Parte “GocciaVerde”, certificazione volontaria di sostenibilità idrica

Era stata presentata al Macfrut dello scorso anno. Adesso entra nella fase operativa. Si tratta di una certificazione volontaria di sostenibilità in materia di risorsa idrica

Presentata lo scorso anno, sempre al Macfrut, come una nuova importante iniziativa a garanzia della sostenibilità, la certificazione volontaria GocciaVerde sta adesso diventando una realtà.

“È necessario riprendere un virtuoso rapporto di comunicazione con i consumatori, soprattutto per i prodotti ortofrutticoli - afferma Francesco Vincenzi, presidente Anbi -. E la certificazione GocciaVerde rappresenta un elemento di competitività, che permette all’agricoltore di essere protagonista nei processi di marketing”.

Una garanzia del corretto uso della risorsa idrica

Dopo circa un anno di lavoro GocciaVerde è giunta alla fase operativa grazie alla certificazione pilota di 4 aziende, 2 organizzazioni di produttori e altrettanti Consorzi di bonifica e irrigazione. Gli enti certificatori coinvolti sono Checkfruit, Csqa e Ccpb.

GocciaVerde è una certificazione privata volontaria sull’uso dell’acqua e di tutela quali-quantitativa della risorsa idrica per migliorarne la sostenibilità e aumentare la competitività delle produzioni italiane sui mercati di tutto il mondo. L’iter di certificazione richiede il rispetto di requisiti specifici e la messa in atto di azioni virtuose, che originano indicatori verificabili e misurabili, attestati da una parte terza indipendente.

Etichetta e qrcode

Un disciplinare per la valutazione della sostenibilità dei processi gestionali e produttivi, basato su indicatori in linea con i principali standard e le norme internazionali stabilisce, le regole della certificazione.

Una specifica etichetta e un QR code posizionati sulle confezioni permetteranno al consumatore di controllare l'effettiva sostenibilità dei processi applicati e permetteranno l’accesso a informazioni riguardanti il processo produttivo attraverso il rimando a una pagina web, che contiene una descrizione approfondita del processo di gestione dell'acqua, valori numerici e grafici.

Una tutela da parte dei Consorzi

“I Consorzi di bonifica e irrigazione, che devono testare per primi la sostenibilità delle proprie pratiche di distribuzione irrigua e il loro valore ecosistemico rappresentano il perno centrale nel processo di certificazione sono – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. In questo modo vogliamo concretamente confermarci protagonisti di un modello di sviluppo compatibile, che abbia al centro il territorio e la sua economia”.

Il canale Emiliano-Romagnolo

L’uso sostenibile dell’acqua e la tutela qualitativa della risorsa idrica sono valutati rispetto a 9 criteri:

  • sostenibilità generale degli usi;
  • azioni per l’ottimizzazione degli usi idrici;
  • azioni per il controllo ed il miglioramento della qualità dell’acqua; azioni per il risparmio e la riduzione dell’impatto energetico;
  • azioni per il controllo della legalità;
  • ruolo di “facilitatore” o di “pilota” per nuove tecnologie; azioni di educazione, “training” e “capacity buildings”;
  • servizi ecosistemici ed azioni per il loro incremento e/o ripristino;
  • sostenibilità socioeconomica.

 

I benefici forniti dalla certificazione riguardano:

  • adeguamento alle politiche per il clima;
  • standardizzazione delle buone pratiche di gestione ed uso dell’acqua;
  • stimolo alla pianificazione di medio/lungo termine;
  • orientamento degli investimenti per la sostenibilità delle produzioni;
  • miglioramento e modernizzazione dell’agricoltura irrigua;
  • supporto alla transizione verso agricoltura 4.0;
  • possibilità benchmarking interno e di distretto;
  • creazione di data set e basi informative; supporto per le politiche dell’acqua.

 

Parte “GocciaVerde”, certificazione volontaria di sostenibilità idrica - Ultima modifica: 2023-05-07T17:08:53+02:00 da Alessandro Maresca

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