Il 2024 lascia in eredità numeri importanti per il comparto ortofrutticolo italiano. Secondo il Report 2024 dei consumi di ortofrutta elaborato da Cso Italy e i dati sull'export di Fruitimprese, il consumo interno di frutta e verdura, dopo un decennio di calo costante, mostra segnali di stabilizzazione, e le esportazioni superano per la prima volta i 6 miliardi di euro (+5,3% rispetto al 2023), con un volume di 3.751.017 tonnellate esportate. Tuttavia, il saldo della bilancia commerciale si è dimezzato, attestandosi a 364 milioni di euro (-48,6%), a causa dell’aumento delle importazioni, che hanno superato i 4 milioni di tonnellate (+8,9%) per un valore di 5,692 miliardi di euro (+12,9%).
Tuttavia, il settore deve fare i conti con diverse criticità, tra cui l’aumento dei costi di produzione, la crescente competizione internazionale e una produzione interna in calo per diverse referenze.
«La stabilizzazione dei consumi di ortofrutta nel 2024 non è sinonimo di recupero - precisa Elisa Macchi, direttrice del Cso Italy - ma piuttosto il risultato di un equilibrio precario tra fattori economici, produttivi e di consumo. La sfida per il futuro sarà quella di invertire questa tendenza, trovando strategie per rendere l’ortofrutta più accessibile e attraente per tutte le fasce di popolazione. In questo contesto, diventa sempre più urgente una comunicazione efficace e mirata».
Il Presidente di Fruitimprese Marco Salvi sottolinea che il record di oltre 6 miliardi di euro assume un significato ancora più rilevante al cospetto delle crescenti difficoltà degli operatori.
«Stiamo assistendo infatti ad una inesorabile progressiva riduzione delle produzioni, negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 80% del raccolto di pere, il 75% di kiwi e il 25% pesche.
Ormai il nostro problema principale sui mercati internazionali non è collocare il prodotto ad un prezzo remunerativo, ma avere il prodotto da vendere, tanto che le aziende più strutturate stanno acquistando aziende agricole e creando joint venture all’estero per poter continuare a presidiare i mercati».