La terra si sta scaldando sempre di più e non si può più stare fermi a guardare, anche l’agricoltura può fare la sua parte. Questo il messaggio lanciato all’incontro “Biogas Italy, Change Climate. Agroecologia e gas rinnovabile: tracciamo insieme la via” organizzato dal Cib-Consorzio Italiano Biogas il 28 febbraio e 1 marzo scorso a Milano.
A parlare a una platea di agricoltori e stakeholder del settore delle bioenergie sono stati esperti e rappresentanti del comparto, tra questi: il Nobel Rattan Lal, professore della Ohio State University, Vannia Gava, sottosegretario di Stato al ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Piero Gattoni, presidente del Cib, il ministro Gian Marco Centinaio, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.
«Anche il settore agricolo, considerato responsabile delle emissioni globali di gas serra per il 10-14% – spiega Piero Gattoni -, può dare il suo contributo puntando all’innovazione e attuando nuove soluzioni che riducano l’impatto ambientale. La produzione di energia pulita in azienda attraverso impianti di biogas e biometano può contribuire a rendere il settore meno impattante. Tuttavia la l’uso di biodigestori non contribuisce solo a risolvere il problema delle emissioni in atmosfera – continua il presidente del Cib – ma anche ad appianare altri due problemi: l’impoverimento dei suoli e l’aumento del fabbisogno alimentare della popolazione. Noi del Cib, con il modello Biogasfattobene che indica la via per una transizione da diversi tipi di agricoltura – convenzionale, biologica, conservativa – verso l’agroecologia, siamo in grado di produrre di più e meglio dallo stesso ettaro con meno, grazie all’incremento della fertilità del suolo e delle doppie colture, inquinando di meno, grazie al minore input di mezzi tecnici e fertilizzanti chimici e al più efficiente riciclo di acqua e nutrienti».
Non solo soluzioni di mitigazione delle emissioni quindi ma anche soluzioni capaci di sottrarre CO2 dall’atmosfera come la digestione anaerobica integrata nell’azienda agricola. «Il digestato prodotto dal biodigestore – spiega Gattoni - è un concentrato naturale di carbonio e nutrienti che, se stoccato nel suolo, può sostituire i fertilizzanti chimici».
Avanti i giovani
Secondo quanto emerso al convegno, il comparto del biogas e del biometano rappresenta un supporto economico fondamentale per allevatori e agricoltori che faticano sempre più a rimanere sul mercato nonostante le loro produzioni di qualità eccezionale. «Gli agricoltori del biogas sono riusciti negli ultimi anni a mitigare gli effetti della crisi e hanno reinvestito nelle loro aziende, innovando».
È così che si creano interessanti opportunità per i giovani che si occupano di agricoltura e che sono pronti a investire impegno e risorse nella propria attività. Sono entusiasti Serena Vanzetti, Gloria Andretta, Francesco Crivelli e Stefano Pasini, i quattro imprenditori under 40 intervenuti durante l’evento del Cib a Milano: «Volere è potere – dicono -. Siamo pronti a dare il nostro contributo smart e speriamo che le prossime decisioni dei politici siano dalla nostra».
Gattoni, Cib: cosa chiediamo a Istituzioni e Governo
«È fondamentale – dichiara Gattoni - che le Istituzioni nazionali si facciano promotrici in Europa dell’inserimento nella prossima Pac di un sistema di sostegno per gli imprenditori agricoli che adottano queste pratiche virtuose. Al Governo italiano chiediamo che si superi la logica dello “spalmaincentivi”, e che vengano mantenute le misure di supporto affinché il patrimonio impiantistico possa avviare un processo di efficientamento e un percorso di innovazione. In sede europea – conclude Gattoni – occorre emendare al più presto la RED2 in modo che sia eliminata ogni limitazione alle colture da destinare ad uso energetico quando si tratta di secondi raccolti».
Centinaio: bioenergie al centro dell’agricoltura del futuro
All’incontro del Cib ha partecipato anche il ministro Gian Marco Centinaio, che ha riconosciuto alle bioenergie un ruolo centrale per il futuro del settore italiano e un’opportunità per i nostri giovani: «Di fronte ai cambiamenti climatici in corso occorre investire in modo mirato, puntando sulla tecnologia e la ricerca. L'innovazione ci consente infatti di migliorare la qualità di ciò che produciamo, adattarlo ai territori, alle culture e soprattutto ridurre drasticamente l’inquinamento».