D: Si parla molto della siccità in USA e di possibile ripresa dei prezzi del grano. Anche per le nostre piazze?
R: innanzitutto va chiarito che il fenomeno siccità in USA interessa al momento solo le aree del Centro seminate a cereali vernini; nelle “pianure” c’è una lieve siccità ma al momento non preoccupante per le imminenti semine di grani e altre colture primaverili. I riflessi sulle quotazioni internazionali di quanto accade in USA (ma anche in Argentina) sono attenuati dalla concomitante ampia offerta dalla regione del Mar Nero e pertanto si potranno avere momenti di tensione e volatilità, ma non è all’orizzonte una costante ripresa delle quotazioni. Sulle nostre piazze si vivrà quanto appena detto in forma aggregata con qualche miglioramento dei prezzi se il gap produttivo delle Americhe darà più occasioni di export all’Europa (Francia in primis) e alla Russia; questo per i grani teneri panificabili. Se guardiamo ai grani di forza e ai grani duri, la situazione è decisamente meno a rischio, con, al momento, pochi timori climatici e la certezza di un volume di cereali di riporto in USA e Canada che potranno fornire all’Europa e all’Italia adeguati volumi sia a colmare il deficit quantitativo strutturale che ogni eventuale carenza di qualità, essenzialmente tenore proteico.