L’avvio di settembre ha mostrato diffusi ribassi per i prezzi delle principali materie prime utilizzate all’alimentazione zootecnica. Il comparto dei cereali foraggeri risente della debolezza dei grani teneri, condizionati ancora dall’ampia offerta disponibile. Leggero segno “meno” per il sorgo, mentre prosegue la stabilità per gli orzi pesanti, quest’anno disponibili in minore quantità rispetto a quelli leggeri. Tra i proteici non si registrano variazioni per la soia, mentre cala il seme di girasole. Il segno “meno” ha caratterizzato l’andamento anche delle farine proteiche.
Orzo nazionale stabile, scende quello comunitario
Per i cereali foraggeri, l’inizio di settembre è caratterizzato da una fase di incertezza complessiva. L’ampia offerta disponibile sul mercato dei grani teneri sta conducendo a una tendenza ribassista nelle principali borse merci nazionali. Il mercato dell’orzo nazionale rimane ancora stabile, con le varietà pesanti che, a causa della scarsa disponibilità rispetto agli orzi leggeri, mostrano una bassa attività di mercato, con il prezzo nella piazza di Bologna che si mantiene sui 207-212 €/t, in calo del -37,7% rispetto allo scorso anno. Mercato in calo, invece, per l’orzo di origine comunitaria, che sulla piazza di Milano perde 5€/t sul prezzo massimo, attestandosi questa settimana sui 215-235 €/t.
Sorgo, -40% rispetto a settembre 2022
Sulla tendenza ribassista troviamo anche il sorgo, che perde 2 €/t rispetto alla settimana precedente (prezzo che si attesta sui 210-215€/t), mantenendo un calo del -40% circa rispetto settembre 2022.
Il grano tenero foraggero ancora in discesa
In ribasso si conferma il frumento ad uso zootecnico, che sulla piazza di Bologna cede in media 6,5 €/t rispetto alla settimana precedente, attestandosi sui 210-230 €/t (franco arrivo). I prezzi attuali rimangono su un livello inferiore del -40% rispetto ad un anno fa.
La soia estera si consolida
Le prime rilevazioni di settembre hanno visto stabilizzarsi i prezzi della soia di provenienza estera. Sulla piazza di Bologna le quotazioni si sono confermate sui 530 €/t (franco arrivo), un livello che rimane più basso del 20% circa rispetto alla scorsa annata. Sempre in attesa di quotazione la soia nazionale. Le stime di fine agosto della Commissione Europea confermano per il raccolto italiano un output previsto di poco meno di un milione di tonnellate, superiore del 6% rispetto al 2022 ma in lieve calo (-2%) rispetto alla media del quinquennio 2018-2022.
Semi di girasole, -12€/t in una settimana
Mercato in calo, invece, per i semi di girasole: a Bologna rispetto alla quotazione d’esordio i prezzi sono scesi sulla soglia dei 380 €/t (franco arrivo), perdendo 12 €/t. Si tratta di prezzi più bassi del 40% circa rispetto allo scorso anno e inferiori del 17% rispetto all’esordio dell’annata 2021.
Spinte ribassiste anche sulle farine proteiche
Nel comparto delle farine proteiche, leggero arretramento settimanale per la farina di soia, che a Bologna cede 3 €/t (farina di soia proteica estera), attestandosi sui 507-509 €/t (franco arrivo), in calo del 7% rispetto ad un anno fa. Diffusi ribassi su tutte le piazze di scambio nazionali si sono osservati per la farina di girasole. A Milano sia la farina di girasole normale sia quella proteica sono diminuite di 5 €/t, portandosi rispettivamente a ridosso dei 225 €/t (franco arrivo) e dei 340 €/t. Entrambi i prodotti accusano una contrazione rispetto allo scorso anno, più marcata per il girasole normale (-20% rispetto al -6% del girasole proteico). A completare il quadro ribassista, la prima settimana di settembre ha mostrato listini in calo anche per la farina di colza: a Bologna il prezzo ha perso 10 €/t, portandosi sui 330-335 €/t (franco arrivo).