Nutriscore, anche la Francia lo boccia

nutriscore
Il Paese che finora più di tutti ha promosso l'etichetta a semaforo ha deciso di rivedere l'algoritmo che stabilisce i colori da assegnare ai cibi per concedere maggior valore ai grassi "buoni" e agli alimenti ricchi di fibre

Il Nutriscore, il controverso sistema di etichettatura nutrizionale basato su un algoritmo a colori, subisce una revisione profonda proprio nel Paese che lo ha ideato. La Francia ha infatti aggiornato il calcolo del Nutriscore con un decreto, ammettendo implicitamente la necessità di correggere un sistema che, sin dalla sua introduzione nel 2017, ha suscitato forti polemiche. L’Italia, tra i principali oppositori di questo metodo di classificazione, vede oggi riconosciute molte delle critiche mosse nel tempo: il Nutriscore non fornisce un’informazione neutrale, ma influenza le scelte dei consumatori penalizzando prodotti tipici di alta qualità.

Un cambio di rotta inatteso

Per otto anni, la Francia ha difeso il Nutri-Score come strumento per combattere l’obesità e favorire scelte alimentari più salutari. Tuttavia, la settimana scorsa il governo transalpino ha fatto un passo indietro, riconoscendo che il sistema «non è perfetto» e che «necessita di aggiustamenti per evitare di danneggiare prodotti di qualità legati alla tradizione gastronomica francese».

A dichiararlo è stata la ministra dell’Agricoltura Annie Genevard, sottolineando che troppi prodotti locali, persino quelli con marchi di qualità riconosciuti, sono stati «ingiustamente penalizzati» dal Nutriscore. Un’affermazione che, fino a poco tempo fa, sarebbe stata considerata un cavallo di battaglia del solo governo italiano.

Il Nutriscore condiziona i consumatori

Da sempre l’Italia si è battuta contro il Nutriscore, considerandolo un sistema fuorviante. La principale critica riguarda l’uso di una scala cromatica che assegna un giudizio immediato ai prodotti senza fornire una reale informazione nutrizionale contestualizzata. Infatti, il calcolo si basa su 100 grammi di prodotto, senza considerare le quantità effettivamente consumate e il contesto della dieta mediterranea.

Questa impostazione ha portato a paradossi evidenti: alcuni cibi tradizionali come il Parmigiano Reggiano o il prosciutto crudo, ricchi di nutrienti benefici, hanno ottenuto punteggi negativi, mentre prodotti ultra-processati con dolcificanti artificiali risultavano favoriti dal sistema.

L’Italia ha guidato un fronte di Paesi contrari al Nutriscore, tra cui Repubblica Ceca, Lituania, Ungheria, Grecia e Romania. Anche Svezia e Danimarca hanno preferito mantenere il proprio sistema volontario Keyhole, mentre il Portogallo, dopo un’iniziale adesione al Nutri-Score, ha fatto marcia indietro in pochi mesi.

Il nuovo algoritmo: meno rigido sui grassi, più severo sugli ultra-processati

Il Nutriscore aggiornato cambia il metodo di calcolo per correggere alcune distorsioni evidenziate dagli esperti e dai governi contrari. La revisione introduce diversi miglioramenti:

  • Maggiore indulgenza verso alcuni grassi, soprattutto quelli ricchi di Omega 3 e gli oli vegetali con meno grassi saturi, come l’olio d’oliva.
  • Maggiore severità nei confronti dei prodotti ultra-processati, in particolare quelli con eccessivo contenuto di zuccheri;
  • Migliore distinzione tra prodotti integrali e raffinati, valorizzando i primi per il loro maggiore apporto di fibre;
  • Nuova classificazione per le bevande, considerando non solo il contenuto di zuccheri, ma anche la presenza di dolcificanti per evitare effetti distorsivi.

Questi aggiornamenti rispondono alle richieste di una revisione più equilibrata del sistema, anche se permangono critiche sull’efficacia dell’etichettatura rispetto a un’informazione più chiara e contestualizzata sul consumo degli alimenti.

Futuro incerto per l’etichettatura nutrizionale in Europa

Il Nutriscore avrebbe dovuto diventare il modello di riferimento per un sistema di etichettatura obbligatorio a livello Ue. Tuttavia, il progetto della Commissione europea è stato sospeso nel 2022 a causa delle forti opposizioni, in primis dall’Italia e da altri paesi preoccupati per l’impatto negativo sul proprio patrimonio agroalimentare.

Nel frattempo, l’incertezza politica in Francia e le divisioni interne al governo hanno rallentato l’adozione delle nuove linee guida, lasciando spazio a un dibattito sempre più acceso tra sostenitori e detrattori. Alcuni colossi dell’industria alimentare, come Danone, hanno persino deciso di rimuovere il Nutriscore da alcuni prodotti, segno che il sistema, una volta dato per scontato, non è più considerato un punto di riferimento certo.

Planet-Score: l’alternativa “verde” guadagna terreno

Mentre il Nutriscore si trova in una fase di ripensamento, un altro sistema di etichettatura sta guadagnando popolarità: il Planet-Score. Questo nuovo approccio, già adottato da oltre 300 marchi in 12 paesi europei, non si limita a valutare l’aspetto nutrizionale, ma integra anche parametri ambientali. Attraverso 25 indicatori, Planet-Score analizza impatti legati a produzione, trasporto, biodiversità, uso di pesticidi e impronta climatica, fornendo un quadro più ampio e trasparente del valore ambientale dei prodotti.

Se il Nutriscore è stato criticato per essere un sistema riduttivo e potenzialmente fuorviante, Planet-Score si presenta come un metodo più completo e dettagliato, capace di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori sempre più attenti alla sostenibilità.

Verso una nuova strategia di etichettatura alimentare?

Il dibattito sull’etichettatura alimentare in Europa è tutt’altro che chiuso. La revisione del Nutriscore segna un’importante ammissione di errore da parte della Francia e dimostra che le preoccupazioni sollevate dall’Italia erano fondate. Tuttavia, il percorso verso un modello condiviso rimane incerto.

L’industria agroalimentare e i consumatori chiedono strumenti trasparenti, scientificamente solidi e realmente utili per orientare le scelte alimentari senza penalizzare ingiustamente prodotti di qualità. Il futuro dell’etichettatura nutrizionale europea potrebbe passare attraverso un nuovo equilibrio tra informazione nutrizionale, valorizzazione dei prodotti tradizionali e impatti ambientali. Resta da vedere quale direzione prenderà la Commissione europea nei prossimi anni. Di certo, l’idea che il Nutriscore potesse diventare lo standard unico e indiscusso dell’Ue è ormai tramontata.

Nutriscore, anche la Francia lo boccia - Ultima modifica: 2025-03-29T15:15:16+01:00 da Simone Martarello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome