Novembre va in archivio mostrando poche variazioni nei listini delle materie prime utilizzate per l’alimentazione animale. Nelle principali borse merci si è registrata una sostanziale stabilità sia per l’orzo che per il sorgo. E pochi movimenti si sono registrati anche per le farine proteiche. Segnali di calo si sono osservati invece per i semi di soia di provenienza estera, in linea con il netto ribasso che hanno accusato le quotazioni della soia scambiata alla borsa di Chicago, complice uno scenario commerciale che rimane segnato da notevoli elementi di incertezza, a cominciare dall’esito dei negoziati USA-Cina.
Cereali foraggeri
Nel mercato italiano, si è confermata la fase di stabilità nei listini dell’orzo nazionale destinato ad uso zootecnico. Sulla piazza di Bologna i prezzi sono rimasti bloccati sui 172-175 €/t (orzo pesante), valori inferiori del 20% circa rispetto a dodici mesi fa. Qualche piccolo segnale di rialzo si è invece rilevato per l’orzo comunitario: a Milano i prezzi sono saliti dello 0,5% rispetto alla settimana precedente. Leggero aumento che per l’orzo estero si è osservato anche all’origine, sia nel mercato francese, dove si registra qualche timore sulle semine a causa del maltempo, sia nel mercato tedesco. In particolare, le quotazioni in Germania sono salite di 1 €/t, attestandosi sui 164 €/t (elaborazione su dati Commissione Europea). Anche in questo caso il ritardo rispetto allo scorso anno rimane nell’ordine dei venti punti percentuali. L’ultima settimana ha mostrato un’ulteriore stabilità nei listini del sorgo, fermi a Bologna sui 172-174 €/t. Lieve aumento (+0,6% rispetto alla settimana precedente) invece si è rilevato sulla piazza di Milano, dove tuttavia i prezzi attuali mostrano una flessione del 10,5% rispetto ad un anno fa.
Farine proteiche
Nel mercato della soia, stabili i semi di soia di origine nazionale mentre un lieve ripiegamento si è riscontrato per i semi di provenienza estera, i cui prezzi sulla piazza di Bologna hanno ceduto l’1,1% su base settimanale, scendendo sui 353-355 €/t, un livello leggermente più alto (+2,9%) rispetto a dodici mesi fa. Il segno “meno” ha caratterizzato anche l’andamento settimanale alla borsa di Chicago, dove le quotazioni della soia hanno chiuso la settimana cedendo l’1,9% rispetto a sette giorni prima. E un deciso ribasso nel mercato americano ha colpito anche le quotazioni della farina di soia, i cui valori hanno perso il 2,4%, scendendo sui 293,80 $/t.
Tornando al mercato italiano, listini di fatto invariati anche in chiusura di mese per la farina di colza. Sulla piazza di Milano i valori si sono confermati sui 235-236 €/t, registrando sempre un ritardo rispetto all’anno precedente superiore ai dieci punti percentuali.
Nei listini della farina di girasole, una lieve correzione al ribasso ha interessato i prezzi all’ingrosso del girasole proteico a Torino (-0,4%) e del girasole convenzionale a Milano (-1,1%), con i valori scesi rispettivamente sui 249-251 €/t e sui 165-181 €/t. Anche in questo caso, i prezzi dell’attuale annata segnano un netto calo rispetto a dodici mesi prima. Ribassi si sono osservati anche in Francia, dove le quotazioni dei semi di girasole sulla piazza di Bordeaux si sono attestati sui 365 €/t, in calo di 3 €/t rispetto a sette giorni prima. Sul fronte produttivo, intanto, le stime di fine novembre della DG Agri della Commissione Europea hanno rivisto in leggero rialzo le stime sulla produzione nell’UE-28, attesa ora sui 10 milioni di tonnellate rispetto ai 9,8 milioni di tonnellate preventivati a ottobre.
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 25 al 30 novembre 2019