Biocarburanti, accordo Bf-Eni per sviluppare una filiera italiana

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Progetto per recuperare terreni marginali coltivando colture oleaginose da trasformare in combustibili sostenibili nelle raffinerie del cane a sei zampe. Si partirà con duemila ettari

Sviluppo di colture per uso energetico come cartamo e brassica recuperando terreni degradati, abbandonati o inquinati, senza entrare in competizione con la filiera alimentare. Questo lo scopo dell'accordo di collaborazione siglato da Eni e Bonifiche Ferraresi. L’accordo prevede una prima fase di studio - si legge in una nota congiunta delle due società - per valutare la sostenibilità e competitività di una filiera agroindustriale da sviluppare congiuntamente che miri al recupero delle aree marginali identificate nel Paese, attraverso lo sviluppo di pratiche agronomiche sostenibili. Nei primi mesi del 2023 inizierà una fase pilota finalizzata alla coltivazione delle sementi, come il cartamo e la brassica da cui estrarre l’olio vegetale da conferire alle bioraffinerie di Eni, per la successiva trasformazione in biocarburanti.

Si parte con duemila ettari

Le produzioni agricole risponderanno allo schema di certificazione volontario ISCC (International Sustainability & Carbon Certification) a garanzia dei requisiti di sostenibilità e tracciabilità dei prodotti in accordo con la normativa europea in materia.

La coltivazione dei semi potrà avvenire nelle aziende agricole direttamente in capo a Bonifiche Ferraresi, oltre che nei consorzi, nelle cooperative e nelle organizzazioni professionali dislocate sul territorio che potranno fare rete con BF ed Eni. Gli agricoltori, inoltre, potranno contare sul supporto dei partner per introdurre pratiche innovative, dall’agricoltura di precisione al carbon farming, per ridurre le emissioni e gli sprechi nelle fasi di lavoro. Si punta in tal modo a creare un nuovo modello di business che, da un lato, garantisca l’accesso alla terra agli agricoltori creando opportunità economiche e, dall’altro, introduca tecniche e processi all’avanguardia, con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nei settori dell’agricoltura e dei trasporti.

«L’alleanza tra Eni e BF si consolida con il Progetto Italia che dimostra il ruolo imprescindibile dell’agricoltura nella diversificazione delle fonti energetiche – ha detto l'ad di BF Spa Federico Vecchioni – . Oltre alle attività di ricerca e sviluppo della joint venture nella nostra azienda in Sardegna, oggi diamo vita a una nuova iniziativa che prevede lo studio e la successiva messa in produzione dei primi 2.000 ettari di terreni adibiti alle coltivazioni di semi oleaginosi. Il progetto permetterà di valorizzare aree abbandonate del Paese, recuperandole e inserendole in un circuito virtuoso che al contempo conferirà nuove opportunità di differenziazione delle proprie attività agli imprenditori agricoli italiani».

«Oggi rafforziamo la collaborazione con BF per un progetto che ha grandi potenzialità per il Paese, perché punta a rigenerare aree marginali, come quelle contaminate o degradate, e allo stesso tempo promuove lo sviluppo rurale e l’integrazione con l’industria energetica che sostiene la decarbonizzazione dei trasporti» ha detto l'ad di Eni Claudio Descalzi.

«La Coldiretti sostiene con convinzione questa iniziativa che ci aiuterà a riportare alla produzione terreni abbandonati in un progetto di economia circolare – ha affermato il presidente del sindacato Ettore Prandini – . L’agricoltura vuole essere protagonista del percorso di transizione ecologica e garantire nuove fonti di energia a tutti i cittadini, ribadendo ancora una volta il valore sociale del nostro lavoro».

Biocarburanti, accordo Bf-Eni per sviluppare una filiera italiana - Ultima modifica: 2022-11-27T20:52:59+01:00 da Redazione Terra e Vita

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