Bovini
La settimana in oggetto è stata la prima a risentire dall’emergenza sanitaria verificatasi in Italia dal Covid-19 e tutt’ora in corso di evoluzione. L’effetto più immediato è stato il mancato rilascio di bollettini da parte di numerose fonti utili alla comprensione dei mercati. È possibile che alcuni dei prezzi stabili riportati da quei centri di scambio, che non hanno comunque interrotto la comunicazione, siano comunque riferiti ad un ridotto numero di contrattazioni vista questa fase di incertezza. Ad esempio le vacche di razza frisona scambiate nelle piazze di Carmagnola, Cremona, Forlì, Perugia e Vicenza non hanno mostrato variazione alcuna nei prezzi. Sulla piazza di Milano, invece, si nota un calo dei prezzi dei vitelli da macello, per le categorie razze da carne (-2,7%) e razze varie (-3,41%).
Suini
Il mercato dei settori suini da allevamento prosegue anche nel corso dell’ultima settimana l’andamento rialzista dei prezzi manifestate principalmente dalle categorie di peso minore dai 15 ai 65 chili, mentre i magroni 80 e 100 chili riescono a mantenere stabili i valori. All’insegna della stabilità anche il mercato della scrofa da macello risulta stabile con la quotazione di 0,75 euro al chilo. Sul fronte dei tagli, quelli della carne suina per il consumo risultano in recupero, mentre quelli per l’industria appaiono in flessione rispetto alla settimana passata, strascinate al ribasso dai cali della pancetta pancettone, a fronte di una sostanziale tenuta di entrambe le tipologie di cosce.
Avicunicoli
Nel Nord Italia la corsa alle derrate alimentari verificatasi la scorsa settimana ha avuto un effetto dicotomico rispetto alla domanda: l’ha incentivata molto, per quanto riguarda la grande distribuzione anche in termini di raddoppio degli ordini, mentre per i canali commerciali dove la vendita è effettuata da ambulanti si è praticamente interrotta. Per il pollo si vede come il risultato sia un sensibile aumento del prezzo rispetto alla scorsa settimana, sia del pesante (+4,35%) che del leggero (+2,3%). I tacchini proseguono nei cali nella maggior parte dei principali centri di scambio. Per ciò che concerne i conigli si rilevano flessioni soprattutto nei mercati del centro Italia.
Lattiero-caseario
La settimana in analisi è stata testimone dei primi effetti sul mercato nazionale dei formaggi, determinati dall’emergenza sanitaria legata al Corona Virus. Molti centri di scambio presenti nelle aree colpite come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna hanno sospeso le attività in relazione a quanto disposto dall’Ordinanza contingibile e urgente n. 1 del 23/02/2020, emanata dal Ministro della Salute d’intesa con i Presidenti delle varie regioni maggiormente compromesse dall’infezione. Pertanto, la maggior parte dei centri di scambio hanno sospeso le contrattazioni per tutta la settimana. A mantenere una parziale attività è la Borsa merci di Milano, sulla quale le dinamiche mercuriali per ciò che concerne i due formaggi grana a denominazione mostrano, come quanto già avvenuto nelle precedenti settimane, ulteriori flessioni per tutte le varietà del Parmigiano Reggiano pari a 13 centesimi al chilo determinate da una lentezza negli scambi, oramai da diverse settimane. Congiuntura stabile per il Grana Padano Dop, per tutte le varietà. Per ciò che concerne il mercato del burro, i listini hanno ricalcato fedelmente quelli della precedente ottava di rilevazione. Prosegue, invece, l'andamento flessivo dei corsi della crema di latte, in perdita dell’1,2% rispetto ai valori della scorsa settimana (1,60 euro al chilo). Nessuna variazione di rilievo per ciò che concerne gli altri formaggi.
Vino
Nell’ultima settimana di febbraio si è osservato un ribasso generale delle quotazioni medie dei vini comuni sia bianchi (-1,4%) sia rossi e rosati (-4,9%), imputabile ad un mercato calmo e domanda debole. Anche per gli Igt rossi e rosati Toscana Sangiovese si rilevano flessioni congiunturali (-2,1%).
Olio
L’ultima settimana del mese di febbraio il mercato dell’olio extravergine conferma sostanzialmente l’andamento della precedente con i valori pressoché stabili sulla maggior parte dei mercati. A fronte di una sostanziale tenuta nei valori, si rilevano solo adeguamenti al rialzo sulle piazze pugliesi di Lecce, Taranto e Brindisi pari a 10 centesimi al chilo. Tali dinamiche hanno comportato un lieve rialzo per i listini medi dell’E.V.O. in recupero rispetto a sette giorni fa dello 0,2%. Si mantengono stabili i prezzi medi dell’olio vergine a 2,20, mentre per i listini medi del lampante si rilevano rialzi dell’1,4% (1,57 euro al chilo). Questa variazione è da imputare principalmente alle piazze di Lecce e Brindisi. Proseguono i recuperi per l’olio di semi di mais (1,15 euro al chilo), strascinati al rialzo dalla piazza di Roma (+2,2% variazione congiunturale). Restano stabili gli oli di semi di arachide e di girasole.
I prezzi dei prodotti agricoli del 2 marzo
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