La settimana 41 del 2020 conferma le tendenze della scorsa, con qualche novità per quanto riguarda le carni. Riprende vigore la corsa dei grana (Parmigiano Reggiano e Grana Padano), che guadagnano dai 30 ai 10 centesimi al chilo, a seconda della tipologia e delle piazze. Si apprezzano le vacche da mecello e, seppur di poco, gli avicunicoli. In calo i suini, stabili olio e vino.
Caseari, grana ancora col vento in poppa
Prosegue la buona intonazione del mercato per i due formaggi grana a denominazione. Degni di nota i recuperi registrati dal Parmigiano Reggiano Dop, che in sette giorni aggiunge dai 20 ai 30 centesimi su tutti i centri di contrattazione a seconda della varietà. Scendendo nel dettaglio, per il Reggiano 12 mesi l’incremento medio si è concretizzato in un +2,9% mentre, per 24 mesi è risultato pari al +1,5%. Lievemente ridotta, ma sempre significativa, la forbice dei prezzi rispetto allo stesso periodo del 2019. Per la varietà più giovane il confronto su base annua è pari al –17,5%, mentre il 24 mesi si è collocato a un livello inferiore di oltre 15 punti percentuali.
Di minore entità, la corsa al rialzo dei listini del Grana Padano Dop che nello specifico, riesce ad aggiungere per la varietà 4-12 mesi 10 centesimi su tutte le piazze (+1,4% variazione congiunturale), mentre le produzioni più stagionate incrementano dai 5 ai 10 centesimi. Gli scambi vengono definiti comunque buoni dagli operatori.
Per le materie grasse e i burri, non si sono riscontrati ritocchi nei listini, confermando così un andamento di sostanziale stabilità, ad eccezione della crema di latte in recupero sulla piazza di Milano (1,88 euro al chilo).
Bovini, si fanno notare le vacche da macello
La quarantaduesima settimana del 2020 presenta un quadro di sostanziale tenuta riguardo ai prezzi di bovini vivi da ristallo e da macello, così come per le carni fresche bovine scambiate all’ingrosso.
Gli animali da ristallo mostrano un andamento leggermente flessivo i baliotti, che cedono il -0,11%, mentre risultano in leggero recupero per i vitelli sulla piazza di Padova per le razze Charolaise, Limousine e gli incroci francesi. Stabili invece, le vitelle.
Sul vivo da macello non si segnalano dinamiche intense. Le variazioni di maggior interesse sono limitate alle vacche da macello di razze Chianina e Pezzata rossa. In recupero la prima su Grosseto (+3,2%) e Perugia (+1,6%), mentre la seconda soltanto su Perugia con una variazione del +4,4%.
Anche per quanto riguarda le carni fresche la situazione dei prezzi risulta calma. Si registrano alcuni apprezzamenti nei listini sulla piazza di Modena dove le carni di vitello recuperano nel complesso il +1,9% e quelle di vitellone mostrano variazioni positive i quarti anteriori (+1,1%), le mezzene (+0,4%), e i quarti posteriori (+0,3%).
Avicunicoli, più domanda che offerta
Anche questa settimana il mercato dei prodotti avicunicoli mostra una buona impostazione, con domanda sostenuta a fronte di una quantità offerta limitata per diversi articoli, condizioni che determinano una ripresa dei corsi.
I polli vivi scambiati all’origine hanno recuperato, in sette giorni, mediamente il +1,45%. Nello specifico, sulle singole piazze sono stati registrati incrementi su Arezzo, Forlì, Treviso, Verona e Macerata. La pezzatura leggera si è dimostrata lievemente più reattiva alla situazione di mercato (+1,26%) rispetto alla pesante (+1,24%).
Si conferma la ripresa dei consumi domestici di galline accompagnata ad una quantità di prodotto immessa sul mercato inferiore alla domanda complessiva.
Nel complesso delle piazze nazionali vediamo i listini delle galline scambiate all’origine passare da 0,27 a 0,29 Euro/Kg peso vivo.
Anche questa settimana anatre, faraone e tacchini hanno mostrato recuperi, sebbene in misura inferiore ai due punti percentuali, ma diffusi su molti mercati.
Alla stessa stregua, prosegue il buono l’andamento dei conigli vivi scambiati all’origine (+8,93%) grazie a consumi sostenuti e a una offerta di vivo limitata.
Quanto al comparto delle carni macellate scambiate all’ingrosso, questa settimana vediamo recuperi per gallina, coniglio, tacchino e pollo, mentre risultano stabili i prodotti macellati di piccione, faraona e anatra. Prosegue la condizione di equilibrio per le uova di gallina.
Suini, in flessione quelli da macello
Gli indicatori del mercato suinicolo cominciano a volgere verso la flessione, in special modo quelli relativi ai suini da macello, con un mercato nel quale prevale un’offerta di capi pronti a fronte di una domanda debole. Relativamente ai tagli all’ingrosso si registra un trend flessivo per tutti quelli destinati al consumo, mentre quelli destinati all’industria sono in calo solo i listini delle spalle, delle coppe, delle pancette e dei pancettoni mentre, i prosciutti smarchiati e tipici insistono nella dinamica inflattiva sui listini, i primi di 3 centesimi i secondi di 2 centesimi. Riguardo ai suinetti risultano stabili la quasi totalità delle pezzature ad eccezione dei magroni 100 kg che, influenzati dall’andamento negativo dei suini da macello accusano erosioni nei valori.
Olio, prezzi invariati
Non ci sono novità sul mercato dell’olio di oliva nazionale. Gli operatori sono concentrati sui lavori nelle campagne ormai in piena raccolta. Si seguono attentamente gli sviluppi per valutare qualità e quantità della nuova produzione.
Intanto i listini medi all’origine nazionali restano fermi a 3,84 euro al chilo per l’olio extravergine di oliva, a 2,28 euro al chilo per l’olio vergine e a 1,58 euro al chilo per il lampante.
Sul mercato all’ingrosso si registra un lieve incremento per il raffinato di oliva che si attesta a 2,07 euro al chilo, mentre l’olio raffinato di sansa perde 3 centesimi di euro fermandosi a 1,16 euro al chilo.
Mercati esteri più sostenuti si evidenziano lievi aumenti sia sui listini spagnoli che su quelli greci.
Vino senza variazioni
Non ci sono particolari variazioni sul mercato nazionale dei vini comuni. Il mercato procede a rilento e si stanno fissando poco alla volta i listini per il nuovo prodotto.
In particolare, negli ultimi sette giorni, si è evidenziata la quotazione del vino comune romagnolo che si posiziona sul mercato a 3,20 euro l’ettogrado per i bianchi comuni e 4,40 per i rossi comuni entrambi con riferimento ad una gradazione pari a 10. Statico il mercato delle indicazioni geografiche tipiche.
I prezzi dei prodotti agricoli del 19 ottobre 2020
sono disponibili per tutti i nostri abbonati nell'area riservata