Il Trentino frutticolo ragiona su come comunicare la sostenibilità

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    Presentato il terzo bilancio di sostenibilità di Apot, numeri incoraggianti che evidenziano il lavoro svolto dal sistema frutticolo trentino, dove la comunicazione riveste e rivestirà ancor più in futuro, un ruolo centrale per trasferire il “fare agricolo”

    Al "fare bene" oggi si aggiunge un altro concetto chiave alla base del successo di un prodotto: "comunicare meglio". Il consumatore è sempre più recettivo, interessato e captivo, apprezza aziende che instaurano un canale comunicativo aperto, stabile e trasparente. Uno dei valori maggiormente riconosciuti dal mercato è, come ci raccontano le più recenti ricerche di marketing, l’impegno dell’azienda a perseguire obiettivi di sostenibilità nel suo significato più completo, inclusivo sia di aspetti ambientali, che aspetti economici e sociali.

    Come ha ricordato Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, l'associazione dei produttori ortofrutticoli trentini, in occasione del convegno “Dal Fare al Dire”, ecco come comunicare la sostenibilità. Nell’ultimo decennio il sistema frutticolo trentino ha fatto significativi passi sul fronte di queste importanti tematiche. «Il sistema Apot si impegna da tre anni alla stesura del bilancio di sostenibilità – ha detto Dalpiaz – uno strumento di rendicontazione di molti indicatori, come la qualità del suolo, le dinamiche del settore biologico e delle varietà resistenti, l’apicoltura, la biodiversità, la riduzione dell’impiego dei fitofarmaci e dell’indice di rischio connesso, i controlli sulla sicurezza del prodotto».

    «Lo scenario include anche dati in merito ai progetti di innovazione e sviluppo, al territorio, all’integrazione, ai risvolti occupazionali e sociali, oltre ad un’analisi sulle esternalità positive che la frutticoltura contribuisce a generare – ha precisato –. Tuttavia, il percorso “Progetto Trentino frutticolo sostenibile” inizia molto prima, nel 2016, con l’intento di monitorare e mappare il territorio e condividere con la comunità locale lo stato di salute dell’ambiente frutticolo provinciale, strumento che ha permesso e permette di trovare soluzioni per un ottimale sviluppo sostenibile della frutticoltura».

    Alessandro Dalpiaz

    Giù l'impegdo di agrofarmaci

    Un dato significativo su tutti: rispetto a dieci anni fa, l’impiego di prodotti fitosanitari è calato del 42%, passando da quasi 5,2 g di prodotto distribuiti per metro quadrato nel 2012 a poco meno di 3,0 g/m2 nel 2021. In particolare, Dalpiaz evidenzia un abbassamento pari al 60% dell’utilizzo di insetticidi e un ulteriore calo dell’utilizzo di erbicidi pari al 55%. Trend opposto per la presenza di api, aumentato del 20%.

    Ha rimarcato e confermato l’importanza del tema della sostenibilità il direttore di Melinda Paolo Gerevini, sottolineando come anche il consorzio della Val di Non si sia speso attivamente alla stesura della sua prima edizione del bilancio di sostenibilità, un documento dedicato al consumatore volto a raccontare il percorso sostenibile di Melinda, composto di dati e azioni concrete come, ad esempio, la costruzione del sito ipogeo per la conservazione delle mele. «Ipogeo – ha spiegato Gerevini – è il perfetto mix tra tecnologia e innovazione sostenibile, puntiamo a farne uno dei poli più attrattivi del nostro territorio, ad esso abbiamo dedicato, infatti, un nuovo storytelling, ben illustrato nel nostro ultimo spot tv. Vogliamo manifestare i nostri valori: rispettiamo il nostro territorio, esprimendo qualità, unicità e innovazione».

    Uno spaccato molto concreto dell’operatività aziendale in conclusione all’evento è stato presentato dal ceo del pastificio Felicetti Riccardo Felicetti, dalla responsabile comunicazione web Nonino Distillatori Francesca Nonino, dal ceo di Trentino marketing Maurizio Rossini e dal ceo di Agroter - Think Fresh Roberto Della Casa, che hanno portato la loro esperienza nell’ambito della comunicazione aziendale. Storie e mercati completamente differenti, tuttavia ciascuna di queste realtà si è contraddistinta per le proprie capacità comunicative.

    Fil rouge di tutte le esperienze è la grande capacità di innovazione, visione e il coraggio di focalizzarsi sul racconto in modo semplice ma non banale. «È in atto un cambiamento epocale – ha sottolineato Rossini – sarà importante ritrovare un nuovo equilibrio, una rinata responsabilità. Iniziare un nuovo modo di comunicare è possibile, raccontando prodotti buoni, buone esperienze. Il nostro racconto dovrà far percepire il valore del lavoro della nostra comunità operosa».

    Una terza via per la sostenibilità

    Apprezzato l’intervento dello scrittore Alessandro Baricco, durante l’evento organizzato da Apot che ha coinvolto la platea in una profonda lectio magistralis dedicata all’importanza del processo comunicativo e della narrazione: racconta come spesso sussista, o per lo meno sia percepita, una dicotomia tra coloro che fanno, pratici e concreti, e coloro che comunicano, i seminatori di parole al vento. In realtà, Baricco racconta come la chiave di volta sia trovare l’equilibrio tra questi due aspetti, entrambi fondamentali e imprescindibili, assottigliando il confine tra il dire e il fare, fino ad arrivare alla completa commistione. Nasce così una terza via, in cui il racconto è al servizio del fare, e il fare ha la possibilità di essere conosciuto da molti, e magari anche compreso.

    Il Trentino frutticolo ragiona su come comunicare la sostenibilità - Ultima modifica: 2023-03-09T15:59:49+01:00 da Simone Martarello

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