Caseari, listini senza scossoni
La ventiseiesima di calendario è contraddistinta dal segno invariato per i formaggi grana a denominazione, per i quali si registrano scambi nella norma su tutti i centri di contrattazione. Per entrambi le medie nazionali si mantengono su livelli di prezzo superiori a quelli dello scorso anno. Per il Parmigiano Reggiano 12 mesi i prezzi si stabilizzano sui 10,40 euro/kg (+36,1% var. tend.), mentre per l’altra Dop il Padano, i valori della varietà più giovane si mantengono sui 7,06 euro/kg (+14,6% var. tend.).
Settimana riflessiva per tutte le tipologie di burro che, dopo i cali registrati le settimane scorse, hanno ricalcato fedelmente i listini della precedente di calendario ad eccezione di Modena che adegua i listini dello zangolato al ribasso equiparando i valori alle altre piazze emiliane (1,60 euro/kg). Per lo zangolato i valori medi nazionali si mantengono intorno a 1,76 euro al chilo registrando una variazione tendenziale del +76%. Per quanto riguarda il burro Cee su entrambe le piazze lombarde si confermano i prezzi a 3,80 euro/kg (+24,6% var. tend.). Sul fronte dalla materia prima, invece, le rilevazioni del latte spot segnano sostanziali recuperi nelle quotazioni sia a Verona (+2,6% var. cong.; +11,1% var. tend.) che a Lodi (+4,0% var. cong.; +11,4% var. tend.).
Avicunicoli, offerta superiore alla domanda
Poco entusiasmo sul mercato avicolo, che nel corso degli ultimi sette giorni registra una flessione delle quotazioni per i prodotti portanti, caratterizzato da una domanda poco interessata. Sul mercato dei polli si è registrata un’offerta di vivo contenuta a fronte di una domanda risultata inferiore a quella delle settimane precedenti Nessuna novità per le galline: entrambi i tipi registrano consumi minimi. Pertanto, sia le bianche che le rosse, malgrado l’offerta risulti abbastanza limitata, a causa della scarsità della domanda si trovano in una situazione di eccesso di offerta.
Anche per le faraone il mercato ha confermato il calo fisiologico dei consumi tipico di questa stagione, assestando i volumi di scambio su livelli minimi; contestualmente l’offerta, sebbene adeguatamente programmata, è risultata eccedentaria con conseguenti ribassi nei listini. Alla stessa stregua per le uova i consumi ristagnano, il mercato non riesce ad assorbire l’intera offerta che, accumulandosi, appesantisce ulteriormente il mercato. Va considerato che la stagione estiva non è mai stata una buona stagione per i consumi per cui la riduzione delle quotazioni non è più procrastinabile.
Suini, prezzi stabili
Da un’analisi delle dinamiche congiunturali si evidenzia come l’andamento dei suini da macello sia sostanzialmente stabile, con un’offerta di capi pronti ed una domanda in equilibrio. Relativamente al mercato all’ingrosso risultano in buona tenuta i tagli destinati al consumo, ad eccezione della coppa fresca in rialzo di 5 centesimi al chilo; mentre quelli destinati all’industria registrano un aumento, soprattutto i tagli pregiati come le cosce. Per quanto riguarda i suini da allevamento si rileva una congiuntura flessiva per tutte le pezzature con una domanda da parte degli ingrassatori debole.
Olio, in calo l'evo
La prima settimana del mese di luglio ha evidenziato una lieve flessione per l’extravergine nazionale rilevato all’origine che si attesta a 4,50 euro al chilo rispetto ai 4,53 dell’ultima settimana di giugno.
La flessione è da imputare alla zona del foggiano che ha visto una lieve riduzione media dei prezzi contrattati.
Stabili i listini per olio vergine e lampante, che restano ancorati ai valori rilevati sette giorni fa.
Sul mercato all’ingrosso si è evidenziato un arretramento tanto per i listini del raffinato di oliva che si è fermato a 3,09 euro al chilo, quanto per il raffinato di sansa che non è andato oltre 1,64 euro al chilo.
I principali mercati esteri monitorati seguono l’andamento nazionale.
Vino, tutto fermo a inizio giugno
Il mercato nazionale dei vini comuni permane ingabbiato nei valori registrati ad inizio giugno.
Sono ormai cinque settimane che non si rilevano variazioni tali da evidenziare modifiche nella media nazionale all’origine.
I vini bianchi permangono a 3,61 euro l’ettogrado, i rossi a 4,12 euro l’ettogrado.
Completamente immobili anche i prezzi rilevati tanto per le indicazioni geografiche quanto per le denominazioni di origine.
Le contrattazioni proseguono senza particolari accelerazioni. La situazione vegetativa risulta nella media del periodo.