La fragolicoltura nel Metapontino rappresenta un punto saldo nell’economia regionale, dato confermato dal continuo aumento delle superfici. Tale trend è da ricercare nei buoni risultati economici conseguiti dai fragolicoltori con un aumento delle superfici tra chi storicamente effettua questa coltura e l’ingresso di nuovi produttori.
Da stime condotte quest’anno le superfici si attestano intorno agli 850 ha. L’incremento annuo è costante e si aggira intorno al 9%, tale aumento non determina surplus produttivi in quanto le nuove quantità prodotte si riescono tranquillamente a gestire sui mercati. Questo anche per il prodotto di qualità che si riesce ad ottenere nel Metapontino, grazie ad una serie di fattori come la vocazionalità ambientale e la professionalità degli operatori agricoli.
Le tipologie di piante
Nell’ultimo decennio con il passaggio dalla pianta frigoconservata a quella fresca è stata affinata la tecnica colturale tanto da avere delle performance quali-quantitative che hanno fatto accrescere la produzione e la redditività della coltura. Sin dagli inizi dell’espansione della coltura nel metapontino, si sono utilizzate piante frigoconservate, messe a dimora a fine agosto, con raccolta primaverile, e spesso con un picco produttivo concomitante con quella di altri territori nazionali.
Con il passaggio alle piante fresche (a radice nuda e/o cime radicate), si è avuto un anticipo e quindi un allungamento del calendario di produzione. Attualmente la quota di piante frigoconservate è di circa il 2% contro il 95% del 2000.
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