Oli bianchi importanti nella difesa dei fruttiferi

L’olio minerale viene impiegato per il controllo delle infestazioni afidiche
Oltre ai tradizionali trattamenti invernali ovicidi, gli oli paraffinici “estivi” possono essere utilmente impiegati anche in altri periodi per il contenimento di acari tetranichidi, cocciniglie, afidi, psille, aleurodidi e tripidi, uova di lepidotteri

La produzione di molecole sempre più specifiche nei meccanismi di azione ha permesso un minor impatto su organismi non bersaglio ma ha decretato, da subito, la breve vita di questi “nuovi” formulati. Se in passato la durata/ efficacia di un sostanza attiva poteva essere anche di decenni, oggi è di appena qualche anno. Tutto ciò ha creato non pochi problemi all’agricoltore e alle stesse industrie chimiche, sempre più “affannate” nella ricerca di nuove miscele “anti-resistenza” e/o di molecole con meccanismi di azione totalmente nuovi. Purtroppo, la strada non è così semplice e comporta investimenti lunghi e impegnativi dal punto di vista finanziario, difficilmente compatibili con le aspettative di una azienda che deve investire grandi capitali. Il ritorno a vecchie molecole, come gli oli bianchi, con una visione innovativa delle formulazioni, delle applicazioni e degli aspetti tossicologici, potrà sicuramente migliorare la gestione fitosanitaria delle colture agrarie.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Gli oli bianchi

Gli oli minerali sono impiegati in agricoltura da oltre un secolo per la loro prevalente azione insetticida, attività acaricida, anticrittogamica, bagnante adesivante, coadiuvante e diserbante. Il miglioramento delle tecniche di distillazione del petrolio ha portato alla sintesi degli oli paraffinici, meglio conosciuti come “a stretto intervallo di distillazione”, e ha risvegliato l’interesse per questi formulati nel settore della difesa fitosanitaria ecocompatibile.

Questa categoria di prodotti ha una minore presenza di composti fitotossici, pur mantenendo una buona attività insetticida. Agiscono prevalentemente per contatto e asfissia occludendo gli spiracoli tracheali degli insetti. Tuttavia, sono stati proposti anche “nuovi” meccanismi alla base della loro attività: effetto knock-down (abbattente) per soffocamento; alterazione del colore, della permeabilità e disidratazione della cuticola; azione repellente sull’alimentazione (anti-feeding) e sulla deposizione delle uova; interferenza sul sistema nervoso ecc. Sulle uova gli oli possono ostacolare meccanicamente il normale scambio di gas e acqua con l’ambiente esterno, oltre ad avere una potenziale attività ormonale o enzimatica all’interno dell’uovo che ne impedisce la schiusura.

Applicarli bene

La scelta di un buon olio è fondamentale per avere efficacia e ridotti rischi di fitotossicità. Alcuni parametri fisico-chimici da valutare sono: il punto medio di distillazione, l’intervallo di distillazione, la densità, la tensione di vapore, il peso molecolare, la viscosità e il residuo di insulfonabilità. Aumentando il residuo insulfonabile diminuisce la fitotossicità ma anche il potere insetticida dell’olio.

Oltre ai tradizionali trattamenti invernali ovicidi, gli oli paraffinici “estivi” possono essere utilmente impiegati anche in altri periodi per il contenimento di acari tetranichidi, cocciniglie, afidi, psille, aleurodidi e tripidi, uova di lepidotteri ecc. In abbinamento con altri prodotti specifici possono essere utilizzati per il contenimento di alcuni funghi, quali oidi, cancri rameali, monilie e fumaggini.

Grazie alla loro attività multisito hanno ridotto rischio di indurre resistenza; inoltre, la brevità dell’azione residuale rappresenta un vantaggio nei riguardi degli ausiliari.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Aspetti di ecotossicologia

Secondo l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Epa) questi oli presentano un basso grado di tossicità acuta e solo una leggera irritazione oculare sulla base di esperimenti condotti su ratti e conigli. Inoltre, non è stata segnalata alcuna tossicità subcronica e cronica e, quindi, è stato dichiarato che gli oli sono praticamente non tossici per via orale o cutanea. È stata segnalata una tossicità limitata che causa effetti irritanti per via inalatoria, ma ciò a causa delle proprietà fisiche degli oli piuttosto che della loro composizione chimica.

La valutazione della tossicità ecologica non ha indicato effetti tossici su mammiferi e uccelli, ma l’applicazione diretta sulle uova di uccelli può comprometterne la schiusa. I test di tossicità da contatto hanno suggerito che i composti sono praticamente sicuri per le api mellifere. La valutazione del destino ambientale ha indicato che gli oli di petrolio presentano una migrazione molto scarsa e un basso potenziale di volatilità a causa delle loro proprietà fisiche (basse pressioni di vapore, solubilità molto bassa in acqua, alti coefficienti di ripartizione ottanolo-acqua e alto assorbimento della materia organica).

Anche l’Ente europeo per la sicurezza alimentare (Efsa) ha confermato la bassa tossicità degli oli paraffinici, sia nei riguardi dell’uomo che dell’ambiente.

Oli bianchi importanti nella difesa dei fruttiferi - Ultima modifica: 2024-02-22T15:20:25+01:00 da K4

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