Grano duro, con i bassi prezzi odierni è incerta la conferma delle superfici
Italia
Si consolida il mercato sui valori della scorsa settimana, senza particolari novità a modificare una situazione ormai definitiva anche a livello globale. Da Nord a Sud i prezzi restano invariati, con livello di scambi che si mantengono nelle media, disponibilità di prodotto locale in diminuzione e attenzione degli operatori ai movimenti dell’offerta comunitaria ed estera. Semine in progresso, ma il livello di prezzo odierno, e atteso per il 2025, rende incerta la conferma delle superfici. Il duro “Fino” nazionale si conferma sui 320-325 €/t partenza, con i mercantili sui 270-300 €/t e le alternative estere più costose.
Europa
Quotazioni pressoché immutate nelle ultime settimane, senza novità in grado di rivitalizzare le piazze. L’ultima asta tunisina ha dato al mercato la sensazione che i prezzi non aumenteranno e che si possa assistere a un indebolimento a cavallo del nuovo anno solare. Questo scenario porta alla cautela la domanda locale e intra-comunitaria, per quotazioni che si mantengono in Spagna, classe molitoria “gruppo 1”, sui 270 €/t franco partenza magazzini Andalusia, con un lieve calo per l’origine Francia. La qualità “milling” sui 308 €/t reso Fob porto del Mediterraneo.
Mondo
L’offerta nordamericana resta la fonte di approvvigionamento principale in attesa di vedere le mosse dei detentori dell’area Mar Nero, con le destinazioni “Mediterraneo” a confermare i flussi di scambi e a determinare i prezzi per il prosieguo della campagna, ben sapendo che a valori ritenuti troppo elevati è possibile un parziale utilizzo di grani teneri “vitrei” per la produzione di cous-cous e anche pasta. L’asta tunisina ha indicato prezzi Cif Mediterraneo tra i 346 ed i 350 dollari/ton, in calo di un 10 $/t rispetto alle ultime aggiudicazioni.
Grano tenero, si riduce lo spread basato sulla qualità
Italia
Non cambiano i fattori a supporto della riduzione dello spread tra grani “misti” (e classi inferiori), grani superiori e di forza. I panificabili generici nostrani scarseggiano e raggiungono valori superiori alle alternative comunitarie, ma al momento si mantengono al rialzo di un 5-7 €/t sulle piazze di Milano e Bologna. Semine in corso con sensazione di una maggiore superficie a scapito del grano duro. Scambi che rallentano e trasformatori che comprano alla giornata senza premere, per quotazioni che per il “tipo Bologna” restano sui 315-320 €/t partenza, con la classe 2 sui 272-280 €/t e i “misti” classe 3 oltre la soglia dei 250 €/t. Le alternative comunitarie “panificabili” sui 245 €/t e quelle di forza sui 350 €/ arrivo; “spring” invariati.
Europa
Si attenuano i riflessi rialzisti correlati alla recrudescenza del conflitto nel Mar Nero per lasciare nuovamente spazio a quelli ribassisti derivanti dall’offerta russa. I molini si cominciano a coprire con convinzione sul 2025, mentre langue la richiesta dai porti, con la tendenza dei prezzi a cedere nuovamente terreno. Le disponibilità ci sono, ma la ritenzione dell’offerta si scontra con la limitata volontà di premere da parte degli operatori. Su Euronext Parigi la posizione dicembre è attorno ai 210 €/t (inv.), con il marzo che riduce lo spread a 11 €/t; il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 217 €/t (meno 13).
Mondo
La tensione geopolitica nel Mar Nero preoccupa meno e dà segnali di consolidamento a un mercato che, post elezioni Usa, sconta un certo rallentamento negli scambi a tutto favore delle origini eurasiatiche, che si aggiudicano nuove vendite sul basso Mediterraneo. Migliora globalmente il clima e le positive notizie che arrivano dalla raccolta nell’Emisfero Sud contribuiscono alla stabilità delle quotazioni per i prossimi mesi.
Mais, momento di equilibrio tra domanda e offerta
Italia
Settimana che mantiene invariate le quotazioni, in un contesto di equilibrio tra domanda e offerta grazie alla disponibilità di prodotto “any-origin”, con la sola turbativa dell’effetto cambio che sostiene i prezzi dell’estero area dollaro. L’origine nazionale trova collocazione, ma la pressione dei rimpiazzi, in lieve ripresa su Bologna e Milano, congela il mercato del nazionale sui valori della scorsa settimana. Il mais con caratteristiche vale un 242-245 €/t, con il “generico” a sconto di un 20 €/t; comunitari ed esteri a lieve premio sul nazionale con caratteristiche.
Europa
L’incertezza sull’equilibrio globale ("tariffe Trump") mantiene vitale un mercato comunitario che trova sostegno dalla carenza di logistica e da una qualità non omogenea nonostante le rese/ha siano buone. Ben presente la domanda spagnola e del Nord Europa, preoccupata per i riflessi negativi del ritardo nella raccolta. Utilizzatori che mantengono un buon livello di scorte e monitorano l’evoluzione delle crisi pandemiche. Su Euronext Parigi il “future” di marzo scende sui 205 €/t (meno 8); il reso franco porto di Bordeaux a 202 €/t (meno 7).
Mondo
Sulla scena mondiale tiene banco la politica commerciale Usa, con i possibili riflessi della strategia Trump dei dazi, a corollario di un’annata che vede un’ottima produzione americana e positivi progressi di semina in Sudamerica. Le Borse di oltreoceano ritrovano il fenomeno speculativo (acquisto) sull’onda dei dazi Usa-Mexico, mentre nell’area del Mar Nero i prezzi si mantengono tenuti ma invariati, con segnalazioni di ritenzione alla vendita dei produttori ucraini. Semine in Argentina attese in calo di un 10% sul 2023, ma con condizioni meteo buone. Ampia disponibilità e quotazioni globalmente deboli.
Orzi e sorgo bianco si apprezzano, cede terreno la soia nazionale
Italia
Cereali foraggeri: il grano “feed” tiene le posizioni sostenuto dall’alimentare umano con gli orzi nostrani, poco offerti, che continuano ad apprezzarsi alla pari del sorgo bianco. A fare mercato sono la scarsa disponibilità di prodotto e i prezzi elevati di rimpiazzi comunitari ed esteri; il sorgo vale reso un 230 €/t, i teneri sui 235-245 €/t e gli orzi pesanti si attestano sui 235-240 €/t. Oleaginose: la soia nazionale cede qualcosa per motivi di specifiche rispetto all’estera, in un contesto di mercato poco dinamico. La soia locale vale partenza tra i 430 ed i 438 €/t, in calo di ulteriori 3 €/t, con l’origine estera arrivo a ridosso dei 440 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: la situazione “globale” della domanda, locale e dai porti, si tranquillizza e di conseguenza le quotazioni dei cereali a paglia tendono a cedere per mancanza di domanda e competitività di prezzo nelle diete zootecniche; in Francia il fattore a sostegno degli orzi è la domanda italiana. Oleaginose: la colza perde terreno, schiacciata tra la crescente concorrenza estera (canadese e in prospettiva australiana) e la minore competitività del prodotto europeo, dato dall’indebolimento del dollaro. Su Parigi Euronext la posizione a termine di Febbraio ’25 vale un 500 €/t (meno 16), con il Fob Rouen sotto i 500 €/t (meno 17). Il girasole “alto oleico” reso S. Nazaire (Francia) in calo a 620 €/t (meno 25).
Mondo
Cereali foraggeri: la ritrovata stabilità commerciale e la conferma di ampia disponibilità di cereali, sia sul pronto sia in prospettiva (semine 2024/25 in progresso), consolida lo scenario. I prezzi si attestano sui valori della scorsa settimana. Da monitorare gli effetti della politica Usa dei dazi, ma nel complesso grano e orzi restano al momento (in dollari) invariati. Oleaginose: si assiste a un generale calo delle quotazioni per la soia, depressa dalle positive notizie dei progressi in Sudamerica, e per la colza; unica nota al rialzo è il girasole ucraino, ma al momento con riflessi contenuti e con una sostanziale tenuta della domanda di olii.