Istruzione agraria più vicina al mondo del lavoro

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A Teramo il congresso nazionale della rete Renisa. Tre giorni di lavori caratterizzati dal dibattito sulla riforma degli istituti tecnici

A metà novembre gli istituti agrari italiani si sono ritrovati a Teramo per il sedicesimo congresso nazionale di Renisa, la rete nazionale nella quale di riconoscono le scuole di indirizzo. La tre giorni, alla quale hanno preso parte oltre 250 tra dirigenti scolastici, direttori amministrativi e docenti in rappresentanza di quasi un centinaio di scuole, si è svolta in una fase cruciale per l’istruzione tecnica, alla prese con la riforma dal parte del Ministero dell’Istruzione e con sfide epocali che rispondono a delle parole chiave che toccano da tempo il comparto agroalimentare – digitalizzazione, sostenibilità, internazionalizzazione – e che reclamano risposte da parte del sistema formativo.

I temi sono stati al centro dei tavoli nei quali si è articolato il convegno, aperto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha parlato degli istituti agrari quali «straordinarie scuole di eccellenza che danno opportunità di lavoro superiori a quelle di altri indirizzi di studio». Il titolare del dicastero di Via XX Settembre ha sottolineato come l’intero settore abbia necessità di conoscenze e capacità qualificate e che per questo «si stanno investendo, come Masaf, risorse importanti su questo modello di istruzione». Lollobrigia ha concluso il suo messaggio invitando gli istituti a dare valore alle esperienze di riferimento per ciascuna filiera e a «collaborare in ogni iniziativa volta a educare alla buona alimentazione e alla corretta cura del territorio».

Non meno incentivante per la platea è stato l’intervento del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, Luigi D’Eramo, titolare delle deleghe all’agricoltura biologica, all’agricoltura di montagna ed aree interne e alle infrastrutture per lo sviluppo dell’agroalimentare, che ha confermato la valenza e le prospettive del comparto per il sistema Italia.

La riforma degli istituti

In sessione plenaria si è parlato della riforma degli istituti tecnici con gli interventi di Ettore Acerra, direttore generale del Mim per l’istruzione tecnica e professionale e la formazione tecnica superiore; Gian Matteo Panunzi, docente designato al Masaf presso la presidenza del Consiglio dei Ministri; Angelo Frascarelli, professore di scienze agrarie, alimentari ed ambientali presso l’Università di Perugia; e Mauro Uniformi, presidente nazionale dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali.

Argomento caldo, visto che appena dieci giorni prima il ministero dell’Istruzione aveva dato il via al gruppo di lavoro con il compito di predisporre i provvedimenti attuativi di una riforma che si inserisce nella cornice delle trasformazioni previste dal Pnrr. Al centro l’idea di costruire una filiera tecnologico-professionale capace di rispondere alle esigenze del sistema produttivo e di rafforzare il legame tra scuola e mondo del lavoro.

Coordinato dallo stesso direttore generale Acerra, il lavoro in corso vede coinvolte figure di lunga esperienza, quali dirigenti, ispettori, esperti e funzionari e quindici coordinatori responsabili dei singoli indirizzi, oltre che un gruppo tecnico di supporto. Referente per gli Agrari è il dirigente dell’istituto di San Michele all’Adige, Manuel Penasa; al suo fianco anche la presidente di Renisa, Patrizia Marini, che ha moderato la tavola rotonda tematica al congresso.

Il supporto di Renisa

«Nella seconda metà di novembre – ci aggiorna la professoressa Marini – abbiamo inoltrato il contributo della rete a supporto della riforma: il report contiene l’individuazione degli stakeholder, i documenti statistici del settore, l’analisi dei fabbisogni occupazionali, delle competenze e dei fabbisogni formativi/percorsi, la correlazione dei percorsi Its in ottica di filiera verticale, oltre che l’individuazione dei codici Ateco di riferimento e del settore economico professionale».

In che fase siamo e quali i tempi di presentazione della riforma?

«Non sta a me anticiparli. Credo che non ci sarà da aspettare molto, dato che siamo ormai in pieno orientamento scolastico e le novità potranno costituire un fattore di scelta prezioso per le famiglie. Al Ministero spetta un lavoro di revisione, armonizzazione e coordinamento certamente impegnativo, ma sono fiduciosa che la riorganizzazione voluta dal Ministero Valditara sia prossima a vedere la luce».

Ci può anticipare qualcosa?

«No, assolutamente. Basta però leggere il decreto 45 dello scorso aprile, e in particolare i tre allegati, per intravedere la curvatura volta a dare maggiore spazio all’autonomia scolastica, con una maggiore flessibilità del quadro orario, una spinta al radicamento nella realtà produttiva territoriale e l’introduzione di benchmark di riferimento. Altra novità è l’inizio dell’alternanza scuola-lavoro già a partire dal secondo anno, così da contrastare meglio la dispersione scolastica che si registra nel passaggio dal biennio generale al triennio di specializzazione. Con riferimento alla filiera formativa tecnico-professionale 4+2, vorrei ricordare che la candidatura per l’attivazione di nuovi percorsi a partire dall’anno 2026/27 risulta già aperta con scadenza 10 dicembre».

Il piano Mattei

Altro focus ha riguardato l’internazionalizzazione della filiera agroalimentare con riferimento ai progetti Erasmus e al Piano Mattei, rispetto al quale ha relazionato la stessa presidente Marini e Sabrina Capasso, direttore generale degli affari internazionali del Sistema Nazionale dell’Istruzione.

Anche questo fronte è work in progress: a seguito delle prime tre riunioni, si è proceduto ad una selezione degli istituti che parteciperanno al progetto di cooperazione internazionale per lo scambio di competenze. Primo Paese “gemellato” sarà l’Egitto, meta proprio in questi giorni di una specifica missione ministeriale. L’iniziativa si estenderà poi alla Tunisia e, a seguire, ad altre nazioni delle aree a sud Mediterraneo.
«La prima fase della peer education avverrà online - spiega Marini - per valutare poi degli scambi di accoglienza, a partire dagli istituti dotati di convitto interno. La lingua di riferimento sarà l’inglese e il tutto avverrà in sintonia verticale con gli Its e sotto il coordinamento della cabina di regia della presidenza del Consiglio dei Ministri».

Quali i vantaggi per ognuna delle parti?

«Il progetto è pensato per uno scambio tra pari che possa da una parte aprire nuovi orizzonti agli studenti italiani e dall’altra costituire un supporto per uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura nei Paesi gemellati. Già l’impegno profuso da docenti e studenti nel candidarsi ha prodotto dei risultati che, peraltro, abbiamo presentato al Job&Orienta, il salone dell’orientamento al quale come Renisa prendiamo parte”.

Adotta un istituto agrario

Durante la tre giorni congressuale non sono mancati altri talk con protagoniste buone pratiche e progetti innovativi, illustrati a favore della platea alla presenza di Ordini e Collegi professionali ma anche di gruppi imprenditoriali operanti nel settore della formazione o, più in generale, del comparto agroalimentare.

Significativo il contributo del presidente del Crea Andrea Rocchi che ha illustrato il lavoro in corso con Renisa sul fronte degli hub di ricerca, delle sperimentazioni e delle Tea.
Tra le altre novità, l’iniziativa “Adotta un istituto agrario”, un’idea con la quale sono state invitate le aziende potenzialmente interessate ad affiancare e sostenere la crescita ai diversi livelli di un istituto agrario, vicino per ubicazione, per potenzialità o per affinità settoriale.
«Abbiamo già raccolto già 11 adesioni e siamo dunque su una buona strada» commenta la presidente di Renisa Patrizia Marini.

I punti cruciali della riforma

La riforma degli istituti tecnici mira a rivedere in profondità assetti, curricula e metodologie didattiche. Questi i principali ambiti di intervento.

  1. Revisione dell’ordinamento: adeguamento costante dei curricoli alle esigenze del settore produttivo; allineamento con le innovazioni dell’industria 4.0 e con la transizione digitale ed ecologica; valorizzazione dell’autonomia scolastica e flessibilità dell’offerta formativa.
  2. Aggiornamento dei profili in uscita: rafforzamento competenze generali: linguistiche, matematiche, scientifiche, storiche, giuridiche, economiche; integrazione delle competenze tecnico-professionali legate al made in Italy, all’innovazione e alla sostenibilità; connessione più solida tra scuola e tessuto economico-sociale locale.
  3. Metodologie e strumenti: didattica per competenze e progettazione interdisciplinare; utilizzo di unità di apprendimento e ambienti laboratoriali condivisi; collaborazione tra scuole, Its, università e imprese; apertura alla dimensione europea.
  4. Nuovo modello orario articolato in tre aree): area di istruzione generale nazionale con focus su cultura di base e interazione tra saperi umanistici e tecnico-scientifici; area di indirizzo flessibile, con una quota di ore riservate alle scuole per personalizzare l’offerta; area territoriale, opzionale, per rispondere ai fabbisogni specifici delle realtà locali. Prevista inoltre fino al 30% del monte ore per tirocini, stage, orientamento e attività in azienda, in raccordo con gli Its Academy.
Istruzione agraria più vicina al mondo del lavoro - Ultima modifica: 2025-11-25T16:18:18+01:00 da Simone Martarello

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