«Il socio in primo piano». È questa la prima affermazione di Claudio Biondi, vicepresidente di Cantine Riunite & Civ, la società al vertice delle vitivinicoltura italiana, con una base sociale di 1.819 soci viticoltori provenienti dalle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna che coltivano direttamente 4.150 ettari di vigneto. Si tratta di una cooperativa è a mutualità prevalente in quanto le uve conferite dai soci rappresentano di gran lunga la maggioranza della produzione.
Partecipazione attiva, autonomia, spirito di cooperazione e competenza sono le caratteristiche dei soci, che garantiscono la qualità della materia prima e dei prodotti finiti, la produttività del lavoro, l’attenzione continua al consumatore, permettendo alla cooperativa di crescere giorno dopo giorno e di continuare ad essere la prima azienda italiana nel mondo del vino.
«Da questo profondo e prezioso legame – spiega Claudio Biondi – si sono sviluppate negli ultimi 10 anni tecniche di produzione a basso impatto ambientale che oltre a garantire elevati standard qualitativi, riducono gli interventi chimici con un forte e positivo impatto sull’ambiente. Il processo è ormai orientato al controllo della filiera che rappresenta e rappresenterà sempre più una garanzia per il consumatore ma anche per la rete di distribuzione».
Sono stati avviati progetti di innovazione tecnica per rimanere al passo con i tempi e accompagnare il socio nel percorso di filiera. Biondi insiste particolarmente sul progetto di riconversione di vigneti per aumentare il conferimento della denominazione di origine controllata Pignoletto che in questo momento è un vino sugli scudi con una domanda già da anni in aumento per far fronte alla quale sono state approntate linee specifiche di vinificazione e imbottigliamento. Un altro progetto molto importante ha riguardato il moscato, per il quale sono stati messi a dimora nuovi vigneti garantendo così ai soci un’opportunità in più: si è partiti con un incentivo economico alla creazione di nuovi impianti.
Valorizzazione del prodotto
Valorizzare il prodotto ottenuto dai soci è dunque l’obiettivo di base dell’azienda. «Creare valore – spiega Biondi – significa consolidare e sviluppare i marchi aziendali e i mercati, ricercando la soddisfazione dei clienti e dei consumatori. Quindi, in definitiva, attivare progetti che accolgano le richieste di un mercato sempre alla ricerca di novità e qualità. In quest’ottica al socio deve rimanere sempre il ruolo consapevole di indirizzo e controllo per risultare parte integrante di un’impresa in cui è la struttura portante, considerando la co operativa come il proseguimento industriale della propria azienda agricola. Attraverso la partecipazione alla vita della cooperativa (assemblee, riunioni illustrative, corsi di formazione) deve poter disporre degli strumenti per comprenderne l’andamento economico, le politiche e le strategie».
L’azienda ha messo a punto un Disciplinare di produzione più restrittivo rispetto a quello regionale per offrire ai soci, attraverso una rete tecnica di professionisti, uno strumento all’altezza delle recenti direttive per un’agricoltura sostenibile. Si tratta di indicazioni mirate alla difesa ed alla concimazione che nascono anche dalle esigenze formulate dai clienti internazionali.«In quest’ottica - specifica Biondi - si inserisce la collaborazione con Scam, azienda leader nel settore della concimazione organo-minerale».
«I concimi organo-minerali di Scam, – ha illustrato Stefano Tagliavini, responsabile sviluppo e marketing – operativo di Scam, sono contraddistinti dal marchio Epd, ovvero la Dichiarazione ambientale di prodotto certificata fin dal 2007 (prima azienda del settore agrochimico a livello mondiale)».
Elevata efficacia agronomica
Associata alla sostenibilità ambientale, i concimi organo minerali Scam si caratterizzano per l’efficacia agronomica, che consente di apportare elementi nutritivi a elevato rendimento alla pianta e allo stesso tempo di mantenere elevata la fertilità del terreno e la biodiversità, grazie alle matrici organiche umificate, che rappresentano il modo più naturale per apportare elementi nutritivi a una pianta e nel rispetto dei Disciplinari di produzione integrata.
Questa modalità di fertilizzazione sostenibile rappresenta un fattore imprescindibile per l’ottenimento di uve di qualità e portare all’ottenimento di un prodotto trasformato che si caratterizza specificatamente per le condizioni agroambientali da cui nasce.
«In quest’ottica e in stretta collaborazione – sostiene Biondi –, tra la rete tecnica di Riunite & Civ e i tecnici di Scam ha portato prima alla creazione di vigneti dimostrativi e poi al trasferimento dei risultati ai soci, con riscontri positivi per il raggiungimento degli obiettivi fissati: produzione, qualità e sostenibilità agro-ambientale».
Da non sottovalutare l’esigenza di ottenere una produzione lorda vendibile per ettaro remunerativa senza rinunciare alla qualità e alla sostenibilità ambientale.
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