Nel mercato delle materie prime mangimistiche è proseguita anche nella seconda settimana di novembre la fase di rialzo dei prezzi dei cereali foraggeri, ancora guidati dai rincari messi a segno dagli orzi e dai grani teneri foraggeri, sempre condizionati dai problemi della logistica per gli arrivi di merce estera e dai contemporanei aumenti delle quotazioni sui mercati oltre confine. Tra i proteici la settimana ha messo in evidenza un calo della soia nazionale no Ogm e della soia di provenienza estera, a fronte dei rialzi che hanno interessato invece le quotazioni sui mercati esteri, causati dalle stime ribassiste dell’Usda sulla produzione degli Stati Uniti.
Grano tenero, valori a premio rispetto al mais
Un nuovo rialzo si è osservato per i prezzi del grano tenero a uso zootecnico. Alla Borsa merci di Bologna i valori hanno raggiunto la soglia dei 330 €/t (326-332 €/t, franco arrivo), guadagnando il 2,3% rispetto alla settimana precedente. La crescita dei prezzi che sta interessando i grani foraggeri sin dall’avvio dell’attuale annata ha avuto come effetto quello di riportare i valori a premio rispetto al mais. Attualmente, infatti, le quotazioni del grano sono più alte di oltre 40 €/t rispetto a quelle del mais di qualità standard (283-285 €/t a Bologna). I prezzi si confermano in rialzo anche sul mercato comunitario. Al Matif di Parigi i future del grano zootecnico hanno chiuso la settimana sui 218 €/t, guadagnando lo 0,6% su base settimanale.
Orzo ai massimi dal 2007
Si confermano in rialzo i prezzi degli orzi sia di origine nazionale che di provenienza estera. A Bologna i valori attuali sfiorano i 280 €/t (276-278 €/t, +5 €/t su base settimanale, franco arrivo). La corsa iniziata lo scorso luglio ha portato i prezzi a guadagnare nell’arco di poco più di quattro mesi quasi il 40% e i valori attuali sono superiori anche rispetto ai picchi che furono toccati durante il biennio 2007-2008. Maggiore stabilità è prevalsa, invece, per il sorgo nazionale, di fatto stabile sulla quasi totalità delle principali Borse Merci nazionali. Anche per il sorgo le quotazioni rimangono elevate, in crescita di oltre il 50% rispetto ad un anno fa.
Soia in ribasso, ma resta sopra i 600 €/t
Torna il segno “meno” nei listini della soia nazionale (no ogm), con ribassi settimanali sia a Bologna (-5 €/t) che a Milano (-6 €/t) e valori attestati in una forbice compresa tra i 610 e i 620 €/t. Come per i cereali foraggeri, anche per la soia i prezzi rimangono nettamente più alti rispetto alla scorsa annata, con un +50% di crescita. Torna a scendere sotto i 500 €/t (franco arrivo) la soia estera ogm. Sui mercati esteri la settimana è stata condizionata dall’uscita delle stime mensili dell’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura americano, che hanno rivisto in calo la produzione degli Stati Uniti, portandola a 120 milioni di tonnellate contro 122 delle attese e i 121 stimati dall’USDA ad ottobre. Dopo la flessione in avvio di settimana, le quotazioni futures sulla piazza di Chicago sono tornate così in aumento, riportandosi sopra la soglia dei 12 dollari per bushel e chiudendo la settimana sui 12,30 dollari per bushel (pari a 396 €/t), in rialzo del 3,5% rispetto a sette giorni prima.
Tra le farine proteiche, stabilità pressoché completa per girasole integrale e colza. I prezzi attuali mantengono una crescita su base annua del +15% circa sulle principali piazze di scambio.