L’euro è tornato ai minimi degli ultimi anni, ma i prezzi dei cereali non sembrano risentirne come in passato. È cambiato qualcosa nei fondamentali? Avventurarsi nei meandri della finanza è pericoloso per chi si occupa di produzioni agricole. Spesso ne subisce le conseguenze da “neofiti”. Comunque la recente svalutazione dell’euro rispetto al dollaro era nell’aria da mesi e (probabilmente) molti operatori hanno per tempo “coperto” (anche speculando) il rischio cambio. Sul fronte dei prezzi, scenario simile: è atteso un sensibile calo dei prezzi locali e mondiali a seguito di semine regolari e una situazione climatica e agronomica sempre più favorevoli. Giustissimo sulla carta dire che l’euro in caduta dovrebbe far aumentare i prezzi, ma l’impasse odierno delle quotazioni è dovuto al fatto che euro e prezzi mondiali sono entrambi calati, ma chi ha venduto euro a futuro (al cambio di 1,25-1,30) ha atteso a comprare il cereale e ora ha fretta di consolidare quanto di (economicamente) buono è riuscito a mettere insieme. Per chiudere il cerchio a molti è venuta l’idea di condividere un "qualcosina" del guadagno cambio con il compratore e l’effetto è stato quello di stabilizzare i prezzi nonostante il recente crollo dell’euro. Fondamentali e incognite di mercato restano gli stessi di ieri, ma molti preferiscono l’uovo oggi alla gallina di domani.
Cereali, tira aria di prezzi bassi
Semine regolari e clima favorevoli fanno prevedere un sensibile calo dei prezzi locali e mondiali