Il mercato delle materie prime zootecniche ha evidenziato un’ulteriore fase di stallo nella prima settimana di marzo, con un volume di scambi che è rimasto limitato. Alcune Borse Merci del Nord Italia sono rimaste ancora chiuse a seguito dei provvedimenti emanati dalle Autorità per limitare la diffusione del Covid-19 mentre in altre piazze le Commissioni hanno svolto la rilevazione dei listini in videoconferenza o per via telematica.
Sulle principali borse internazionali la settimana si è invece chiusa in ribasso per le commodity cerealicole, complici i timori legati ad un rallentamento della domanda a causa del diffondersi dell’epidemia di Coronavirus e al ripiegamento delle quotazioni del petrolio, che impatta in primo luogo su quei prodotti (soia, colza) legati non solo alle filiere zootecniche ma anche a quelle dei biocarburanti. Sul fronte valutario, si è registrato un aumento dell’euro nei confronti del dollaro, con il cambio risalito fino a 1,13 nella giornata di venerdì 6, dettato dal ribasso dei tassi d’interesse praticato dalla Federal Reserve americana.
Farine proteiche
In Italia i prezzi dei semi di soia nazionali sono rimasti invariati nelle prime rilevazioni di marzo. Sulla piazza di Bologna i semi di origine nazionale sono rimasti fermi sui 362-364 €/t, mantenendo comunque una crescita del 7,6% rispetto allo scorso anno. Una stabilità a cui si è contrapposta la flessione che si è registrata in chiusura di settimana alla borsa di Chicago, con le quotazioni futures scese nella seduta di venerdì 6 sugli 883,25 centesimi di dollaro per bushel.
Tra le farine proteiche, è proseguita la stabilità nei listini della farina di colza, stabile per la sesta settimana consecutiva su tutte le principali piazze di scambio nazionali. A Milano i valori sono rimasti invariati sui 266-267 €/t, in calo del 6% rispetto ad un anno fa. All’Euronext di Parigi intanto le quotazioni futures dei semi di colza hanno mostrato una netta flessione in chiusura di settimana, scendendo sotto la soglia dei 380 €/t (377,75 €/t). Un andamento dipeso dalla contrazione dell’olio di palma, in calo sulla scia della flessione accusata dal petrolio.
I listini all’ingrosso sono rimasti invariati anche per la farina di girasole. La farina proteica quotata a Bologna è rimasta ferma sui 220-222 €/t, un livello inferiore dell’1,8% rispetto allo scorso anno.
Cereali foraggeri
Come per le farine proteiche, anche per i cereali foraggeri non si sono registrate variazioni nei listini degne di nota, in un mercato segnato da scambi limitati. Sulla piazza di Roma i prezzi dell’orzo zootecnico (pesante) si sono attestati nella prima rilevazione di marzo sui 164-167 €/t, lo 0,6% in meno rispetto all’ultima settimana di marzo. Negativa, ma ben più ampia, anche la variazione su base tendenziale, pari ad un -15,3%. Sui mercati esteri, prezzi in evidente calo in Francia, dove le quotazioni sulla piazza di Rouen sono scese sui 163 €/t, cedendo il 4,7% rispetto a sette giorni prima (elaborazione su dati Commissione Europea). Segno “meno” anche in Germania, dove ad Amburgo si è registrata una flessione dell’1,7% su base settimanale, con i valori attestati sui 169 €/t.
Tornando al mercato italiano, scambi contenuti e listini bloccati anche per il mais ad uso zootecnico. A Bologna i prezzi sono rimasti sui 175-177 €/t, con un lieve calo solo per il prodotto di provenienza comunitaria (-0,8%) ed extracomunitaria (-0,5%).
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 2 al 7 marzo 2020