Caseari, i Grana riducono ancora il gap con il 2019
Ancora positivo il mercato dei due formaggi grana a denominazione con scambi definiti buoni dagli operatori su tutti i centri di contrattazione.
Benché, per entrambi, il trend delle ultime ottave abbia favorito un rialzo delle quotazioni medie il Reggiano continua a mostrare un’evoluzione migliore, rispetto al Padano. Nello specifico, per il Parmigiano Reggiano Dop 12 mesi la spinta inflattiva dei listini tocca i 35 centesimi sulla piazza di Milano (9,18 euro/kg), seguita dai 33 centesimi di Reggio Emilia (9,27 euro/kg) e dai 20 centesimi di Parma (9,42 euro/kg) e Mantova (9,25 euro/kg). Buone anche le performance del Grana Padano Dop, con recuperi per la varietà 4-12 mesi di 10 centesimi su tutte le piazze. Per entrambi grazie a tali incrementi appare notevolmente ridotto il divario negativo con l’anno passato, anche se ancora di una certa entità (variazione tendenziale -15% Grana Padano 4-12 mesi; -13,7% Parmigiano Reggiano 12 mesi).
Sul fronte degli altri formaggi da segnalare, dopo un lungo periodo di immobilità dei prezzi, adeguamenti al rialzo sulla piazza di Brescia per il Taleggio e l’Italico rispettivamente di 5 centesimi al chilo.
Ancora la palo i listini dei burri, mentre al crema di latte retrocede di 6 centesimi sulla piazza di Milano ritornando di fatto ai valori di quindici giorni fa (1,82 euro/kg).
Bovini, mercato stabile
Anche questa settimana si rileva un quadro calmo nel comparto bovino. Gli animali da ristallo mostrano una situazione leggermente flessiva per i baliotti e vitelli, comunque al di sotto del punto percentuale, mentre le vitelle mostrano un recupero del +0,17%.
Sul fronte del vivo da macello, che nel complesso recupera il +0,12% su base media nazionale, si notano leggeri recuperi per le manze, i vitelli e i vitelloni. Su questi ultimi sono le piazze di Modena e Padova a far registrare le variazioni che restano comunque sotto il punto percentuale, mentre per i vitelli si evidenziano incrementi sia su Padova che Montichiari. Modena è anche il teatro dei leggeri recuperi nei prezzi delle manze, in particolare per Charolaise e Limousine.
Nel comparto delle carni fresche la situazione dei prezzi risulta improntata sulla stabilità, ad eccezione di leggeri adeguamenti al rialzo della carne di vitellone intorno allo 0,1% determinato da apprezzamenti nei listini per mezzene e quarti anteriori sulla piazza di Modena.
Avicunicoli, rialzi diffusi
La quarantatreesima settimana dell’anno mostra per i prodotti avicunicoli una buona impostazione, vediamo infatti tendenze rialziste su molti dei prodotti rilevati e una sostanziale tenuta dei valori per i restanti. Meno incisi i recuperi medi dei polli vivi scambiati all’origine con una variazione congiunturale del + 1,08%. Questa settimana le piazze che trainano tale media sono Cuneo e Forlì, con una modesta differenza tra le pezzature rilevate. Si segnala comunque una buona quantità richiesta e un’offerta sul mercato ancora moderata.
Alla stessa stregua, per le galline si conferma un consumo domestico sostenuto, a fronte di quantità offerte insufficienti tali da determinare un surplus di domanda e un conseguente aumento dei prezzi. Nel complesso delle piazze nazionali vediamo il prezzo medio delle galline passare da 0,29 a 0,31 Euro/Kg di peso vivo. Spiccano i recuperi dei tacchini pari al +2,1%, seguiti dagli incrementi di anatre e faraone (+0,4%), mentre rimangono stabili i piccioni. Si arresta la corsa dei prezzi dei conigli, fenomeno dovuto agli elevati prezzi raggiunti nonostante l’offerta risulti contenuta. Prosegue la condizione di equilibrio del mercato per le uova di gallina.
Suini in calo
Gli indicatori del mercato suinicolo volgono decisamente verso la flessione, in special modo quelli dei suini da macello con un’offerta di capi pronti abbondante a fronte di una domanda stabile. I problemi del momento per bar e ristoranti si riflettono sull’industria di trasformazione che vive una congiuntura di crisi. Alla stessa stregua per quanto riguarda i suinetti la tendenza flessiva caratterizza l’ottava di riferimento, con un’offerta decisamente prevalente rispetto alla domanda. Relativamente ai tagli del mercato all’ingrosso gli indicatori si orientano verso alla stabilità per quanto riguarda quelli destinati al consumo fresco, mentre per quanto riguarda quelli destinati alla trasformazione tendono verso la flessione, ad eccezione dei prosciutti smarchiati e tipici che adeguano al rialzo i listini entrambi di 3 centesimi.
Olio, l'evo parte in quarta
In questa quarta settimana del mese di ottobre si sono rilevate le prime quotazioni del nuovo prodotto extravergine facendo evidenziare un balzo in avanti del valore medio registrato. Chiude, infatti, a 4,03 €/kg la valutazione media dell’evo.
Restano stabili a 2,28 euro al chilo le quotazioni medie dell’olio vergine di oliva, mentre si attestano a 1,60 quelle del lampante.
Sul mercato all’ingrosso sostanzialmente stabili i listini del raffinato di oliva e di sansa.
Continua invece l’incremento generalizzato dei listini degli olii si semi raffinati monitorati.
Vino, situazione incerta
Il mercato del vino nazionale continua ad essere incerto. Domanda e offerta proseguono in una situazione di stallo. Le contrattazioni risultano limitate. Non si apprezzano variazioni nei listini medi rilevati.
I prezzi dei prodotti agricoli del 26 ottobre 2020
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