Il coordinatore degli assessori, Dario Stefàno: «Così abbiamo migliorato l’impianto normativo»
Le Regioni alla fine
hanno detto sì. Ma
forse i tempi ormai
non ci sono più per approvare
la legge che blocca il consumo
di suolo agricolo.
Gli assessori all'Agricoltura
infatti hanno promosso
il testo ma con una raffica
di emendamenti che lo ha
praticamente riscritto.
La Conferenza delle Regioni
e delle Province ha
rilevato come il testo iniziale
presenti numerose lacune
«probabilmente generate da
un approccio parziale a una
problematica complessa e
multidisciplinare e risulta
essere di difficile applicazione
concreta».
La Conferenza va giù pesante
e afferma che il provvedimento
firmato dal Mipaaf
porta «al paradosso di
esporre nella prima fase di
applicazione a una corsa alla
cementificazione con risultati
ed effetti di segno
contrario rispetto a quelli
che il Governo intendeva
perseguire».
Una risposta al ministro
Catania che aveva accusato
le Regioni di aver rallentato
l'iter del provvedimento.
Per il ministro infatti lo
stop di 40 giorni a fine legislatura
pesa come un macigno
sul provvedimento. Un
rilievo che gli assessori
compatti hanno rispedito al
mittente. Dario Stefàno, assessore
all'Agricoltura della
Puglia e coordinatore degli
assessori, ha affermato
che le Regioni hanno impiegato
per esprimersi il tempo
prescritto per legge per un
disegno di legge nel quale
sono interessate. «I 40 giorni,
d'altra parte - ha detto
Stefàno - hanno consentito
di trasformare un testo che
era poco più di un manifesto
in un impianto normativo
». E l'assessore del Veneto,
Manzato, ha rincarato la
dose «ricordando» al ministro
che «una cosa del genere
non può essere decisa sulla
base dei tempi dell'emergenza
elettorale a fronte di
obblighi costituzionali, dopo
che per decenni i Governi
se ne sono disinteressati
e anzi hanno operato, sottraendo
loro risorse, per mettere
i Comuni nelle condizioni
di dover ricorrere alle lottizzazioni
che hanno ridotto
pesantemente il suolo coltivato
e coltivabile».
E a riprova della buona
fede e dell'impegno su questo
tema gli assessori sostengono
di aver presentato un
documento con queste finalità
già nell'aprile del 2012,
mentre alcune Regioni hanno
già introdotto norme nel
loro ordinamento.
Gli assessori difendono
dunque «il lavoro di analisi
e approfondimento delle regioni
sul testo presentato inizialmente
dal ministro Catania
» che «ha garantito un
contributo di qualità e competenza
attraverso la introduzione
di miglioramenti finalizzati
a una reale efficacia
del provvedimento».
I responsabili regionali
dell'Agricoltura sottolineano
anche l'azione fondamentale
degli enti locali
«poiché la pressione sul consumo
di suolo agricolo è differente
da area ad area, tanto
da rendere difficile e demagogica
l'imposizione di
limiti centralizzati e uniformi
su tutto il territorio nazionale.
Proprio in questa
direzione vanno le proposte
di emendamenti migliorativi
e le raccomandazioni
avanzate al Governo nazionale
». In particolare Puglia
e Veneto hanno chiesto una
norma transitoria di salvaguardia
«che impedisca, da
subito, ovvero anche prima
della predisposizione degli
strumenti applicativi indicati
nel provvedimento, la sottrazione
di suolo agricolo,
dotando di significato e contenuto
l'iniziativa governativa
che rischiava di rimanere
scatola vuota». Al di là dei
rimpalli di responsabilità resta
il risultato: l'approvazione
del testo. Il ministro ha
comunque espresso un giudizio
positivo giudicando
«alcune proposte emendative
in larga parte condivisibili.
Un primo passaggio istituzionale
è stato completato
- ha commentato - e questa
non può che essere considerata
una buona notizia da
tutti coloro che credono che
la cementificazione dei terreni
agricoli del paese sia
un'emergenza nazionale.
Ora il nostro obiettivo è
quello di proseguire nell'iter
previsto, che richiede
un ulteriore passaggio a Palazzo
Chigi prima del coinvolgimento
del Parlamento,
per fare in modo che questo
provvedimento diventi legge
prima della fine dell'attuale
legislatura».
hanno detto sì. Ma
forse i tempi ormai
non ci sono più per approvare
la legge che blocca il consumo
di suolo agricolo.
Gli assessori all'Agricoltura
infatti hanno promosso
il testo ma con una raffica
di emendamenti che lo ha
praticamente riscritto.
La Conferenza delle Regioni
e delle Province ha
rilevato come il testo iniziale
presenti numerose lacune
«probabilmente generate da
un approccio parziale a una
problematica complessa e
multidisciplinare e risulta
essere di difficile applicazione
concreta».
La Conferenza va giù pesante
e afferma che il provvedimento
firmato dal Mipaaf
porta «al paradosso di
esporre nella prima fase di
applicazione a una corsa alla
cementificazione con risultati
ed effetti di segno
contrario rispetto a quelli
che il Governo intendeva
perseguire».
Una risposta al ministro
Catania che aveva accusato
le Regioni di aver rallentato
l'iter del provvedimento.
Per il ministro infatti lo
stop di 40 giorni a fine legislatura
pesa come un macigno
sul provvedimento. Un
rilievo che gli assessori
compatti hanno rispedito al
mittente. Dario Stefàno, assessore
all'Agricoltura della
Puglia e coordinatore degli
assessori, ha affermato
che le Regioni hanno impiegato
per esprimersi il tempo
prescritto per legge per un
disegno di legge nel quale
sono interessate. «I 40 giorni,
d'altra parte - ha detto
Stefàno - hanno consentito
di trasformare un testo che
era poco più di un manifesto
in un impianto normativo
». E l'assessore del Veneto,
Manzato, ha rincarato la
dose «ricordando» al ministro
che «una cosa del genere
non può essere decisa sulla
base dei tempi dell'emergenza
elettorale a fronte di
obblighi costituzionali, dopo
che per decenni i Governi
se ne sono disinteressati
e anzi hanno operato, sottraendo
loro risorse, per mettere
i Comuni nelle condizioni
di dover ricorrere alle lottizzazioni
che hanno ridotto
pesantemente il suolo coltivato
e coltivabile».
E a riprova della buona
fede e dell'impegno su questo
tema gli assessori sostengono
di aver presentato un
documento con queste finalità
già nell'aprile del 2012,
mentre alcune Regioni hanno
già introdotto norme nel
loro ordinamento.
Gli assessori difendono
dunque «il lavoro di analisi
e approfondimento delle regioni
sul testo presentato inizialmente
dal ministro Catania
» che «ha garantito un
contributo di qualità e competenza
attraverso la introduzione
di miglioramenti finalizzati
a una reale efficacia
del provvedimento».
I responsabili regionali
dell'Agricoltura sottolineano
anche l'azione fondamentale
degli enti locali
«poiché la pressione sul consumo
di suolo agricolo è differente
da area ad area, tanto
da rendere difficile e demagogica
l'imposizione di
limiti centralizzati e uniformi
su tutto il territorio nazionale.
Proprio in questa
direzione vanno le proposte
di emendamenti migliorativi
e le raccomandazioni
avanzate al Governo nazionale
». In particolare Puglia
e Veneto hanno chiesto una
norma transitoria di salvaguardia
«che impedisca, da
subito, ovvero anche prima
della predisposizione degli
strumenti applicativi indicati
nel provvedimento, la sottrazione
di suolo agricolo,
dotando di significato e contenuto
l'iniziativa governativa
che rischiava di rimanere
scatola vuota». Al di là dei
rimpalli di responsabilità resta
il risultato: l'approvazione
del testo. Il ministro ha
comunque espresso un giudizio
positivo giudicando
«alcune proposte emendative
in larga parte condivisibili.
Un primo passaggio istituzionale
è stato completato
- ha commentato - e questa
non può che essere considerata
una buona notizia da
tutti coloro che credono che
la cementificazione dei terreni
agricoli del paese sia
un'emergenza nazionale.
Ora il nostro obiettivo è
quello di proseguire nell'iter
previsto, che richiede
un ulteriore passaggio a Palazzo
Chigi prima del coinvolgimento
del Parlamento,
per fare in modo che questo
provvedimento diventi legge
prima della fine dell'attuale
legislatura».