Mentre tutte le zone produttive del classico frutto primaverile, le ciliegie, hanno esaurito l’operazione di raccolta, in Trentino, siamo nel bel mezzo. In Valsugana siamo ormai nella fase conclusiva del raccolto, per le zone più in quota come l’altipiano della Vigolana, mentre in Valle di Non, la valle delle mele Melinda, il raccolto è appena iniziato. Certo, quest’anno si registrano perdite per le gelate primaverili che hanno i colto i ciliegi in fiore, particolarmente in Valsugana, nelle zone più basse di quota con una perdita di produzione che ha superato il 50%. Questo vale sia per la Valsugana orientale che per l’Alta Valsugana. Si sono salvate alcune zone in collina dove la fioritura era più arretrata. Ma nonostante le gelate la produzione trentina sfiora i 19mila quintali.
Buona qualità ma volumi tagliati
La maggior produzione delle pregiate ciliegie tardive è collocata in Valle di Non dove è coltivata fin sopra i 1000 metri s.l.m. e ha Melinda come riferimento. La Op che si è dotata di un’attrezzatura di lavorazione d’avanguardia. Contrariamente a quello che si temeva ad aprile quando sono giunte le gelate tardive, la perdita di produzione in Val di Non è stimata nel 25%. A fronte di un potenziale produttivo di 20mila quintali, si prevede di raccogliere 15mila quintali delle ottime Kordia e Regina.
Ad affermarlo il direttore marketing di Melinda Andrea Fedrizzi, Certo, l’aver salvato la produzione dalle calamità prima il freddo e poi la drosophila suzukii, «è stata la grande professionalità dei cerasicoltori», precisa Fedrizzi. Candelotti e stufette per impedire che la temperatura vada sotto zero nelle notti delle gelate, poi teli antipioggia e reti anti drosophila con altissimi costi. Unico difetto, la pezzatura quest’anno è lievemente inferiore a quella del 2020, ed il mercato è partito con prezzi più bassi dello scorso anno in quanto era ancora ingolfato dall’offerta di altre regioni italiane. Il raccolto finirà verso il 10 agosto perché è 10 giorni di ritardo sul 2020. «Ma la qualità ottima paga» conclude Fedrizzi.
«In Bassa Valsugana le cose sono andate meglio del previsto – dice il presidente di Coba Remo Paterno –. Noi faremo circa l’80% della produzione, il raccolto che abbiamo appena finito, è stata di generale soddisfazione. Abbiamo avuto alcune zone in collina con eccesso di fecondazione e abbiamo dovuto provvedere al dirado per salvare la pezzatura delle ciliegie, precisa Paterno. La domanda è molto buona abbiamo dovuto selezionare i clienti limitandoci a quelli più affezionati.
Ciliegie, mercato senza entusiasmo
Da parte sua il direttore di Sant’Orsola, Matteo Bortolini, afferma che «il mercato quest’anno non si è aperto con l’euforia del 2020 perché quando sono arrivate le nostre sul mercato c’era ancora molta altra produzione del Sud. Certo, la differenza la fa la pezzatura. E va detto che la pezzatura è stata veramente buona particolarmente per la Kordia. In totale la nostra produzione è stata di 3000 quintali con una perdita netta del 50% causa gelate tardive».