Tornano a crescere i listini degli orzi destinati all’alimentazione zootecnica, sebbene gli aumenti abbiano riguardato principalmente il prodotto di provenienza comunitaria, in linea con quanto osservato nei mercati d’origine. Gli ulteriori rialzi registrati alla borsa di Chicago, dipesi principalmente dalla revisione al ribasso dell’Usda sulla produzione negli Usa e a livello mondiale, hanno fornito ancora sostegno ai prezzi dei semi e della farina di soia scambiati nel mercato italiano. Si sono confermati anche i segnali di rialzo nei listini all’ingrosso della farina di girasole proteica, anche per via di un minore afflusso di merce estera.
Sulla piazza di Bologna i prezzi dell’orzo estero hanno messo a segno un incremento dell’1,2% su base settimanale, salendo sui 171-174 €/t. Valori comunque ancora ben lontani dai livelli sostenuti che si registravano dodici mesi fa (-21,9%). Aumenti in linea con quanto rilevato nel mercato comunitario, dove si sono registrati rialzi, complice la buona domanda sul mercato internazionale. Nel mercato tedesco le quotazioni si sono riportate sui 160 €/t, guadagnando 6 €/t su base settimanale. Rimane però ampio il calo rispetto allo scorso anno, pari ad un -22%. Tornando al mercato italiano, settimana senza variazioni significative per i prezzi del sorgo, fermi sulla piazza di Milano sui 165-168 €/t, con un calo che rispetto ad un anno fa si mantiene nell’ordine del -10%.
I segnali rialzisti provenienti da oltreoceano hanno impresso nuovi aumenti ai prezzi all’ingrosso dei semi di soia. Sulla piazza di Bologna i valori del prodotto di provenienza estera si sono attestati sui 351-353 €/t, con un incremento rispetto alla settimana precedente dello 0,9%. Crescita che si riscontra anche rispetto allo scorso anno (+3,5%). Segno “più” anche per la soia nazionale, salita sui 334-337 €/t (+0,6% su base settimanale). Volgendo lo sguardo al mercato americano, le stime contenute nel report pubblicato lo scorso 10 ottobre dal Dipartimento dell’Agricoltura hanno rivisto al ribasso la produzione di soia negli Stati Uniti, attesa ora sui 96,6 milioni di tonnellate, 2,2 milioni di tonnellate in meno rispetto alla stima di settembre e in calo del 20% circa rispetto all’annata 2018/19. Rivisto in negativo anche l’output mondiale, stimato dall’USDA sui 338,9 milioni di tonnellate (-2,4 milioni di tonnellate rispetto a settembre), un livello che, se confermato, si posizionerebbe ai minimi dalla campagna 2015/16. Dati che hanno comportato in chiusura di settimana un forte aumento delle quotazioni della soia scambiata a Chicago, portatesi sui 936 centesimi di dollaro per bushel, pari ad un +2,2% rispetto a sette giorni prima. Andamento positivo che ha risentito anche della ripresa dei negoziati tra USA e Cina, culminati in una prima intesa, seppur parziale, scaturita dagli incontri del 10 ottobre scorso.
Tornando all’analisi dei listini nazionali, si sono confermati in rialzo i prezzi all’ingrosso della farina di girasole proteica, saliti sulla piazza di Torino sui 258-260 €/t, pari ad un +3,6% rispetto alla prima settimana di ottobre. Nonostante gli aumenti di questa prima parte di ottobre, il confronto anno su anno rimane comunque negativo, pari ad un -12,8%. La stabilità di inizio ottobre ha lasciato spazio a dei lievi aumenti per i prezzi all’ingrosso della farina di colza. Sulla piazza di Milano i valori si sono attestati sui 234-235 €/t (+0,9% su base settimanale). Come per la farina di girasole proteica, i prezzi attuali restano più bassi rispetto ad un anno fa (-13,6%).
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 7 al 12 ottobre 2019