Gli agnelli da latte spuntano prezzi piuttosto alti

prezzi dei prodotti agricoli del 4 novembre 2019
Il commento di Ismea alle quotazioni del 4 novembre. È iniziata la campagna di macellazione degli agnelli da latte su alcuni centri di scambio sardi e le prime quotazioni sono risultate piuttosto alte. Ancora in rialzo i prezzi dei suini, mentre si arresta la crescita di quelli dei conigli

Caseari

Nell’ultima settimana monitorata si rilevano le prime movimentazioni nei listini delle materie grasse dopo un lungo periodo di stasi nei prezzi. Nello specifico lo zangolato recupera 5 centesimi a Milano scambiato a 1,55 euro al chilo, Mantova a 1,45 euro al chilo e Reggio Emilia a 1,15 euro al chilo. Anche le altre tipologie di burro mostrano i medesimi recuperi, con il pastorizzato a Cremona che tocca i 2,75 euro al chilo e il burro Cee a Mantova e Milano che raggiunge i 3,55 euro al chilo. Relativamente ai due formaggi grana a denominazione, le dinamiche che si presentano mettono in risalto una situazione di ulteriori rallentamenti negli scambi, per tutte le stagionature, sia per il Parmigiano Reggiano che per il Grana Padano, con quotazioni che retrocedono su tutti i centri di scambio tra i 5 e i 20 centesimi al chilo. Si segnala comunque la chiusura della borsa merci di Parma per la festività infrasettimanale.

Suini

Il mercato dei suini da macello prosegue l’andamento rialzista dei prezzi su tutti i centri di scambio. Nello specifico i suini pronti per la macellazione recuperano 1 centesimo al chilo per tutti i pesi sia destinati al circuito Dop che per quelli non destinati, con il taglio dei 160/176 scambiato a 1,77 euro al chilo (+0,6% variazione congiunturale; +19,6% variazione tendenziale). Relativamente al mercato dei suinetti la domanda appare più sostenuta per la categoria 15 chili con recuperi pari a 4 centesimi (3,99 euro al chilo), si sottolinea comunque che nonostante tale andamento i valori si collocano ancora al di sotto dei listini dello scorso anno. Alla stessa stregua si registrano movimentazioni al rialzo di circa 2 centesimi solo per gli altri pesi leggeri fino ai 25 chili e per quelli più pesanti dagli 80 ai 100 chili.

Ovini

Il mercato all’origine degli ovicaprini ha evidenziato, nella settimana che ha chiuso il mese di ottobre, importanti dinamiche che hanno coinvolto alcune delle piazze monitorate. La novità saliente dell’ottava appena trascorsa è rappresentata dall’inizio della campagna di macellazione degli agnelli da latte su alcuni centri di scambio sardi. A fronte di un’offerta esigua, rispetto alle quantità domandate, le prime quotazioni hanno spuntato prezzi piuttosto alti a detta degli operatori di mercato. Nel Cagliaritano le quotazioni medie per l’agnello da latte sardo si sono attestate a 4,40 euro al chilo anche se, rispetto all’esordio dell’anno scorso, a livello tendenziale si è manifestata una contrazione del 2,2%. Per avere un quadro completo bisognerà attendere le quotazioni della piazza di Macomer e di Sassari che ancora non hanno iniziato la campagna di macellazione. Nel resto della penisola, nello specifico sulle piazze del sud Italia, i valori si mantengono su discreti livelli e in alcuni casi migliorano rispetto a sette giorni fa. L’Italia centrale, rappresentata dalle piazze di Viterbo e Grosseto, presenta ancora una situazione in fase di riassetto stagionale.

Bovini

Questa settimana le variazioni di prezzo per le principali categorie di bovini da macello e carni bovine sono state contenute. Vediamo come le manze da macello abbiano perso lo 0,13% su base media nazionale, conseguenza di cali registrati sulla piazza di Modena per le razze da carne Charolaise e Limousine. Restano stabili le altre categorie fatto salvo un leggero incremento di prezzo per i vitelli da macello (+0,04%), rispecchiato in misura maggiorata dal prezzo delle carni di vitello (+0,22%). Le carni di scottona, vitellone e bovino adulto restano stabili. I baliotti da ristallo mostrano flessione particolare sulla piazza di Padova, dove perdono dal -2,4% al -1,7%. La categoria dei vitelli da ristallo, al contrario, mostra un leggero apprezzamento, del +0,04% nel complesso delle razze e delle piazze nazionali.

Avicunicoli

Si arresta questa settimana l’incremento dei prezzi di conigli all’origine e rallenta quello delle carni cunicole che mostrano un +0,55%. Faraone, galline e piccioni mostrano incrementi di prezzo all’origine, rispettivamente del +0,75%, del +2,24% e del +1,45%. Restano invece stabili le anatre e i tacchini. Si nota come le uova di gallina, che questa settimana restano stabili sulla maggior parte delle piazze italiane, mostrino un incremento di prezzo sulla piazza di Palermo: le S recuperano un +0,15%, le M un +0,76, le L un +0,71% mentre le XL un +0,22%.

Olio

L’ultima settimana di ottobre non ha riportato particolari variazioni nelle quotazioni all’origine degli oli italiani. Nello specifico, si è osservata solo una flessione per le categorie dell’extravergine e del lampante, rispettivamente di 2,18% e 2,22%. Restano, invece, invariati i prezzi medi dell’olio vergine. Lievi ribassi anche per le DOP, stabili le IGP. Sul mercato all’ingrosso, per l’olio raffinato di oliva, non si sono osservate importanti modifiche, sia negli scambi sia nelle quotazioni. Di contro, si è avuto un calo per il raffinato di sansa imputabile all’andamento del mercato sulle piazze di Roma e Milano. Si sono registrate lievi variazioni anche nel settore degli oli di semi riportando dei ribassi per il prezzo dell’olio di girasole e dei lievi rialzi per quelli di arachide e mais.

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Gli agnelli da latte spuntano prezzi piuttosto alti - Ultima modifica: 2019-11-05T17:43:51+01:00 da Redazione Terra e Vita

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