Cedono le farine proteiche, in ribasso anche l’orzo

farine proteiche
Note negative per girasole e colza, mentre i derivati dalla soia sono temporaneamente stabili. I prezzi settimanali di grano tenero, grano duro, orzo, mais, erba medica, soia, girasole e colza, rilevati dalle Camere di Commercio ed elaborati da Borsa Merci Telematica Italiana (Bmti)

Sono proseguiti in apertura di marzo i ribassi dei prezzi all’ingrosso delle farine proteiche e dei cereali foraggeri.

Farine proteiche

Tra le farine proteiche, complice un’offerta superiore alla domanda, si è registrato un ulteriore calo settimanale per la farina di girasole, più marcata per la farina proteica. Quest’ultima sulla piazza di Milano ha ceduto il 2,5% rispetto alla settimana precedente, attestandosi sui 230-238 €/t. Nonostante la congiuntura negativa, rimane leggermente positiva la variazione rispetto allo scorso anno (+2%). Positiva, ma ben più ampia, anche la variazione per la farina integrale (+16,9%). Mercato pesante e prezzi in ulteriore discesa anche per la farina di colza: sulla piazza di Torino il calo è stato dell’1,7% rispetto all’ultima settimana di febbraio. Come per il girasole, i prezzi attuali rimangono comunque più elevati rispetto al 2018 (+9,7%).
Avvio di marzo che ha messo in evidenza una maggiore stabilità sia per i semi che per la farina di soia. Per i semi di soia nazionali i valori si sono mantenuti appena sotto la soglia dei 340 €/t (336-339 €/t a Bologna) mentre per la farina di soia i prezzi non si sono discostati dai 320 €/t (Soia tostata integrale nazionale). Le quotazioni sono state invece in calo nel mercato americano. Nonostante appaia vicina una conclusione positiva dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, alla borsa di Chicago si è registrato un calo settimanale per le quotazioni dei semi di soia (-1,7%) e della farina di soia (-1,4%), principalmente per le attese di vendite da parte di Brasile e Argentina.

Cereali foraggeri

Anche i listini dei cereali foraggeri sono stati interessati in avvio di marzo da un ulteriore calo dei prezzi. Ribassi che nel caso dell’orzo hanno riguardato sia il prodotto nazionale (-1,4% a Torino, 207-214 €/t) che di provenienza comunitaria (-2,2%, 218-224 €/t). Sempre positiva, comunque, la variazione anno su anno (+12,3%). Dopo i forti aumenti nella prima parte della campagna, la debolezza attuale dei prezzi va messa anche in relazione alla crescita che ci si attende per superfici e produzione nell’Unione Europea nella prossima annata. Le stime dell’International Grains Council di fine febbraio indicano per il 2019 un’area coltivata che dovrebbe attestarsi su 12,5 milioni di ettari, in aumento dello 0,3% su base annua. Tornando all’analisi dei listini attuali, nuovi ribassi si sono rilevati anche per il sorgo (-1,6% a Bologna), sebbene anche in questo caso i prezzi attuali rimangano più alti rispetto allo scorso anno (+9,3%). Anche i prezzi del mais nazionale per uso zootecnico hanno continuato a mostrare dei segnali di calo anche in apertura di marzo, complice una domanda contenuta, sebbene i ribassi siano stati meno accentuati rispetto a quanto visto nelle settimane precedenti (-0,3% a Milano per il prodotto standard e valori sui 182,5-183,5 €/t).

I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 4 al 9 marzo 2019

Cedono le farine proteiche, in ribasso anche l’orzo - Ultima modifica: 2019-03-11T18:06:43+01:00 da Redazione Terra e Vita

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