Le strategie dell’Unione europea, Green Deal e “Farm to Fork”, spingono per una crescita dell’agricoltura biologica nei prossimi anni. Alla luce di questa scelta, l’agricoltura biologica sarà particolarmente sostenuta nella futura Pac, con dotazioni aggiuntive nel periodo 2023-2027.
In linea con questo orientamento, il Piano strategico nazionale italiano ha previsto il trasferimento di 360 milioni di euro dal 1° al 2° pilastro, destinati a sostenere la conversione e il mantenimento del metodo di produzione biologico.
Il maggior sostegno potrebbe essere salutato come un successo per l’agricoltura biologica, ma le risorse pubbliche non bastano, anzi possono creare pericolose illusioni, se non sono accompagnate da una crescita del mercato. Proprio su questo punto, si addensano le maggiori preoccupazioni per il settore, visti i recenti dati sulla stagnazione dei consumi dei prodotti biologici.
Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita
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Biologico al 25%
La strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork) affronta il tema della sostenibilità dei sistemi alimentari, riconoscendo le connessioni che legano la salute delle singole persone, delle società e dell’ambiente.
L’iniziativa individua una serie di obiettivi target di carattere ambientale da raggiungere entro il 2030. Tra questi, c’è la conversione di almeno il 25% delle superfici agricole europee al regime di produzione biologica.
Al 2020, le superfici biologiche occupano il 9,1% della Sau europea, con notevoli differenze tra gli Stati membri (fig. 1). Mentre alcuni presentano percentuali molto vicine all’obiettivo target del 25% (l’Austria ad esempio lo ha già superato), altri registrano valori molto bassi, in particolare quelli dell’Est Europa. L’Italia si trova tra i Paesi più “virtuosi”, con una percentuale del 16% di biologico sulla Sau totale.
L’attuale trend di crescita delle superfici biologiche a livello di Ue non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo della strategia Farm to Fork. Per incentivare ulteriormente lo sviluppo del biologico la Commissione Ue ha pubblicato, nel marzo 2021, un piano di sviluppo per l’agricoltura biologica che si basa su tre assi (e 18 azioni):
- alimenti e prodotti biologici per tutti: stimolare la domanda e garantire la fiducia dei consumatori;
- stimolare la conversione e rafforzare l’intera catena del valore;
- migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità.
Il concetto è quello che la semplice conversione di nuovi terreni al metodo di produzione biologico non sia sufficiente per la crescita del settore, ma dovrà essere accompagnata da un aumento dei consumi e della domanda di prodotti biologici.
Il bio escluso dagli ecoschemi
I pagamenti diretti della nuova Pac saranno sei: pagamento di base, ecoschemi, ridistributivo, giovani agricoltori, accoppiato, piccoli agricoltori.
La Commissione europea nel gennaio 2021 aveva pubblicato una lista di pratiche ammissibili agli ecoschemi (List of potential agricultural practices that eco-schemes could support), in cui il biologico risultava tra le pratiche potenzialmente finanziabili.
In Italia, Mipaaf, Regioni e stakeholder hanno lungamente discusso sulla possibilità di finanziare la crescita del biologico tramite gli ecoschemi. Il fabbisogno finanziario del biologico si dimostrava troppo elevato e finanziariamente ingombrante negli eco-schemi, perché avrebbe assorbito oltre il 50% del plafond previsto per gli eco-schemi.
Un’altra ipotesi era di finanziare il biologico solo negli interventi ambientali del secondo pilastro, ma anche in questo caso il fabbisogno finanziario sarebbe stato troppo elevato o insufficiente a soddisfare le aspettative del settore.
Si poteva finanziare il biologico su entrambi i pilastri della Pac, in parte negli eco-schemi del 1° pilastro e in parte negli interventi ambientali del secondo, ma questa scelta risultava molto complessa con aggravio burocratico per gli agricoltori.
Dopo un ampio dibattito, Mipaaf e Regioni hanno deciso di finanziare il biologico solo negli interventi ambientali del 2° pilastro, ma con un trasferimento di risorse dal 1° al 2°.
Un trasferimento di 360 milioni
Il Reg. Ue 2021/2115 (art. 103) prevede la possibilità per uno Stato membro di trasferire al Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) fino al 25% della dotazione dei pagamenti diretti (Feaga – Fondo europeo agricolo di garanzia).
L’Italia ha deciso un trasferimento di risorse dal Feaga (1° pilastro) al Feasr (2° pilastro) per 505.141.168 di euro, corrispondenti a 126.285.292 di euro annui. I trasferimenti sono destinati ai seguenti interventi (tab. 1):
- giovani agricoltori per 36,2 milioni di euro annui dal 2024 al 2027, per un totale di 145,14 milioni;
- interventi sull’agricoltura biologica per 90 milioni di euro annui dal 2024 al 2027, per un totale di 360 milioni.
La dotazione aggiuntiva di 90 milioni per l’agricoltura bio è stata ripartita tra le Regioni (tab. 2).
Il 2° pilastro della Pac, finanziato dal Feasr, prevede l’obbligo di un cofinanziamento nazionale di circa il 50%; di conseguenza, il trasferimento di 360 milioni di euro dal 1° pilastro genera una dotazione di circa 720 milioni nel 2° pilastro a disposizione degli interventi per l’agricoltura biologica. Tale cifra si aggiunge alle risorse che le Regioni hanno impegnato per la Misura 11 dei Psr a sostegno dell’agricoltura biologica nella programmazione 2014-2022 (tab. 3).
Italia prima della classe
Pertanto, la scelta adottata dal Mipaaf e dalle Regioni consente di aumentare di molto le risorse destinate all’agricoltura biologica, con un incremento del 42%. Questa dotazione dovrebbe consentire all’Italia di raggiungere l’obiettivo del 25% delle superfici agricole nazionali al regime di produzione biologica nel 2027 anziché nel 2030, come previsto dalla strategia Farm to Fork. In questo modo l’Italia intende mantenere il primato europeo delle superfici coltivate con il metodo biologico.
Agricoltura bio nel secondo pilastro
La nuova programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027 prevede una significativa riduzione del numero di misure. Si passa, infatti, dalle attuali 21 (e 66 sottomisure), a 8 gruppi di Interventi previsti nella nuova programmazione (fig. 2).
Tra le 8 tipologie di Interventi dello sviluppo rurale proposti per la nuova Pac 2023-2027 rientrano i pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione. Questo tipo di intervento è obbligatorio per gli Stati membri. Non solo. Dovranno destinare almeno il 30% delle risorse Feasr a interventi relativi a obiettivi climatici-ambientali. In questa tipologia rientra anche il sostegno all’agricoltura biologica.
Oltre ai sostegni diretti, l’agricoltura biologica potrà beneficiare di altri importanti Interventi della nuova politica di sviluppo rurale, tra cui lo scambio di conoscenza e informazioni, nel nuovo sistema dell’Akis (Agricultural Knowledge Innovation Systems), che dovrà accrescere le conoscenze sulle pratiche agricole biologiche per aumentare produttività e sostenibilità.
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Il biologico nel Psn
Nella programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027 non si parla più di misure e quindi di Misura 11 “Agricoltura biologica”, ma di tipologie di Intervento.
Il sostegno all’agricoltura biologica rientra all’interno del Piano Strategico Pac (Psp) nella tipologia di Intervento A) pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione (tab. 4), con un apposito Intervento SRA29 “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica”.
SRA29 sarà quindi il codice identificativo del sostegno all’agricoltura biologica nello sviluppo rurale 2023-2027.
Il Psp prevede che l’intervento SRA29 sia attivato da tutte le 19 Regioni e dalle due Province autonome di Trento e Bolzano. Regioni e Province autonome saranno le Autorità di Gestione per il sostegno all’agricoltura biologica, come anche per tutta la politica di sviluppo rurale.
L’intervento “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica” prevede un pagamento annuale per ettaro di Sau a favore degli agricoltori che si impegnano volontariamente a convertire e a mantenere le superfici coltivate ad agricoltura biologica ai sensi del Reg. (Ue) 2018/848 e dei relativi regolamenti attuativi, mediante la compensazione dei minori ricavi e/o maggiori costi dei processi produttivi collegati al rispetto del metodo di agricoltura biologica.
L’intervento si applica a tutte le tipologie colturali e ai prati permanenti, prati pascoli e pascoli, esclusi i terreni a riposo, e si articola in due azioni:
- Azione 1 Conversione all’agricoltura biologica;
- Azione 2 Mantenimento dell’agricoltura biologica.
L’obiettivo dell’Azione 1 è quello di incrementare le superfici coltivate con metodi di agricoltura biologica, mediante la conversione dall’agricoltura convenzionale, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo del 25% della Sau europea in biologico entro il 2030, fissato dalla Strategia Farm to Fork.
L’obiettivo dell’Azione 2 è quello di contribuire al mantenimento della Sau biologica al fine di consolidare, nel contesto produttivo agricolo nazionale, i risultati ambientali in termini di incremento della biodiversità, di miglioramento della qualità delle acque e della fertilità dei suoli.
L’intervento prevede un periodo di impegno di durata pari a cinque anni. La singola annualità dell’impegno è riferita all’anno solare (01/01-31/12).
I pagamenti sono accordati, su tutto il territorio nazionale, qualora siano rispettati i seguenti impegni:
- adozione del metodo di produzione di agricoltura biologica di cui al Reg. (Ue) 2018/848 e relativi regolamenti attuativi riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici, su tutta la Sau oggetto di sostegno, per tutta la durata del periodo di impegno;
- disponibilità delle superfici oggetto di impegno in virtù di un diritto reale di godimento (titolo di proprietà, contratto di affitto o di comodato d’uso gratuito) per tutta la durata del periodo di impegno, senza soluzione di continuità.
Al fine di migliorare le performance ambientali previste dall’intervento è consentito rafforzare gli impegni previsti dal sostegno all’agricoltura biologica con quelli di alcuni interventi agro-climatico-ambientali del Psn 2023-2027. Regioni e Province autonome definiscono gli impegni cumulabili, sulla stessa superficie, a quello dell’agricoltura biologica, evitando che vi sia un doppio finanziamento.