La crescita dei prezzi delle materie prime zootecniche osservata nelle settimane immediatamente successive allo scoppio del conflitto russo-ucraino ha mostrato dei primi segnali di rallentamento.
Buone notizie per tenero e mais dall'Ungheria
Per i cereali foraggeri, ad alleggerire almeno parzialmente la tensione sul mercato è stata la notizia che l’Ungheria, primo fornitore di grano tenero e mais dell’Italia, avrebbe sbloccato le esportazioni di cereali per i contratti già stipulati.
Semi oleosi, permane l'alta tensione
Nel comparto dei semi oleosi minore variabilità si è osservata anche per la soia di provenienza estera, in linea con la maggiore stabilità sulle piazze internazionali legata ad una possibile frenata della domanda cinese per la ripresa dei contagi da covid-19. Per molti prodotti quotati nei listini delle Borse Merci nazionali i prezzi attuali rimangono comunque su livelli record.
Foraggieri, listini da record
Nel comparto dei cereali foraggeri, segnali di stabilizzazione per i prezzi dell’orzo nazionale (pesante), fermo sulla piazza di Bologna sui 386-390 €/t (franco arrivo). Da segnalare l’assenza di quotazione sia sulla piazza di Milano che di Torino, ad indicare una ridotta disponibilità di prodotto sul mercato. I prezzi attuali rimangono su livelli record, più alti dell’85% rispetto alla scorsa annata. Rialzo settimanale di 7 €/t per il sorgo nazionale, attestato a Bologna sui 382-385 €/t (franco partenza), in rialzo del 79% rispetto ad un anno fa. Segno “più” anche per il grano tenero foraggero, con la domanda zootecnica rivolta alla ricerca di origini alternative a quella del Mar Nero. A Bologna le quotazioni sono aumentate in media di 12 €/t rispetto alla settimana precedente, portandosi sui 420 €/t (franco arrivo). L’incremento rispetto alla scorsa annata è giunto a toccare il +71%.
I foraggi vanno in risalita
Ulteriori aumenti hanno caratterizzato l’andamento dei prezzi dei foraggi. Sulla piazza di Milano, l’erba medica disidratata (1° qualità) si è portata sui 289-293 €/t (franco arrivo), guadagnando 10 €/t rispetto alla settimana precedente. Si accentua la crescita su base annua, giunta a sfiorare il +40%.
Pit-stop per la soia
Tra i semi oleosi, si ferma la crescita della soia di provenienza estera, in calo a Bologna di 5 €/t (685-690 €/t, franco arrivo), mentre prosegue il rialzo per la soia nazionale no ogm, che grazie all’ulteriore rincaro raggiunge la soglia dei 700 €/t (franco partenza), quasi il 25% in più rispetto a dodici mesi fa. Alla Borsa di Chicago chiusura di settimana all’insegna della stabilità, con le quotazioni dei futures fermi appena sotto i 16,7 $/bushel (pari a 555 €/t).
Farine proteiche, rallentano soia e girasole
Tra le farine proteiche, frena la farina di soia, con il prodotto di provenienza estera in calo a Bologna di 9 €/t ed attestata ora su un prezzo medio di 609 €/t (franco arrivo). Dopo il balzo della settimana precedente, rallenta anche la farina di girasole proteica, ferma a Bologna sui 490-495 €/t (franco arrivo). I valori rimangono comunque storicamente elevati e in crescita di quasi il +60% su base annua. Minori variazioni settimanali hanno caratterizzato anche l’andamento della farina di colza, in rialzo di 5 €/t a Milano, con i valori sui 526-529 €/t (franco arrivo), più alti del 45% rispetto alla scorsa annata.