Prosegue senza sosta la corsa la rialzo dei prezzi della soia quotata nei listini delle Borse Merci nazionali, sempre condizionata dalla poca disponibilità di merce ormai rimasta sul mercato. Le ultime rilevazioni di marzo hanno mostrato aumenti anche per le farine di soia, conseguenti al forte balzo registrato a metà settimana alla Borsa di Chicago, dipeso dalle stime Usda sulle semine negli Stati Uniti inferiori alle attese. I ribassi continuano, invece, a caratterizzare l’andamento dei prezzi nel comparto dei cereali foraggeri quotati nei listini nazionali.
Soia, semine Usa in calo e prezzi alle stelle
Si confermano su livelli record i prezzi dei semi di soia di origine nazionale. Nell’ultima settimana di marzo i valori hanno raggiunto i 630 €/t (franco partenza, Borsa Merci di Bologna), guadagnando altri 35 €/t su base settimanale. Complice le ormai ridotte disponibilità di merce, su alcune piazze di scambio sono comparsi i primi “non quotato”. Anche i prezzi dei semi di soia ogm di provenienza estera hanno messo a segno un nuovo rincaro, spingendosi a toccare la soglia dei 555 €/t (franco arrivo, Borsa Merci di Bologna), 10 €/t in più rispetto alla settimana precedente. Si è interrotta, invece, la serie di ribassi che aveva interessato i prezzi all’ingrosso della farina di soia sin dalla fine di gennaio.
A fornire sostegno sono state le stime diffuse dall’Usda sulle prossime semine di soia negli Stati Uniti, che sono state inferiori alle attese ed hanno generato un balzo delle quotazioni dei future scambiati alla Borsa di Chicago (Cbot) nella seduta di mercoledì 31 marzo (+5,1% per i semi, +6,7% per la farina). Nonostante il parziale ripiegamento nella seduta del Cbot di giovedì 1° aprile, i prezzi nelle Borse Merci nazionali hanno archiviato la settimana con forti aumenti. A Bologna i valori si sono riportati sui 470 €/t (farina proteica estera Ogm, franco arrivo), in rialzo di 20 €/t rispetto alla settimana precedente.
Farine proteiche in ordine sparso
Tra le farine proteiche, un ulteriore leggero cedimento si è rilevato per il girasole (-1,3% alla granaria di Milano), sebbene non su tutte le piazze di scambio. Nonostante un calo di circa 30 €/t da metà gennaio, i prezzi all’ingrosso attuali mantengono comunque un’ampia crescita rispetto allo scorso anno (+22%).
Qualche segnale di rialzo in chiusura di marzo per la farina di colza, per via della minore disponibilità di prodotto sul mercato. Alla Borsa Merci di Torino i prezzi all’ingrosso si sono riportati a ridosso dei 380 €/t (franco arrivo), il 2,1% in più su base settimanale. E positiva rimane l’evoluzione rispetto allo scorso anno (+32,5%).
Grano tenero in calo per la sesta settimana consecutiva
Nel comparto dei cereali foraggeri continuano, invece, a prevalere i ribassi, effetto della domanda interna tutt’altro che vivace e del calo delle alternative estere. Il grano tenero ha archiviato la sesta settimana consecutiva di calo, scendendo sui 230 €/t (- 3 €/t, franco arrivo, Granaria Milano). Si attenua così la crescita rispetto alla scorsa annata, adesso pari al 13%. Arretra ancora anche l’orzo nazionale, attestato sotto i 195 €/t alla Borsa Merci di Roma (-1,5%, franco partenza). Quotazioni in calo anche in Francia, complici le prospettive positive sulla prossima annata. Segno “meno”, infine, anche per il sorgo nazionale, che alla Borsa Merci di Bologna cede 1 €/t (211-213 €/t, franco partenza).
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 29 marzo al 2 aprile 2021