A giugno 2024 è stata inaugurata, vicino a Bologna, un'opera importante e molto attesa da tutto il mondo agricolo locale: una condotta idrica in pressione, interrata per 4,5 chilometri, che attraversa con un ponte ciclo-pedonale il fiume Reno, collegando la mobilità sostenibile dei comuni Castel Maggiore e di Calderara di Reno e la Ciclovia del Reno. Si tratta di un intervento del Consorzio della Bonifica Renana che connette quest’area della pianura bolognese – fino ad oggi priva di risorse idriche stabili – al preesistente Tubone, altra condotta idraulica consortile (inaugurata nel 2007) che porta l’acqua di superficie del fiume Po del Canale Emiliano Romagnolo (Cer), da Bentivoglio alle porte di Bologna.
L’intervento inaugurato il mese scorso è stato realizzato con fondi comunitari; vale la pena ricordare che questo progetto della Bonifica Renana ha ottenuto a livello italiano il punteggio più alto nella classifica degli interventi irrigui finanziati dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale 2014-2020 del Ministero dell’Agricoltura.
Irrigazione stabile su 2500 ettari coltivati
La nuova condotta, attraversando il Reno, congiunge il preesistente Tubone alle tubazioni interrate consortili già realizzate nella pianura a sinistra del fiume: si tratta di una zona strutturalmente priva di acqua rinnovabile, nella quale finalmente giunge ora la disponibilità di risorsa idrica di superficie. Ciò consentirà a 2.500 ettari coltivati di passare da una condizione irrigua precaria (vincolata alle precipitazioni) ad una stabile, amplificando le potenzialità colturali delle aziende agricole locali e aumentando significativamente anche il valore fondiario dei terreni oggi serviti dalla condotta.
Quest’area, infatti, ora avrà una disponibilità per gli usi irrigui e produttivi pari a 1 metro cubo al secondo, distribuita attraverso reti in pressione.
La dotazione idrica della nuova infrastruttura è caratterizzata dell’attingimento modulabile tra più fonti di superficie: quando il sistema Po-Cer sia indisponibile (basti pensare alla situazione del grande fiume durante la siccità estiva 2022) sarà possibile attingere da altre fonti locali. Ad esempio, tramite il riutilizzo delle acque depurate dell’Idar di Bologna che apportano al sistema idrico di quest’area circa 600 litri al secondo, utilizzabili a fini irrigui grazie all’accordo sperimentale che la Bonifica Renana ha sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna ed Hera già dal 2018.
Le condotte interrate in pressione (con derivazioni aziendali in grado di misurare i volumi prelevati e, quindi, calcolare il contributo irriguo consortile) rappresentano la principale modalità utilizzata dal Consorzio per la distribuzione della risorsa idrica nelle zone poste tra il Canale Emiliano Romagnolo e la quinta collinare appenninica.
Più acqua disponibile, meno dispersioni e prelievi da falda
Grazie alla nuova tubazione irrigua che consente di evitare perdite da dispersione ed evaporazione ed è abilitata al riutilizzo delle acque depurate, ogni anno si realizza un risparmio idrico di 2,3 milioni di metri cubi rispetto agli usi precedenti; una quota d’acqua corrispondente viene così restituita al reticolo dei corsi d’acqua naturali regionali per garantire gli usi ambientali e ricreativi nell’area urbana bolognese.
Oltre a questo beneficio ambientale diretto, grazie all’opera, si prevede una riduzione del ricorso al prelievo da falda tramite i pozzi nella pianura a sinistra del Reno, contrastando quindi il fenomeno della subsidenza che in questa zona presenta i valori massimi della Città metropolitana di Bologna.
Il finanziamento dell’intervento, di matrice comunitaria, reso disponibile dal Masaf, ammonta a 11.788.043 euro ed i lavori sono stati realizzati nel biennio 2022-2023, concludendo i collaudi nella primavera 2024.
Il risparmio idrico, conseguito a livello di bacino fluviale, l’incremento della resilienza territoriale ai cambiamenti climatici ed il potenziamento della produttività agroalimentare locale di qualità sono stati gli elementi premianti del progetto secondo la commissione tecnica del Piano Irriguo Nazionale che ha visto nell’opera il frutto di una visione integrata del sistema idrico. Tale, infatti, è l’approccio che caratterizza la progettazione della Renana per questo e per tutti gli altri progetti finalizzati alla conservazione di una adeguata disponibilità idrica per il territorio bolognese, in linea con le strategie europee e nazionali e le priorità sociali ed ambientali emergenti.
Sulla tubazione, il Consorzio ha realizzato un ponte ciclo-pedonale che connette le ciclabili locali ai lati del fiume, con la Ciclovia del Reno. E questo aspetto è stato particolarmente apprezzato da cittadini, amministratori locali e fans della mobilità sostenibile.
«Questo intervento – ha specificato durante l’inaugurazione, Irene Priolo assessore all’Ambiente e vicepresidente della Regione Emilia-Romagna – è frutto di una visione strategica basata su risparmio idrico, integrazione tra fonti di superficie e restituzione all'ecosistema Reno di una quota di acqua equivalente, per la fruizione ambientale e turistica. Un approccio fondato sulla collaborazione tra enti gestori della risorsa con l'obiettivo di adeguare la disponibilità idrica bolognese alle attuali condizioni di cambiamento climatico e contemporaneamente aumentare la capacità di resilienza del territorio».
La condotta-ponte è stata dedicata alla persona che l'ha ideata e resa tecnicamente realizzabile: l'ingegnere Francesca Dallabetta, direttore dell'area tecnica della Bonifica Renana e prima donna ingegnere capo nel sistema nazionale delle Bonifiche, precocemente scomparsa a soli 61 anni nel gennaio scorso.