Caseari, i Grana tirano il fiato dopo lo sprint
La terza settimana di settembre è stata testimone di un mercato ancora attivo per i formaggi grana a denominazione. Per il Parmigiano Reggiano stagionato due anni si è raggiunta la quotazione media di 10,29 euro al chilo, mentre per il formaggio di un anno il valore medio è risultato pari a 8,33 euro al chilo, riducendo leggermente il differenziale negativo su base annua (-24,9% varietà 12 mesi; -20,5% varietà 24 mesi).
Per l’altra Dop, il Padano, la spinta inflattiva appare meno evidente e il mercato risulta più volto verso al consolidamento dei valori piuttosto che ad un effettivo recupero dei prezzi. Infatti, alla totale stabilità dei listini su tutti i centri di scambio si è contrapposto solo un lieve aumento pari a 5 centesimi dello stagionato di 16/24 mesi e pari a 3 centesimi per il 4/12 mesi, sulla sola piazza di Cremona.
Per ciò che concerne il mercato delle materie grasse, tutte le tipologie di burro monitorate hanno aggiunto 5 centesimi alle precedenti rilevazioni. Nello specifico lo zangolato raggiunge 1,07 euro al chilo sia a Parma che Reggio Emilia, mentre mantiene stabili i valori a Modena. Alla stessa stregua sulle piazze lombarde la tipologia Cee incrementa i listini di 5 centesimi, portandosi a 3,30 euro al chilo a Mantova e a 3,27 euro al chilo a Milano. Su quest’ultima si mantiene stabile la crema di latte a 1,86 euro al chilo.
Avicunicoli, si consolida la ripresa
Anche questa settimana il panorama generale dei prezzi nel comparto avicunicolo può essere ritenuto buono, anche considerando l’effetto “fine mese”. I prezzi dei polli vivi all’origine proseguono il recupero già segnalato durante la scorsa settimana, ma con intensità più ridotta. Suddetto recupero (mediamente del +1,13% su base nazionale) è particolarmente marcato su Arezzo, Treviso, Forlì e Perugia.
Anche i tacchini vivi all’origine proseguono nei recuperi, questa settimana di poco più di un punto percentuale. A tale incremento contribuiscono in misura maggiore gli animali di taglia media (+1,79%), rispetto a quelli di taglia pesante (+0,52%). Da sottolineare comunque, che nonostante tali aumenti il differenziale su base annua rimane su terreno negativo (-19,15% variazione tendenziale). Risultano stabili anatre e piccioni. Avanzano ulteriormente i listini dei conigli sia sul fronte del vivo che del macellato, mentre risultano in sostanziale tenuta faraone e galline.
I corsi delle uova risultano in ulteriore rialzo per alcune piazze come Arezzo e Firenze, mentre prosegue nelle flessioni il mercato di Palermo. Una ulteriore riduzione delle temperature dovrebbe favorire una ripresa più diffusa dei listini.
Bovini, ancora giù quelli da ristallo
Prosegue la tendenza flessiva del mercato dei bovini da ristallo, con Montichiari in perdita da quattro settimane consecutive riguardo alle razze varie (-14,8% variazione rispetto a inizio mese; -17,9% variazione tendenziale). Trascinata nei ribassi anche Padova, con contrazioni nei listini dei ristalli di Pezzata nera, Charolaise, Incroci francesi e razze da carne. Riescono a mantenersi stabili gli altri mercati monitorati.
Riguardo gli scambi dei bovini da macello si rileva un eccesso di offerta per le vacche, con erosioni nei listini su Vicenza, Cremona e Milano dai 5 ai 7 centesimi rispetto alla scorsa settimana. Sul fronte delle carni buoni gli scambi dei tagli di vitello con incrementi per le selle, mezzene e busti con immediati riflessi positivi anche sul vivo. In tenuta i tagli di vitellone e bovini adulti.
Suini sempre più "pesanti"
Gli indicatori del mercato suinicolo proseguono ulteriormente la spinta inflattiva dei prezzi sia per i suini da macello che per i suini d’allevamento. La settimana attuale è stata testimone di spiccati recuperi soprattutto per quanto riguarda i suini da macello, determinati essenzialmente da un’offerta limitata ed una domanda stabile.
Congiuntura positiva anche per il mercato dei tagli soprattutto quelli destinati all’industria. Spiccano i recuperi di 12 centesimi della pancetta fresca (4,52 euro al chilo) e seguono negli incrementi anche le cosce di prosciutto fresco per crudo di entrambe le destinazioni. Si segnalano apprezzamenti nei listini anche nei tagli per il consumo, in particolare per il lombo Padova (+2,6% variazione congiunturale; +9,6% variazione tendenziale).
Olio, mercati alla finestra
La terza settimana del mese di settembre non ha evidenziato variazioni sui listini medi rilevati dell’extravergine di oliva nazionale.
Il mercato si mostra perlopiù riflessivo, ormai si è alla soglia della nuova produzione e l’attenzione di tutti gli operatori della filiera è rivolta ai campi.
In particolare, al sud della penisola, l’attesa per il nuovo raccolto è alta in vista di una produzione probabilmente non abbondante, anche a causa della fisiologica alternanza di produzione.
Un lieve rialzo dei listini si è registrato per il lampante calabrese che guadagna circa il 3% nell’ultima settimana.
Sul mercato all’ingrosso restano stabili anche i prezzi medi del raffinato di oliva e di sansa.
Vino, domanda debole
Il mercato del vino comune nazionale prosegue calmo, con una domanda definita dagli operatori piuttosto debole.
La vendemmia ha mostrato una buona produzione a livello qualitativo, ma il mercato è ancora fermo e con fatica si riesce a determinare il nuovo prezzo visto le ridotte quantità scambiate.
Negli ultimi sette giorni si registra solo una lieve flessione per il prodotto rosso pugliese e la mancanza di prezzi del prodotto 2020 romagnolo.
I prezzi dei prodotti agricoli del 21 settembre
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