Per i vini la questione della denominazione regionale (sollevata a fine anno dalla Fivi – Federazione italiana vignaioli indipendenti) (a differenza dell'olio - vedi articolo) è stata risolta consentendo di riportare in etichetta (ad es. Dop “Barolo”) l’unità geografica più ampia (ad es. “Piemonte”) che, nel caso specifico, corrisponde anche al nome di una diversa (omonima) Dop. Non era infatti scontato, dato che l’Ue vieta l’uso per finalità commerciali (dirette o indirette) di nomi di altri vini Dop e Igp.
Da qui il vincolo di non poter citare i nomi di altre produzioni Dop e Igp geograficamente contenenti l’area geografica di una Dop più piccola.
Tuttavia, una successiva posizione del Mipaaf ha consentito di utilizzare – non solo in etichetta ma anche in brochure, imballaggi e cataloghi e sul web – il nome geografico (Regione o Provincia, anche se registrati come Dop o Igp) ma solo con funzione descrittiva, per chiarire al consumatore la collocazione della zona di produzione.