Settembre si chiude mostrando, all’interno del mercato delle materie prime destinate all’alimentazione zootecnica, un ulteriore calo per i prezzi dei semi oleosi, con ribassi settimanali sia per la soia che per il girasole. Segno “meno” tra le farine proteiche per girasole e colza. Prosegue, invece, la fase di stabilità per i cereali foraggeri, con l’eccezione del leggero aumento del frumento ad uso zootecnico. Nel complesso, il mercato sta risentendo di una domanda zootecnica tutt’altro che vivace, a cui si contrappone un buon livello di offerta grazie agli arrivi di prodotto dall’estero.
Orzo, -37% rispetto a un anno fa
Il comparto dei cereali foraggeri rimane ancora invariato in chiusura di mese. Settembre lascia un mercato stabilizzato per i cereali foraggeri, anche a causa dello scenario incerto sull’afflusso di merce dall’Ucraina. Il prezzo dell’orzo nazionale rimane ancorato a Bologna sui 207-212 €/t (-37% rispetto allo scorso anno); il mercato, sia in Europa che sulle piazze internazionali, si presenta statico, caratterizzato da un ridotto volume di scambi.
Sorgo invariato
Anche il prezzo del sorgo rimane invariato: dopo il lieve calo della scorsa settimana, il prezzo si mantiene a Bologna sui 200-205 €/t, con la variazione tendenziale vicino al -42% rispetto allo scorso anno.
Il grano tenero rialza la testa
Per quanto riguarda il frumento ad uso zootecnico, si osserva un leggero aumento, nonostante l’ampia produzione e offerta di teneri sulle piazze internazionali. A Bologna il prezzo varia da 210-230 €/t (franco arrivo) a 212-233 €/t (franco arrivo). La variazione tendenziale si attesta su livelli del -40% rispetto al 2022.
Soia estera sempre più giù
Nel mercato dei prodotti proteici, restano in calo i prezzi della soia e del girasole. Ulteriore ribasso settimanale per la soia di provenienza estera quotata a Bologna (-7,50 €/t e valori sui 430-490 €/t), complici anche gli arrivi di merce dall’Est Europa e i contemporanei ribassi sulle piazze internazionali. Si mantiene vicino a un -30% la flessione rispetto ad un anno fa. Ancora non quotata la soia nazionale. All’estero, la settimana si è chiusa con un deciso calo alla Borsa di Chicago (12,75 dollari per bushel pari a 443 €/t), dove le quotazioni dei futures della soia hanno risentito dell’uscita del dato sulle giacenze al 1/9/23 superiore alle attese. A livello globale, inoltre, nonostante un calo atteso per il raccolto Usa e le incertezze sull’evoluzione del raccolto in Argentina, le stime dell’International Grains Council di settembre proiettano la produzione mondiale sui 396 milioni di tonnellate, in crescita del +8% su base annua.
I semi di girasole arretrano
Tornando ai listini nazionali, settembre si è chiuso con un ulteriore passo indietro dei semi di girasole: alla Borsa Merci di Verona i prezzi si sono attestati su un valore medio di 367 €/t (-10 €/t rispetto alla settimana precedente), un livello più basso di quasi il 45% rispetto a dodici mesi fa.
Farine proteiche: tiene la soia, calano girasole e colza
Nel comparto delle farine proteiche, sostanziale tenuta per la farina di soia, in linea con i valori della settimana precedente (+3 €/t per la farina proteica estera quotata a Bologna). Rimane oltre il -10% il ritardo rispetto alla scorsa annata. Diffusi ribassi su tutte le principali Borse Merci italiane per la farina di girasole: a Bologna il girasole proteico ha perso 5 €/t rispetto alla settimana precedente (325-330 €/t). Nell’arco di un mese i prezzi hanno perso 15 €/t e fanno segnare un ribasso su base annua del -8%. Dopo due settimane di stabilità torna a scendere la farina di colza, in flessione a Bologna di 3 €/t. Si conferma vicina al -20% la riduzione rispetto ad un anno fa.
