende a diminuire quando gli ulivi raggiungono lo stadio adulto.

Le concimazioni sbilanciate, soprattutto quelle azotate, favoriscono la crescita vegetativa e ciò rende l’olivo più suscettibile all’imbrunimento. L’eccesso di ammonio, potassio e magnesio limita l’assorbimento del calcio dal terreno a causa degli antagonismi che si instaurano tra questi elementi. L’irrigazione favorisce la crescita eccessiva dei rami e germogli durante l’estate; inoltre, stimola l’accrescimento delle drupe e, quindi, induce una “diluizione” del calcio. Il ristagno idrico nei terreni favorisce la fisiopatia, probabilmente perché l’acqua promuove un maggior assorbimento del potassio a discapito del calcio, stimola la crescita vegetativa dei germogli e induce uno stato di eccessiva turgescenza vacuolare.

Un combinazione di temperature miti, elevata umidità nel frutteto, rugiada mattutina, pioggia, nebbia, terreno poco drenante e scarsa ventilazione rafforza l’intensità dell’imbrunimento e favorisce ulteriormente la contaminazione delle drupe da parte di patogeni opportunisti.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Misure di prevenzione

Alcune misure agronomiche possono limitare i danni:

  1. praticare una regolare potatura annuale in modo da non provocare eccessiva vigoria delle piante;
  2. limitare le concimazioni azotate, in particolare quelle in forma ammoniacale;
  3. migliorare la crescita delle radici, mediante corrette pratiche agronomiche, per facilitare l’assorbimento del calcio;
  4. garantire un buon apporto di boro al fine di rafforzare le membrane cellulari dell’oliva;
  5. limitare gli antagonismi con il calcio nel terreno da metà maggio a fine luglio, sia aggiungendo calcio al terreno (solo in caso di carenza), sia riducendo gli apporti di potassio, magnesio e azoto in forma ammoniacale in primavera, oppure posticipando le aggiunte di potassio e magnesio in autunno;
  6. adattare le pratiche irrigue innaffiando, se necessario, in primavera per favorire la formazione dei fiori e l’allegagione, e moderando l’apporto idrico dopo l’allegagione ecc.

I trattamenti fogliari a base di calcio non sembrano sortire risultati positivi.

L’olivo non sfugge al marciume apicale dei frutti - Ultima modifica: 2023-11-01T10:11:41+01:00 da K4

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