Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha provocato i primi effetti anche nei listini dei cereali foraggeri e della soia quotati nei listini delle borse merci italiane.
Le preoccupazioni derivanti dal blocco delle forniture da Ucraina e Russia, con le conseguenti ricadute per il commercio mondiale, hanno impresso dei forti aumenti nella giornata di giovedì 24 febbraio 2022 ai prezzi di grano tenero, mais, orzo, sorgo e soia sia all’estero che in Italia.
Nonostante sulle principali borse cerealicole internazionali (Chicago, Parigi) nella giornata di venerdì 25 si sia registrato un parziale rientro dopo l’impennata del giorno prima, dovuto anche alle prese di profitto da parte degli investitori finanziari, le tensioni rimangono elevate sui mercati, confermate da nuovi aumenti all’apertura del Matif di Parigi nella mattinata di lunedì 28 per grano, mais e colza.
Mangimi, alta tensione nei listini
Dopo la staticità registrata nella prima parte della settimana, il comparto dei mangimi è entrato in tensione a partire dalla giornata di giovedì 24. I prezzi del grano tenero foraggero hanno registrato un aumento di 9 €/t alla borsa merci di Bologna, portandosi sui 312-320 €/t (franco arrivo), un livello più alto del 25,6% rispetto allo scorso anno. Marcato rialzo anche per l’orzo ad uso zootecnico, tornato sulla piazza di Bologna a ridosso dei 300 €/t (296-300 €/t, franco arrivo), 7 €/t in più rispetto a una settimana fa. Le quotazioni rimangono sostenute, in crescita di quasi il 40% su base annua. In aumento anche i prezzi del sorgo nazionale, salito di 6 €/t e attestato vicino ai 290 €/t (285-288 €/t, franco partenza). Consistente anche in questo caso l’incremento rispetto a dodici mesi fa, pari ad un +33%.
Anche il girasole nel mezzo della guerra
Rincari evidenti anche nel mercato dei semi oleosi e degli oli vegetali, dove la crescita delle quotazioni del girasole e gli aumenti di petrolio e gas si sono riversati sui listini internazionali e, a cascata, in Italia. Va ricordato che Russia e Ucraina sono i due principali paesi produttori di girasole a livello mondiale, con l’Ucraina che da sola rappresenta quasi il 50% delle esportazioni mondiali di olio di girasole. Sotto il profilo dei prezzi, la soia nazionale no ogm ha guadagnato 10 €/t, portandosi a Bologna sui 636-639 €/t (franco partenza), in rialzo di quasi il 25% su base annua. Non quotato invece il seme di provenienza estera, dato il contesto di forte volatilità registrato nella giornata di giovedì sul mercato internazionale. Forte rincaro anche per la farina di soia proteica, balzata sopra i 570 €/t (571-573 €/t, franco arrivo), 38 €/t in più rispetto alla settimana precedente. Supera il 15% la crescita rispetto ad un anno fa. Come per i semi di soia esteri, lo scenario di forte incertezza sui mercati esteri ha portato a dei “non quotato” per la farina di girasole e la farina di colza.