Grano duro, prevale la fase attendista
Italia
Sulle piazze nazionali, dopo il recente calo sulle Borse del Sud, si assiste ad un riassestamento, con Ager che scende di 3 €/t ratificando quando occorso la settimana passata in Puglia. Foggia ora resta invariata. Semine in fase di avanzamento, con riflessi negativi sulle superfici a causa dell’andamento delle quotazioni negli ultimi mesi. Pochi scambi e attesa degli operatori dopo le positive notizie su produzioni e qualità in Nordamerica, origine che andrà a coprire il deficit di campagna. Sul fronte prezzi, il “Fino” nazionale si conferma sui 320-325 €/t partenza con i mercantili sui 270-300 €/t.
Europa
Si offre quello che resta da collocare sul mercato, con attenzione all’evoluzione delle semine alla luce dei prezzi odierni che vedono, rispetto al recente passato, un minore premio del duro rispetto agli altri cereali. Grecia e Francia restano sul mercato, ma sull’export verso paesi dell'Unione e verso gli extra-Ue il Canada comincia a premere. L’Italia resta all’acquisto e tanto basta per consolidare le quotazioni che in Spagna, per la classe molitoria “gruppo 1”, valgono un 270 €/t franco partenza magazzini Andalusia, mentre in Francia per la qualità “milling” un 308 €/t reso Fob porto del Mediterraneo.
Mondo
La disponibilità e le caratteristiche della produzione 2024 in Usa e Canada sono molto buone, con sola flessione di un punto di peso specifico ma anche con la conferma di un elevato tenore proteico e qualità del glutine. In attesa delle decisioni turco-russe sulla collocazione dei volumi eccedenti le richieste locali, nelle recenti aste si è registrato nei prezzi l'ancora limitata pressione alla vendita dei detentori nordamericani. L’Algeria ha visto prezzi Cif sui 342-360 dollari/ton (più 5% rispetto alle ultime aggiudicazioni tunisine).
Grano tenero in rialzo a causa della guerra in Ucraina
Italia
Sulle Borse continua a ridursi lo spread tra grani “misti” e grani di forza, con rafforzamento dei panificabili e staticità per quelli di forza locali, che restano ampiamente disponibili. Semine che procedono spedite in buone condizioni climatiche, con stime di superfici simili al 2024 e conferma della preferenza per varietà di forza. Scambi nella norma e offerta che soddisfa le richieste del settore molitorio, il quale allunga le coperture al 2025 anche con origini Ue. Buona disponibilità di grani esteri sui porti che subiscono l’effetto del dollaro forte. Il “tipo Bologna” confermato sui 315-320 €/t partenza, con la classe 2 sui 270-280 €/t e i “misti” classe 3 a 250 €/t. Le alternative comunitarie “panificabili” e di forza a premio sul nazionale, con gli “spring” Usa-Canada allineati.
Europa
Riflessi di guerra sulle piazze europee, che tornano a rafforzarsi a causa dell’incertezza sull’offerta ucraina. L’evoluzione geopolitica risveglia la domanda del settore molitorio sia sul breve sia sul medio-lungo termine (2025), con interesse anche per coperture sul nuovo raccolto. La disponibilità di grani con specifiche superiori è in calo, mentre si registra domanda trasversale dal settore zootecnico per i panificabili. Semine 2024 in progresso, con attesa per le stime sulle superfici. Domanda dai porti che subisce la forte concorrenza internazionale. Su Euronext Parigi la posizione Dicembre scende a 210 €/t (meno 5), con poderoso aumento del premio (più 10) rispetto al Marzo, che vale un 231 €/t; il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 220 €/t (più 13).
Mondo
L’aggravarsi della situazione nel Mar Nero si riflette sui mercati, che sono tornati a rafforzarsi nonostante l’evoluzione dei raccolti nell’Emisfero Nord (Usa) restino positivi in vista della produzione 2025. Anche la notizia di un possibile calo delle semine in Russia (principale esportatore mondiale) ha influito sul sentimento di mercato, mentre la presentazione dei raccolti nordamericani ha confermato un’adeguata disponibilità e qualità all’export di Usa e Canada anche per il 2024/25. La forza del dollaro comincia a sentirsi negli scambi, con maggiore competitività per l’origine Europa.
Mais, fase di stabilità sulle piazze nazionali
Italia
Fase di conferma sulle principali piazze nazionali, che non registrano novità di rilievo rispetto alle scorse settimane. L’origine nazionale e i rimpiazzi comunitari presentano caratteristiche (salubrità) che non soddisfano parte della domanda, ma sul prosieguo di campagna restano le incognite sulla richiesta interna e sulla pressione delle origini estere, che rimangono determinanti per soddisfare il fabbisogno del settore lattiero-caseario e dell’allevamento. Su Bologna e Milano si confermano i prezzi della scorsa settimana, con il mais con caratteristiche che vale un 242-245 €/t e il “generico” a sconto di un 20 €/t; comunitari sempre tenuti ed esteri in lieve calo, con quotazioni prossime al mais locale con caratteristiche.
Europa
Settimana che vede un apprezzamento sull’onda del peggioramento del conflitto nella regione del Mar Nero. Gli echi sul raccolto francese 2024 sono positivi, con adeguata disponibilità alla vendita a soddisfare una domanda presente e costante dalle regioni del sud del continente. Paesi del nord già ben coperti. Come in Italia, anche in Europa si registrano focolai pandemici (effetto ribassista) e carenza di logistica su ruota (effetto rialzista), con prospettive di vedere fino a fine anno questa situazione di mercato. Su Euronext Parigi il “future” di Marzo si è apprezzato e vale un 213 €/t (più 4); il reso franco porto di Bordeaux a 209 €/t (più 5).
Mondo
Settimana di riassestamento sul Cbot, con la chiusura di posizioni “long” che nonostante una certa volatilità quotidiana hanno registrato prezzi mediamente stabili. Qualche maggiore tensione ribassista in Brasile, dove l’offerta ha faticato a trovare domanda locale e le recenti piogge hanno facilitato le semine di soia a scapito del secondo raccolto di mais (safrinha). Bene i progressi di semina in Argentina, già oltre il 40%. Situazione che, fatto salvo il rischio geo-politico, resta di normalità.
Orzi pesanti in risalita, la soia si conferma
Italia
Cereali foraggeri: se il grano tenero riflette la situazione del settore alimentare umano, con il sorgo stabile, gli orzi vedono una tendenza rialzista spinti dall’extra domanda zootecnica a rimpiazzare (in parte) il mais nelle diete. Il sorgo arrivo quota sui 225-230 €/t. I teneri restano stabili a 230-240 €/t e gli orzi pesanti sono in salita di 5-7 €/t, tra i 228 €/t di Milano e i 236 €/t di Bologna. Oleaginose: la soia ha confermato rese e qualità disomogenee, che influiscono sulle quotazioni della nazionale, in calo di 3 €/t, oggi quotata tra i 433 e i 440 €/t “partenza” e sempre a premio di un 8-10 €/t rispetto all’estera.
Europa
Cereali foraggeri: la situazione di mercato ha fin qui suggerito di mantenere un basso livello di scorte e questo sostiene il corso di tutti i cereali, anche se comincia a preoccupare l’insorgenza di casi di febbre aviaria. Gli orzi beneficiano del sostegno orizzontale dal mais. Oleaginose: la colza sconta le influenze ribassiste (a livello mondiale) della soia e del “palma”. Su Parigi Euronext la posizione a termine di febbraio ’25 vale un 516 €/t (meno 20), con il Fob Rouen a 530 €/t (meno 10). Il girasole “alto oleico” reso S. Nazaire (Francia) in fase di consolidamento sui 645 €/t (più 5).
Mondo
Cereali foraggeri: i fondamentali della produzione restano positivi per il grano, nonostante qualche segnale di siccità in Sudamerica. Gli orzi trovano il supporto indiretto del grano (e della situazione geo-politica) e l’odierna assenza della Cina, che potrebbe tornare a breve. Quotazioni senza particolari cambiamenti per i teneri e più tenuti per gli orzi foraggeri. Oleaginose: a dettare l’inversione di tendenza è stato il calo del sostegno dal settore degli oli vegetali, che si è riflesso sulla soia e anche sulla colza (canola). La domanda resta comunque sostenuta e lo scenario commerciale passibile di volatilità al minimo cambiamento nei fondamentali (situazione del “palma” inclusa).